Disforia di Genere: uno sguardo dall'interno

Stralcio dell’intervista fatta a Clara (nome fittizio), ragazza MtF (Male-to-Famale) di 22 anni che ha iniziato il suo percorso di transizione a 18, ormai prossima all’ultimo intervento chirurgico.

Cosa provi quando ti guardi allo specchio?

Non mi guardo, o almeno evito. Quando non posso farne a meno cerco di evitare alcune zone in particolare.

Quali erano le parti del tuo corpo per cui la disforia si faceva sentire di più?

Pomo d’Adamo, petto, mani, voce…troppo maschili. Questo quando ero vestita… quando ero nuda tutto il resto.

Ci racconteresti l’episodio di disforia più intenso che hai avuto? Te la senti?

Ci provo, non è facile. Una volta mi stavo preparando per uscire, iniziai a provare tutti i vestiti che avevo nell’armadio ma non mi stava bene nulla. Feci del mio meglio e mi accontentai. Iniziai a truccarmi, a sistemare i capelli ed una volta finito mi guardai allo specchio. Tutto crollò. Ero orrenda, si vedeva lontano un miglio che non ero una donna biologica. Spalle troppo larghe, fianchi troppo stretti…mi spogliai disperata ed iniziai a piangere. Ma mentre singhiozzavo sentivo quella voce da uomo che tanto odiavo. Mi misi davanti allo specchio nuda, mi guardai e provai disgusto, avevo quasi la nausea. Quando abbassai lo sguardo verso i genitali non ce la feci più…pensai di mutilarmi.

Come è cambiato il tuo approccio al sesso e all’altro da quando ancora non eri consapevole ad ora?

Ricordo come se fosse ieri…ero a disagio, non ero coinvolta e spesso avevo problemi d’erezione. Però non mi dispiaceva…quello che per i più sarebbe stato motivo di vergogna per me era motivo di gioia: ero poco virile, ed era come se il mio corpo ne fosse consapevole al punto che si rifiutava di adempiere al suo “dovere di uomo”. Una volta una ragazza andò subito al sodo, come si suol dire, e fu una tragedia: avevo avuto attacchi di disforia [1]tutto il giorno e in quel momento ne ebbi un altro. Rimasi bloccata ed iniziai a piangere e tremare. Non ebbi più rapporti. Ora va decisamente meglio, parlando con il partner e chiedendo di andare con calma riesco a godermi il sesso senza grandi problemi.

Passiamo alle cose belle: fra due settimane farai l’ultimo intervento, la vaginoplstica, la prima cosa che indosserai non appena avrai tolto i punti di sutura?

Nulla. Starò nuda a guardarmi allo specchio e godermi finalmente un corpo che è davvero mio.

Frammento dell’intervista fatta a Christian (nome di fantasia), ragazzo FtM (Famale-to-Male) che inizia il suo percorso verso i 20 anni, e che ci racconta come la disforia abbia influenzato alcuni aspetti della sua vita.

Come si vive la sessualità?

Christian: Per capire come una persona transessuale viva la sessualità, è necessario fare una distinzione fra il prima ed il dopo. Il corpo, nella sua fisicità, è l'espressione forse più vera di una persona, qualsiasi persona. Ma perché sia un atto sincero e spontaneo, deve passare attraverso la naturale percezione delle proprie forme.

Ecco il punto. Sentire e sentirsi nel proprio corpo, è quello che manca a chi vive la disforia di genere. Il corpo diventa la condanna peggiore, inconcepibile viverlo da donna per un ftm e da uomo per una mtf. Allora si reprimono i sentimenti, le emozioni, a volte fino al rifiuto totale della sessualità.

La percezione del corpo, anche subito dopo la prima iniezione di testosterone, quando ancora non è visibile nessun cambiamento, si dilata. Col passare dei giorni, si entra nel proprio corpo, ogni minuscolo mutamento diventa carne, pulsa di autenticità, si assapora la meraviglia di sentire e sentirsi nel corpo. Si (ri)scopre la sessualità, in una modalità quasi adolescenziale, per l'impeto, il desiderio, il bisogno di toccare e farsi toccare (nel senso più ampio del termine).

Ovvio che l'assunzione di testosterone, con la conseguente virilizzazione del sentire, incide non poco in questa rivoluzione interiore ed esteriore.

Quali emozioni e sentimenti suscita il guardarsi allo specchio, toccarsi?

Christian: Anche le persone trans, come le persone biologiche, aspirano alla perfezione fisica, ovvero, aspirano a vedere nello specchio l'immagine di se che hanno in testa. Ma rarissimi sono i casi in cui l'immagine corrisponde all'immagine di se'. Tuttavia, nonostante le imperfezioni, quando lo specchio ci restituisce anche il minimo cambiamento, nella direzione voluta, ci si emoziona e l'entusiasmo cresce di giorno in giorno, La certezza che il cambiamento, per quanto a volte percepito come lentissimo, non cessa di avvenire è la sensazione più bella che possa esserci. Come ti scrivevo nella prima risposta, tutte le sensazioni hanno un che di adolescenziale..in fondo un po' è così, indipendentemente dall'età in cui si inizia il percorso di transizione, perché è una sorta di (ri)nascita.

Come ci si sente a vestirsi, radersi?

Christian: Quando ero piccolo, mi chiudevo in bagno. Con il pennello passavo la schiuma da barba e poi, imitando i gesti di mio padre, passavo il bastoncino del gelato come fosse un rasoio. In quei momenti mi sentivo un omino, ma la sensazione di dolore per il fatto che non lo sarei mai stato, sopraggiungeva sempre troppo presto.

Ho sempre frequentato negozi di abbigliamento maschile ma, con l'età adulta, il disagio per essere in un posto "sbagliato" mi faceva sentire ridicolo (fortunatamente ha preso piede l'acquisto on line...), spesso i commessi mi chiedevano se i capi erano per me o mi guardavano in modo strano.

Oggi, avere una barba e scegliere se tagliarla o meno, entrare nei negozi e sentirmi dare del "lui", mi da ebbrezza, leggerezza. Mi fa sentire vivo.

Voglio solo aggiungere una cosa, per me fondamentale.

Al di là dei meravigliosi cambiamenti fisici e della (ri)trovata accoglienza nel corpo che si è, la più grande rivoluzione avviene interiormente. Per la prima volta si guarda al domani, con voglia di esserci, di fare. Il futuro diventa un tempo da voler raggiungere e solcare e colmare, con tutta la pienezza del proprio Io, fisico e psicologico

Queste due interviste permettono di conoscere e “sentire” meglio cosa vive una persona con disforia, quale disagio e sofferenza regna nel suo quotidiano, e quanto un percorso di riassegnazione del sesso possa far ritrovare serenità e benessere mentale.

 

[1] Espressione con cui molti transgender/transessuali si riferiscono ad episodi di grande sofferenza in cui provano rabbia, disgusto ed odio verso parti del loro colpo, tendenzialmente caratteristiche sessuali primarie e secondarie.

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provo le stesse medesime sensazioni di Clarra, vorrei fare la transizione anch'io!

Rebecca il 06/07/2025

la Dott.ssa Valeria Manni ha risposto al tuo commento:
Salve Rebecca,
mi fa piacere si sia potuta rispecchiare nel racconto di Clara! Lo scopo delle interviste era proprio questo, condividere delle esperienze e far sentire capiti.
Qualora avesse bisogno di sostegno o anche solo informazioni per il percorso sono a disposizione.
Cordiali saluti

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