La Resilienza

Cos’è la RESILIENZA?

Resilienza - dal greco resalio: saltare, rimbalzare e, per estensione, danzare.

è un termine coniato dalla fisica per descrivere l’attitudine di un corpo a resistere ad un urto.

In ingegneria definisce la proprietà dei corpi di sopportare sforzi applicati bruscamente, senza rompersi o creare fessure. Il suo contrario, è la fragilità.

La psicologia ha mutuato il termine per rappresentare la capacità di un individuo di opporsi alla pressione ambientale ma lo ha arricchito di un aspetto ovvero la capacità di trasmettere una spinta, un’energia positiva, per uscire dalla situazione paralizzante.

L’interesse verso questo costrutto è, comprensibilmente, alto perché prova a spiegare il motivo per cui alcune persone riescono a far fronte a situazioni fortemente svantaggiose mentre altri no.

Le situazioni “fortemente svantaggiose” alla quali mi riferisco sono davvero tante e di diversa entità: da quella peggiore che ciascuno di noi può figurarsi, allo stress lavoro-correlato.

Assunto che Superman viene da Crypton e di lui ci sono residue e fantasiose tracce nelle nostre vite; proviamo a dire chi è questo superuomo (o superdonna) in grado di resistere agli urti e riparare le proprie ferite: 

· Resiliente è chi trova in se stesso o nella rete delle sue relazioni la forza per superare le avversità (lo dicono gli studi di Cyrulnik del 2000)

· La resilienza è il risultato di un processo in cui aspetti biologici, sociali, culturali, il sistema di valori della comunità di appartenenza del singolo gli consentono un discreto adattamento anche quando la strada diventa parecchio complicata (Vaillant, 1993)

· Resiliente è una persona nella cui personalità si armonizzano fattori cognitivi, emotivi, sociali, educativi, esperenziali, maturativi che costruiscono una sorta di “sistema immunitario” nei confronti degli eventi sfavorevoli della vita (Oliverio Ferrario 2003)

· Resiliente è colui che sente di possedere e riesce ad imprimere la sua impronta sugli eventi (Vanistael e Lecomte, 2000); da qui la spinta positiva che differenzia il concetto psicologico da quello fisico ed ingegneristico

· Resiliente è colui che riesce a superare le difficoltà ma non per questo non ne paga un prezzo (Anaut, 2003).

Mettendo insieme gli elementi sembra che l’individuo resiliente sia, in fondo, una persona capace di trovare nelle difficoltà la spinta per venirne fuori, intendendo le avversità come un ostacolo, uno scivolone, non il termine del percorso. Il resiliente è colui (o colei) che non si arrende e che in maniera a volte creativa riesce a trovare soluzioni per giocare con la luce in un tunnel buio, non arrendendosi alla situazione come la incontrano ma prodigandosi per modificarla.

Quindi, quali sono  gli ingredienti del resiliente:

· Solida autostima: ovvero una discreta fiducia nelle proprie capacità

· Senso di autoefficacia: sapersi porre degli obiettivi e organizzarci per raggiungerli

· Locus of control interno: capacità di riconoscersi la responsabilità degli eventi 

· Una giusta dose di indipendenza: che rende liberi dal giudizio condizionante degli altri e permette di seguire la propria strada

· Una buona motivazione all’azione 

· E, perché no, una certa speranza nel buon esito delle situazioni

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