L'utilità del sostegno psicologico nella procreazione assistita

Questa verdetto, ha stravolto una legge che nel giro di un decennio ha portato molte coppie con problemi di fertilità, ad andare all’estero, per usufruire di cure, che in Italia non era possibile effettuare, con lo scopo di cercare di avere il figlio tanto desiderato. Ora che anche in Italia, diventerà possibile effettuare la fecondazione eterologa, molte coppie che vi avevano rinunciato per via degli alti costi o per altre problematiche connesse, potranno riprendere a sperare nella realizzazione del desiderio di diventare genitori, anche nella nostra nazione.

Quando una coppia decide di avere un figlio, lo fa dopo una decisione accurata, frutto del desiderio di voler costruire una famiglia e realizzare dei bisogni molto intimi e importanti per entrambi.

La scoperta di avere problemi di fertilità rappresenta sin dai primi momenti un argomento difficile da affrontare, sia per la coppia che ne è affetta, sia per chi gli sta vicino, viste le numerose problematiche che vi sono collegate, e spesso questa consapevolezza può mettere in crisi i due partners, e sconvolgere la dinamica della coppia. Il modo in cui i componenti della coppia affrontano questo problema è differente, mentre la donna si sente in colpa e inadeguata, l’uomo tende ad ignorare ed evitare il problema, ma solo con un atteggiamento sinergico e collaborativo si può contribuire alla risoluzione del problema.

Numerosi studi hanno confermato, che un corretto approccio psicologico all’infertilità, sia fondamentale per affrontare le difficoltà nell’avere figli e il ricorso a un percorso di assistenza medica per porvi rimedio, non è un caso che coppie ritenute sterili, dopo aver adottato un figlio, siano riuscite ad avere figli in modo naturale.

Esistono numerosi aspetti collegati all’infertilità: la paura e l’ansia di diventare genitori, la presenza di stati di stress, depressione, difficoltà nell’identificazione sessuale, conflitti interni, ambivalenza verso la genitorialità, fobie, etc.., ma diventa complesso capire se la psiche influenzi la fertilità o se sia la mancata gravidanza a innestare problematiche psicologiche che impediscono il concepimento. In una società carica di tensioni come quella in cui viviamo, lo stress è uno dei fattori riconosciuti come concausa di infertilità; il ritardo nell’arrivo di una gravidanza da parte della coppia e gli accertamenti clinici, determinano l’attivazione del sistema neuroendocrino dello stress con alterazioni della secrezione ormonale, di conseguenza l’organismo produce delle sostanze chiamate indicatori biologici dello stress, che hanno effetti negativi sui componenti della coppia.

Riuscire ad arrivare a una consapevolezza maggiore, di quelli che sono i meccanismi psicologici che contribuiscono all’infertilità, può diventare di fondamentale importanza, perché permette di analizzare il problema a 360 gradi, e non solo da un punto di vista medico.

Riallacciandosi all’esempio della coppia, che dopo numerosi tentativi falliti di avere figli, decide di adottarli, e che dopo riesce ad averli naturalmente, contro ogni parere medico, fa emergere come in questo caso si sia sbloccato un meccanismo intrapsichico che portava all’infertilità. Il sostegno psicologico diventa pertanto fondamentale sia nel caso in cui una coppia “sterile” decida di chiedere un aiuto medico, per affrontare le diverse fasi che possono portare alla gravidanza, sia nel caso dell’accettazione dell’impossibilità di poter avere dei figli.

La terapia di coppia potrebbe fornire un aiuto concreto laddove la coppia presenti un problema di fertilità, perché contribuisce a creare uno spazio fisico e mentale dove sia possibile affrontare tale esperienza, e offra l’opportunità di osservare e condividere insieme questo momento di disagio.

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