Troppe cose tutto insieme ed ho ottenuto tutto con ansia, nervi, pensieri e preoccupazione.

cristina

Gentile,

Prima di tutto, sono sorda profonda e spero che qualcuno di voi conosca la disabilità uditiva per poter comunicare o parlare tranquillamente. Mi scuso per il mio italiano a volte un po' sgrammaticato.

Ho 64 anni e, con l'anno nuovo, andrò in pensione a 65 anni. Sento di essere molto cambiata, a causa delle troppe cose che ho dovuto affrontare. Sono riuscita a fare tutto, nonostante la mia sordità: la vendita dell'appartamento, l'affitto di una cantina per riporre la merce, la ricerca di una nuova casa da acquistare tramite agenzia, il trasloco e il trasferimento. Anche la richiesta del mutuo è stata faticosa, ma è andata a buon fine.

La tesi di laurea l'ho completata dopo due anni, perché l'interprete della Lingua dei Segni Italiana (LIS) mi ha fatto perdere tempo, e mi sono dovuta fermare per gestire le operazioni di vendita e compravendita. Le scrivo per farvi capire che gli ultimi due anni sono stati estremamente impegnativi. Ho persino preferito non festeggiare momenti importanti come la casa nuova, il pensionamento, il mio compleanno di 65 anni e la laurea (prevista per febbraio 2026).

Temo anche il momento in cui sarò in pensione. Ho poche possibilità di svolgere attività o corsi. Ad esempio: mi piacerebbe imparare a restaurare i mobili, ma dovrei pagare l'iscrizione al corso e chiamare anche un interprete LIS. Il costo diventa triplo, e questo mi costringe a rinunciare, anche se ho il desiderio di imparare o studiare. L'unica cosa che mi rimane è la possibilità di iscrivermi a un'associazione di Trekking, così da camminare con loro anche senza dover parlare.

Sono una madre sola con una figlia, che lavora a Londra. Non siamo molto affiatate, e lei sta affrontando un problema molto delicato.

In conclusione, anche se non è bello da scrivere, a volte mi viene da pensare "mi faccio schifo" per la fatica. Tuttavia, ho ottenuto tutto, anche ciò che mi sembrava impossibile.

Resto in attesa di una Sua gentile risposta e porgo i miei più cordiali saluti.

5 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile  Cristina,
prima di tutto desidero dirle con sincerità che purtroppo non conosco la Lingua dei Segni. Mi dispiace, perché capisco quanto sia importante poter comunicare nella propria lingua. E proprio per questo motivo sento ancora più forte il bisogno di risponderle con il massimo rispetto e la massima cura, affinché lei senta che ciò che prova è ascoltato davvero.
Leggere il suo messaggio significa entrare nella storia di una donna che ha attraversato anni durissimi, senza mai veramente avere la possibilità di fermarsi a respirare. Lei ha portato avanti responsabilità pesanti: vendere una casa, comprarne un’altra, occuparsi del trasloco, gestire un mutuo, continuare una tesi di laurea nonostante ostacoli che non avrebbe dovuto affrontare da sola. Tutto questo mentre viveva momenti personali delicati e un rapporto familiare che, come racconta, non sempre dà conforto.

Quello che ha fatto è enorme. E il fatto che oggi si senta stanca, svuotata, “cambiata” non parla di debolezza: è la conseguenza naturale di anni in cui ha dovuto tirare avanti a forza di volontà, spesso in solitudine, senza celebrare nulla, nemmeno le conquiste più grandi.
La sua stanchezza non è un difetto. È una ferita che ha bisogno di essere riconosciuta.

Il timore della pensione non è strano. Passare da una vita piena di impegni a un tempo più vuoto può far paura; soprattutto quando le barriere comunicative e i costi aggiuntivi rendono complicato accedere a corsi, attività o passioni che avrebbe il diritto di vivere senza ostacoli. Sentirsi esclusi non per mancanza di desiderio, ma per ostacoli esterni, pesa profondamente.
Il fatto che lei abbia rinunciato a festeggiare tappe importanti, casa nuova, compleanno, pensione, laurea, racconta tanto della fatica che porta addosso.

E tuttavia, in mezzo a tutto questo, emerge qualcosa di molto prezioso: lei ha ancora desideri. Ha ancora interesse per le cose, curiosità, voglia di imparare. Anche solo il pensiero di unirsi a un gruppo di trekking non è “poco”: è una porta aperta verso la vita, verso un modo di stare con gli altri che non richieda sforzo comunicativo costante. È un gesto di cura verso se stessa.

