Perché le persone non restano a casa?

In questi giorni l'indicazione è proprio quella di “NON USCIRE DI CASA”, appunto, per evitare la diffusione del Covid-19 in tutto il territorio italiano. 

Vi è una buona risposta da parte della popolazione che, in effetti, si è chiusa in casa, ma non tutti!
Alcune persone continuano ad uscire, a passeggiare, quasi non curanti di quello che accade. 

Ma come è possibile che alcuni continuino a fare la loro vita normale?

È un fenomeno interessante dal punto di vista psicologico, che si è visto anche nel passato, riguarda molti eventi della storia dell’uomo, eventi spesso drammatici, come lo sterminio degli Ebrei ed eventi quotidiani altrettanto preoccupanti, come il bullismo, in cui la morale, cioè quello che è giusto fare, in qualche modo è assente.

Come cambia la morale? Un autore ne parla, ed è Albert Bandura, il quale scrive nel 1986 il suo trattato parlando di “disimpegno morale”: noi tutti siamo orientati ad un principio di coerenza, quindi, se abbiamo un valore dobbiamo comportarci in modo coerente con quel valore. Perciò, se in questo momento “è importante stare a casa, stiamo a casa”. Fin qui tutto molto semplice, ma non per tutti.

A volte mettere in atto un comportamento coerente con il valore crea uno svantaggio immediato: per esempio, stare in casa può farci annoiare moltissimo. Allora il nostro cervello per uscire da questa situazione cerca una “scusa”, in questo caso, una scusa per uscire di casa, cerca un modo per salvare il proprio giudizio di valore, per non sentirsi in colpa, ma per essere autorizzato a trasgredire la regola.

Che cosa fa la persona? Mette in dubbio la regola, quindi, si “disimpegna” dal punto di vista morale.
Ma come cambia la moralità? Bandura parla di una serie di meccanismi e ne identifica diversi, ma vedremo solo quelli che ci interessano in questo contesto. Anche perchè risulta di fondamentale importanza accorgersi di questi meccanismi, proprio per fare un passo indietro, perciò chiudersi in casa e seguire le indicazioni, senza cadere nel disimpegno morale:

1) Giustificazione morale: nonostante il nostro comportamento sia riprovevole, si fa riferimento ad un'idela superiore (onore, orgoglio, principi di valore);

2) Etichettamento eufemistico: che ha a che vedere con il linguaggio, cioè ce la raccontiamo bene; troviamo una serie di ragioni che fanno sì che il nostro comportamento è tutto sommato accettabile, anche ai nostri occhi.

3) Confronto vantaggioso: ci si dice sì è vero sono uscita , ma sono uscita a fare una passeggiata di un’oretta, mentre ci sono persone che non rispettano nessuna regola, stanno fuori dalla mattina alla sera. Anche questo ci aiuta in qualche modo a giustificarci e a farci sentire moralmente adeguati.

4) Dislocamento della responsabilità: ad esempio, se è mia madre che mi ha detto di andarle a comprare qualcosa, a questo punto mi sento autorizzato ancora di più, il mio comportamento dipende da qualcun altro che me lo ha suggerito.

5) Diffusione della responsabilità: se molte persone mettono in atto il comportamento sbagliato, allora non è solo colpa mia, ma la colpa è un po’ di tutti.

6) Distorsione delle conseguenze: si tende cioè a sottovalutare il peso delle nostre azioni dicendo per esempio: “Sì, ma in realtà se esco non è che faccio una cosa poi così negativa, cosa vuoi che succeda?”; si distorce la conseguenza come se nostro il comportamento non fosse poi davvero così pericoloso .

7) Deumanizzazione: si attribuisce alle vittime un'assenza di sentimenti, ad esempio, ci si potrebbe convincere che coloro che sono stati contagiati, perché poco sensibili, poco attenti, in questo modo ci si protegge dal provare compassione per chi sta male;

8) Attribuzione di colpa: ci si convince che l'offesa arrecata alla vittima è da quest'ultima pienamente meritata (doveva andare così; era anziano; aveva altre patologie in corso, ecc).

Come potete notare tutti questi meccanismi hanno un un'unica funzione, ovvero di rompere la dissonanza, in modo da non farci sentire in colpa, da assolverci moralmente.

Quindi, io so quello che sarebbe bene fare, ma trovo, inconsapevolmente, delle scuse per mettere in atto un comportamento differente.

Le ragioni che portano ognuno di noi ad infrangere le regole sono complesse da comprendere.

Spero che questo articolo ci abbia aiutato a comprendere questi meccanismi controproducenti, che in questa fase potrebbero non esserci di aiuto nel comportarci nel modo più adeguato, ma conoscendoli, forse, possiamo cercare di prevenirli!

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