Selettività alimentare in un bambino con Autismo
L’alimentazione rappresenta un aspetto fondamentale dello sviluppo infantile, tanto da poter essere considerata una linea evolutiva verso l’affermazione dell’autonomia. È proprio all’interno ...
Il primo passo per affrontare una patologia complessa e multiforme come l’autismo resta sempre e comunque una diagnosi e una valutazione precise, per le quali si utilizzano strumenti didattici “a misura” di quel particolare soggetto. Molto elastici ed adattabili risultano il PEP-R (psico-educative profile), e l’AAPEP (utile per la valutazione dell’autismo nei soggetti adulti), che rientrano nel programma TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Related Communication Handicapped Children).
Esistono poi Checklist specifiche e interviste ai genitori che permettono di puntualizzare la gravità del quadro e monitorare la situazione. Il passo successivo riguarda sicuramente l’individuazione e la scelta del percorso migliore per il soggetto. In genere ci si trova di fronte a due possibilità: l’inserimento in un centro specifico per la cura dell’autismo o l’inserimento nel contesto scolastico. Partendo dal presupposto che lo specialista dovrebbe fare da guida verso la scelta più funzionale possibile in base ad una serie di criteri oggettivi (basso o alto livello di funzionamento cognitivo, elevata o meno presenza di comportamenti-problemi, reale possibilità di integrazione, etc…), i genitori rimangono comunque coloro che prendono la decisione finale. La scuola si trova quindi a dover affrontare svariate situazioni, tra le quali anche alcune di difficile gestione, sia per il quadro patologico, sia per la carenza di risorse.
È fondamentale individuare una linea guida che consiste di determinati punti e norme da seguire per svolgere al meglio il lavoro educativo, relazionale e comunicativo con i soggetti autistici (Micheli, 1998):
Per ciò che riguarda lo specifico intervento sulla comunicazione risulta necessario:
Un approccio multidisciplinare prevede chiaramente l’integrazione di terapie extrascolastiche, condotte da esperti in grado di ampliare le capacità del soggetto e facilitare il lavoro svolto a scuola, contesto in cui, generalmente, l’autistico trascorre la maggior parte del tempo:
L’esperienza maturata in molti anni di lavoro con l’autismo in ambito scolastico mi porta alla considerazione conclusiva che, per quanto ostico e spesso pieno di ostacoli e iniziali frustrazioni, il lavoro con questi soggetti necessita di una strutturazione, una costanza, una mente aperta ed elastica che possano permettere di porre le migliori fondamenta possibili per un intervento di successo.
Buonasera sono la mamma di un bimbo che il mese prossimo compirà 4 anni e che si presenta in ...
Salve! Vorrei delle risposte...mio figlio ha 27 mesi ed ancora non parla non dice ne mamma e ne ...
Salve, scrivo per esporre i problemi che ho notato di una bambina di 10 anni che mi sta a cuore...
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