Mi colpisce profondamente la frase “a volte mi faccio schifo”.
Vorrei risponderle con tutta la delicatezza possibile: quello che sente non è disprezzo per sé, è esaustione. È il risultato di troppo peso portato per troppo tempo.
Non c’è niente in lei che meriti disprezzo.
C’è invece una donna che ha lottato, che ha fatto scelte difficili, che ha protetto se stessa e la sua vita, che ha creato stabilità nonostante condizioni che avrebbero sopraffatto chiunque. Lei dice: “Ho ottenuto tutto, anche ciò che mi sembrava impossibile”.
E ha ragione.
Forse adesso è il momento in cui, invece di chiedersi perché si sente così stanca, potrebbe cominciare a domandarsi: “Come posso finalmente prendermi cura di me stessa, dopo tutta questa strada?”
Un caro saluto

Dott. Fabiano Foschini

Dott. Fabiano Foschini

Milano

Il Dott. Fabiano Foschini offre supporto psicologico anche online

Cara Cristina, lei è stata veramente molto coraggiosa e determinata. Scrive che tutto ciò che ha ottenuto le è costato una immensa fatica, ciononostante è andata avanti ed è arrivata a raggiungere gli obiettivi che si era posta.

E' bello leggere la sua storia, poichè mi fa pensare che le fragilità -nel suo caso una importante disabilità che credo abbia condizionato fortemente la sua esistenza - non ha precluso l'apertura ad una vita ricca e intensa. La fatica e l'impegno che ci ha dedicato mi fanno credere che sia una persona curiosa di sperimentare, interessata al mondo circostante e promotrice di aspetti originali da condividere con gli altri.

Si goda i risultati del suo impegno e molti auguri per la laurea imminente.

Le auguro di avere ancora molte soddisfazioni e di rimanere sempre così vitale!

Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la Sua esperienza. È evidente quanta forza e determinazione abbia dimostrato nell’affrontare sfide impegnative, nonostante le difficoltà legate alla sordità e una serie di cambiamenti importanti nella Sua vita. Comprendo quanto possa sentirsi affaticata dopo anni così intensi; quando si porta avanti tutto da soli, anche il successo può arrivare accompagnato da un senso di esaurimento emotivo.

Ciò che ha realizzato – la gestione di una casa, un mutuo, un trasloco, una laurea ripresa con tenacia, e il percorso verso la pensione – non è solo “fare tutto”, ma testimonia capacità, resilienza e grande autonomia. La sensazione di “non meritare” o di “farsi schifo” è spesso legata alla stanchezza accumulata e non alla reale percezione del proprio valore. È importante riconoscere che provare fatica dopo aver sostenuto tanto non è un fallimento, ma un segno umano.

L’ingresso in pensione può spaventare perché rappresenta un cambiamento di identità e ritmi. Tuttavia, può anche diventare un momento per prendersi cura di sé, magari iniziando da attività che non richiedano grandi investimenti o barriere comunicative, come il trekking che ha citato. Camminare è un modo per ritrovare equilibrio, e forse – con il tempo – potrà aprirsi ad altre possibilità, senza pressioni.

Non sottovaluti ciò che ha fatto: ha superato prove che molti non riuscirebbero neanche ad affrontare. Si conceda il diritto di sentirsi stanca, senza giudizio, e magari anche il permesso di festeggiare, quando e come vorrà, ciò che ha costruito.

Le auguro serenità nel percorso verso la pensione e nella preparazione della Sua laurea: entrambe meritano riconoscimento e orgoglio. Rimango a disposizione, un saluto!

 Gloria Simoni

Gloria Simoni

Pistoia

Gloria Simoni offre supporto psicologico anche online

Gentile Cristina,

La ringrazio per la sua email e per aver condiviso con me un periodo così impegnativo della sua vita.

Se lo desidera, possiamo approfondire insieme questi vissuti in uno spazio dedicato e rispettoso delle sue esigenze.
Mi faccia sapere quale modalità comunicativa preferisce e che potrebbe risultare più accessibile ad entrambi.

 

Resto a disposizione e le porgo i miei più cordiali saluti.

Dott. Nicolò Conti 

Psicologo, consulente sessuale

psi.nicolo.conti@gmail.com 

Grazie per aver condiviso la tua storia. Capisco quanto questi anni siano stati pesanti per te: hai affrontato tanti cambiamenti importanti, uno dopo l’altro, spesso da sola e con la difficoltà aggiuntiva della sordità. È normale che, dopo tanta fatica, emergano ansia, nervosismo e pensieri duri verso te stessa. Ma ciò che colpisce davvero è quanto tu sia stata capace di portare a termine ogni cosa: la vendita della casa, il trasloco, il mutuo, la tesi… sono risultati enormi, che richiedono forza, organizzazione e coraggio. Non c’è nulla di cui “vergognarsi”: al contrario, hai fatto moltissimo nonostante ostacoli che molte persone non immaginano nemmeno.

Capisco anche la frustrazione per i corsi e le attività che diventano più costose per la necessità dell’interprete LIS. È una difficoltà reale e non è colpa tua. Il trekking che hai individuato può essere una buona strada per stare con gli altri senza dover rinunciare alla tua autonomia. E ricorda che il valore delle tue giornate in pensione non dipenderà da quante cose “fai”, ma da come riuscirai a ricavare spazi in cui sentirti te stessa.

Hai ogni diritto di essere fiera del tuo percorso. A volte la stanchezza fa sembrare tutto più buio, ma non cancella la forza che hai dimostrato in ogni passaggio della tua vita.

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