Musicoterapia e autismo: letteratura scientifica e prospettive di ricerca

Musicoterapia e autismo: letteratura scientifica e prospettive di ricerca.

La musicoterapia moderna ha incontrato un notevole sviluppo a partire della seconda metà del secolo scorso soprattutto grazie alla messa in atto di percorsi terapeutici sistematici rivolti ai Disturbi dello Spettro Autistico in età evolutiva.
Negli anni ‘60 il pianista americano Paul Nordoff e l’insegnante di sostegno Clive Robbins danno un contributo significativo nell’ambito della musica improvvisata per bambini autistici, sviluppando il modello della Creative Music Therapy, definendo i protocolli di analisi qualitativa delle sessioni e quelli di ricerca standardizzata. (Bruscia, 2001)
Il primo articolo specifico relativo al trattamento musicoterapico di bambini autistici risale al 1969, pubblicato da Juliette Alvin sul British Journal of Music Therapy, (Alvin, 1969) all’interno del quale descrive le sue esperienze di musicoterapia improvvisativa con bambini autistici.

Da quel momento in poi i musicoterapisti iniziano a descrivere in maniera più sistematica e organizzata le finalità e gli obiettivi del loro lavoro con l’autismo: la musicoterapia comincia a trovare un modo più definito di applicazione nei disturbi dello Spettro autistico. Contributi applicativi più recenti non possono senza dubbio prescindere dalle riflessioni teorico-applicative di Pierluigi Postacchini, che sottolineano l’esigenza d’indagare la struttura funzionale neuropsicologica del bambino, per perseguire un processo di armonizzazione attraverso un lavoro di rispecchiamento e sintonizzazione affettiva.
A proposito di ciò, uno degli autori più significativi degli ultimi anni per la musicoterapia è sicuramente Daniel Stern: grazie al suo contributo incentrato sulle sintonizzazioni affettive, l’ambito della musicoterapia per il trattamento dell’autismo ha trovato conferma nelle ricerche relative allo studio delle competenze relazionali del bambino e delle caratteristiche pre-verbali e musicali di queste competenze. (Stern, 1992)
Ad oggi, il percorso verso un pieno riconoscimento scientifico della musicoterapia richiede che la dimensione qualitativa, venga affiancata da evidenze proprie della dimensione quantitativa: le linee guida per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico, evidenziano, infatti, l’assenza di sufficienti prove scientifiche per raccomandare l’utilizzo della musicoterapia.
Infatti, le ricerche condotte in quest’ambito risultano ancora esigue e sono spesso condotte su un campione numericamente troppo scarso.
Nonostante ciò, i dati raccolti sono positivi e incoraggianti, in quanto evidenziano che la musicoterapia può migliorare alcune competenze come l’interazione sociale, la reciprocità, la comunicazione verbale e non verbale, l’attenzione e molte altre. Più nello specifico, una ricerca pubblicata nel 2015 sulla rivista Frontiers in Human Neuroscience evidenzia che la musicoterapia può svolgere un ruolo utile nel coinvolgere bambini nello Spettro e migliorare la reattività sociocomunicativa
(Music Therapy for Children With Autistic Spectrum Disorder and/or Other Neurodevelopmental Disorders: A Systematic Review, 2021).
Nello stesso anno l’ International Society for Autism Research, pubblica un altro studio che dimostra che durante compiti di percezione di parole cantate, i bambini nello Spettro attivavano i circuiti fronto-temporali in maniera bilaterale, mentre l’ascolto di parole parlate era associato all’attivazione unilaterale dell’emisfero sinistro: la connettività fronto-temporale, deficitaria nella percezione di parole era preservata durante la percezione di parole cantate e questo dato suggerisce la presenza di meccanismi differenziati per il processamento di parole e musica nell’autismo e la possibilità di andare oltre il deficit dei circuiti del linguaggio utilizzando interventi basati sul canto. (Fronto-temporal connectivity is preserved during sung but not spoken word listening, across the autism spectrum, 2015)
Verso la stessa direzione si muovono la ricerca condotta da ricercatori australiani e pubblicata sulla rivista Plosso sull’utilizzo della musica per coinvolgere bambini autistici nell’apprendimento di abilità di etichettamento verbale e lo studio sulAuditory-Motor Mapping Training’(AMMT), che mira a promuovere la produzione del linguaggio verbale vocale direttamente l'associazione tra suoni e azioni articolatorie utilizzando l'intonazione e attività motorie bimanuali. (Auditory-Motor Mapping Training as an Intervention to Facilitate Speech Output in Non-Verbal Children with Autism: A Proof of Concept Study, 2011)

