Il Counseling integrato e il Conselor, cosa fanno?

Una relazione d’aiuto con figure professionali specifiche può portare ad una crescita verso una vita più autentica e soddisfacente, spendendo risorse ed energie, sapendo di poter contare su figure di riferimento, che accompagnano e guidano in questo viaggio. La necessità e l’importanza di ascoltarsi dovrebbe essere al centro della nostra vita e questo non dovremmo mai perderlo di vista.

Il Counseling è un’attività ormai abbastanza consolidata nelle società occidentali, sia perché il Counselor si presenta come una figura che accompagna in un percorso di cambiamento – da non confondersi con lo psicoterapeuta che intraprende col paziente un percorso più complesso e più strutturato – sia perché egli al pari di un educatore utilizza una metodologia non direttiva, secondo i principi di educazione umanistica e di auto-educazione.

Il rapporto è basato sulla fiducia nel cliente e sulla possibilità di trarre da se stesso le risorse e le potenzialità per auto-realizzarsi.

Se la psicologia umanistica è stata definita “Terza Forza” dopo la psicoanalisi e il comportamentismo, ciò scaturisce dal fatto che essa lavora sulle parti sane dell’individuo, valorizzando ed esaltando la fiducia nelle sue capacità.

Si è giunti alla definizione di “Counseling integrato” in quanto l’incontro tra teorie diverse ha permesso di aggiungere e confrontare tipi di approcci differenti tra loro, pur non escludendo nessuna di esse. L’utilizzo di  una  teoria, non esclude un’altra.

Per esempio, l’Analisi Transazionale e la Bioenergetica consentono l’osservazione a livello somatico e cognitivo comportamentale attraverso una visione globale della realtà; la teoria della Gestalt afferma che l’individuo si realizza nel momento in cui è consapevole delle sue esperienze. Tale teoria si fonda sull’ascolto dei bisogni, delle idee, e degli interessi del soggetto soffermandosi anche sull’utilizzo delle arti come il disegno, la pittura, il teatro, la danza, in quanto attraverso queste espressioni emergono contenuti interni e personali che vengono osservati con distacco.

Questo modello alla base contiene i principi di Carl Rogers che nella sua “Terapia centrata sul Cliente” (opera pubblicata nel 1951) si sofferma sulle capacità empatiche e relazionali del terapeuta che sviluppa conoscendo se stesso e gli altri. Il suo metodo non indaga sul passato, ma si sofferma sul “qui ed ora” ed è fondato sulla relazione che rappresenta un processo di crescita, in grado di modificare anche il Counselor stesso. In realtà, il pensiero di Rogers espresso 70 anni fa, trova oggi una integrazione con la mindfulness e i nuovi approcci terapeutici centrati sul corpo, non più solo sulla mente.

La sua visione olistica dell’uomo – più moderna che mai – stabilisce che il modo migliore per aiutare una persona in difficoltà è quello di aiutarla a comprendere la sua situazione ed a gestire il problema, facendole assumere le responsabilità delle sue scelte. Il Counselor accompagna il soggetto riformulandogli e restituendogli i suoi pensieri, affinché li percepisca con un’ottica diversa. Per la riuscita di questo deve esistere tra i due soggetti empatia, autenticità e accettazione incondizionata.

Il “Counseling Integrato”, pertanto unisce più modelli, con lo scopo di offrire un approccio il più personale possibile, utilizzando vari strumenti che possono essere utilizzati, scegliendo quello più adeguato alla modalità di lavoro del Counselor e, soprattutto, quello più adatto all’esigenza del cliente.

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