Come funziona correttamente una famiglia?

L'approccio sistemico familiare non ha un punto di origine preciso: le sue radici possono essere fatte risalire attorno agli anni '50con il ricupero di un approccio olistico. L’impalcatura teorica della psicologia relazionale è data dal “La teoria generale dei sistemi” di Von Bertalanffy (anni ’30). Secondo l’autore “ogni organismo è un sistema” le cui parti sono in interazione reciproca per cui ogni fenomeno non può essere considerato la somma delle sue parti scomponibili (causa-effetto) ma dovrà essere letto in una prospettiva olistica.
In questa prospettiva la famiglia viene vista come un sistema, ossia come un'entità che possiede caratteristiche, regole e norme proprie. Solo così diventa possibile accedere e leggere il funzionamento di ciascun membro e le dinamiche del sistema che sottostanno alle relazioni affettive di ciascuno.


Ogni membro del sistema è interconnesso con l’altro e sull’altro avrà influenza ed effetto tutto ciò che gli accade: come in una tela del ragno, nel momento in cui una delle sue corde sarà “toccata”, tutta la tela vibrerà.
Nella Psicoterapia Familiare il Terapeuta non osserva i fenomeni come isolati, ma la totalità organizzata, entrando nel sistema e osservandolo nelle sue interdipendenze e interrelazioni.

Assieme alla famiglia lo Psicoterapeuta darà così vita al “terzo Pianeta” ovvero quel luogo intermedio dove terapeuta e famiglia possono accedere spogliandosi di ruoli ed etichette non autentici.
Lo psicoterapeuta entra quindi all’interno del sistema familiare usando se stesso, la propria creatività e il proprio istinto, come strumento di valutazione e di intervento nelle relazioni familiari.

Partecipando nella costruzione di uno spazio condiviso con la famiglia, crea assieme ad essa una nuova storia, che permette ai membri della stessa di accrescere la conoscenza di sé nella relazione e riscrivere la realtà arricchendola di nuovi significati.

L’obiettivo della terapia relazionale è quindi quella di ricostruire legami lì dove sono stati recisi ed elaborare quelle perdite che non saranno più percepite tali ma verranno affrontate anziché negate e coperte da altri legami successivi.
Sarà proprio quel legame terapeutico che viene a costruirsi attorno ad una serie di emozioni condivise fra terapeuta e famiglia, di risonanze vissute per “contagio emotivo”, che costituiranno il punto nodale attraverso i quali vengono ad intrecciarsi i percorsi di ciascuno, che definirà la centralità della relazione terapeutica come centrale nel processo di cambiamento e nell’attivazione di risorse familiari.


Il terapeuta entra nelle storie individuali attraverso la co-creazione di un sistema di affidamento e fiducia ad un livello profondo, che permetterà alla famiglia di aprirsi a nuove situazioni di vita.
Al termine del percorso di terapia, la famiglia (e con esso anche il terapeuta!) ne uscirà profondamente cambiata ed arricchita da tale esperienza.

Ha appreso un nuovo metodo di lavoro che gli permetterà di sentirsi nuovamente competente e in grado di affrontare le nuove sfide evolutive che la vita gli riserverà.

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