L'AMMT coinvolge e stimola una rete di regioni cerebrali che sembrano essere disfunzionali nell'autismo.
La ricerca ha mostrato che dopo un training intensivo di AMMT tutti i bambini non verbali e non vocali hanno mostrato miglioramenti significativi nella loro capacità di articolare parole e frasi, con la generalizzazione ad elementi che non sono stati praticati durante le sessioni di terapia. Poiché questi bambini non avevano alcuna o minima produzione vocale prima del trattamento, l'acquisizione di suoni del discorso e approssimazioni di parole attraverso AMMT potrebbe rappresentare un passo importante per lo sviluppo del linguaggio espressivo nei bambini nello Spettro autistico.

A conclusioni simili sono giunti anche Catherine Y. Wan, Krystal Demaine, [...], and Gottfried Schlaug che hanno evidenziato come sia possibile, grazie alla musicoterapia, andare oltre la disfunzione del sistema dei neuroni specchio che sembra caratterizzare le persone nello spettro autistico: fare musica insieme è un’attività multimodale che implica l’attivazione in contemporanea di molte aree cerebrali che si sovrappongono al Sistema dei Neuroni Specchio. (From music making to speaking: Engaging the mirror neuron system in autism)
Lo studio, inoltre, mostra che attività di musicoterapia possono facilitare l’uso del linguaggio dei segni e altri metodi di comunicazione non vocale. Interessanti risultati ci giungono anche dalla revisione di Geretsegger su 619 protocolli di ricerca in musicoterapia con bambini autistici di età compresa fra i 2 e i 9 anni.
La musicoterapia mostra effetti positivi nelle capacità socio interattive nel setting e generalizzate extrasetting, un miglioramento delle capacità comunicative non verbali, nell’iniziare un’azione, nel mantenimento del contatto oculare e nella reciprocità socio-emotiva.
L’approccio musicoterapico si è, inoltre, dimostrato essere più efficace rispetto allo standard care e a forme di terapia in cui la musica non viene utilizzata.
A conclusione di questo excursus sui contributi scientifici più recenti su musicoterapia e autismo, appare interessante citare i risultati della ricerca del protocollo NIDA (2013) proposta dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). 
I dati raccolti evidenziano che l’80% dei casi di autismo viene diagnosticato dopo i 3-4 anni, nonostante alcune caratteristiche peculiari siano presenti già dai primi mesi di vita, caratteristiche che riguardano le modalità espressive non verbali, come le caratteristiche del pianto che sembra essere differente da quello di un neonato neurotipico e alcune caratteristiche della motricità.
La musicoterapia potrebbe quindi inserirsi in questo panorama per contribuire a fornire elementi diagnostici precoci e non proporsi soltanto come metodo di trattamento, coerentemente con una storica definizione di musicoterapia formulata
da Rolando Benenzon che concepisce la musicoterapia come strumento utile a fornire elementi di diagnosi (Benenzon, 1983) 

 

Bibliografia

Alvin, J. 1969. 1969, Vol. British Journal of Music therapy 

Benenzon, Rolando. 1983. Manuale di Musicoterapia. 1983. 

Bruscia, Kenneth E. 2001. Modelli di improvvisazione in musicoterapia. 2001 

Mayer-Benarous, Hanna, et al. 2021. Music Therapy for Children With Autistic
Spectrum Disorder and/or Other Neurodevelopmental Disorders: A Systematic
Review.
Frontiers in Psychiatry 

Sanità, Istituto Superiore di. 2011 Linee Guida per il trattamento dei disturbi
dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti.
. 2011 

Sharda, Megha, et al. 2015. Aprile 2015, Autism Res.Fronto-temporal
connectivity is preserved during sung but not spoken word listening, across the
autism spectrum
 

Stern, Daniel. 1992. Il mondo interpersonale del bambino. s.l. : Bollati Boringhieri,
1992
 

Wan, Catherine Y, et al.From music making to speaking: Engaging the mirror
neuron system in autism.
Brain Res Bull 

Wan, Catherine Y., et al. Auditory-Motor Mapping Training as an Intervention to
Facilitate Speech Output in Non-Verbal Children with Autism: A Proof of Concept
Study.
2011, PLOSONE 

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