Il gioco nella terapia sistemico relazionale

Il gioco rappresenta una delle prime forme comunicative utilizzate dall’uomo, esso si serve di un codice analogico, fa perciò riferimento alla cosa che si rappresenta mediante un principio di analogia, ovvero somiglianza tra la cosa e ciò che si utilizza per esprimerla. La funzione oltre che di ricreazione e divertimento, è anche di sviluppo di qualità fisiche e intellettuali, e può essere praticato da chiunque, senza limiti d’età. La funzione del gioco in psicoterapia è molto simile a quella della metafora perché permette di veicolare, significati e esperienze, che in altro modo sarebbe più complicato trasmettere. Nel libro “Curare giocando, giocare curando” (di Lupoi S., Corsello A., Pedi S.) vengono analizzate le funzioni curative del gioco e in base a questo, la sua efficacia all’interno della terapia sistemico relazionale. Attraverso il gioco è possibile esprimere gli aspetti più autentici di se stessi, mantenere la curiosità di conoscere, il piacere di capire e la voglia di comunicare, cosa che in età adulta viene spesso sostituita da delle rigide categorie di conoscenza acquisite durante il percorso di vita, ad esempio: fare ciò che si deve e non ciò che si vuole, porta a una mancanza di spontaneità e difficoltà a esprimere pienamente i propri bisogni. L’utilizzo del gioco in terapia offre l’opportunità di sperimentare nuove modalità di comportamento e di relazione interrompendo dei circuiti che sino ad allora erano sempre andati nella stessa maniera. Permette inoltre di esprimere simbolicamente ciò che non può essere espresso verbalmente, per esempio si possono rappresentare le emozioni o esprimere dei conflitti che spesso le famiglie hanno difficoltà a comunicare. La terapia del gioco è utile a tutte le generazioni perché rafforza il legame familiare utilizzando il gioco come canale condiviso di comunicazione; sminuisce situazioni, eventi e comportamenti ritenuti pericolosi da affrontare per la famiglia; permette di esprimere sentimenti e emozioni che nel quotidiano sarebbe difficile manifestare. La terapia del gioco può essere utilizzata sia in presenza di bambini che in loro assenza, e il terapeuta e partecipa attivamente alla situazione ludica, ed ha le seguenti caratteristiche:

a) Utilizza il linguaggio dei bambini, favorendo la comunicazione tra tutti;
b) Permette di avvalersi di canali alternativi a quelli verbali, per chi ha difficoltà a utilizzare questi ultimi;
c) Favorisce l’emergere di emozioni bloccate, senza sentirsi giudicati,
d) Permette di parlare di situazioni problematiche, utilizzando il canale della metafora;
e) Consente di osservare le dinamiche familiari, in termini di distanza, vicinanza, alleanze e conflitti;
f) I terapeuti, possono fungere da modello per aiutare la famiglia a ristrutturarsi rispetto a dinamiche disfunzionali, introducendo delle nuove modalità che attivano il cambiamento;
g) Permette al terapeuta di percepire meglio le emozioni della famiglia e restituirle in una modalità relazionale più adeguata;
h) Mette tutti coloro che partecipano alla terapia sullo stesso piano di uguaglianza e partecipazione, favorendo reazioni spontanee e processi di identificazione;
i) Attraverso la terapia del gioco è possibile creare un contesto protetto dove grazie alla presenza dei terapeuti, è possibile affrontare temi molto delicati, sentendosi tutelati, ciò favorisce l’esplorazione e condivisione di nuovi significati utili al cambiamento.

Tutte queste caratteristiche positive, stanno determinando, sempre con più frequenza, l’utilizzo del gioco come parte integrante della terapia con le famiglie con bambini, tanto da considerarla determinante nel favorire lo sviluppo dei processi di cambiamento.

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