Aiutami a cadere…che a rialzarmi ci penso da solo!

AIUTAMI A CADERE…CHE A RIALZARMI CI PENSO DA SOLO!

Questa frase può suonare strana e contraddittoria a prima vista, ma incuriosisce e porta a cercare tra le
parole il significato che si nasconde tra i puntini. I bambini della società odierna sono abituati a cadere?
Si sbucciano le ginocchia? Hanno ancora un po' di tempo da dedicare a giochi in cui sono loro i veri attori
e protagonisti? Potrei continuare a chiedermi altre mille cose ma un po' sono frenata dalle risposte che
già si stanno facendo avanti che non sono molto confortanti. Secondo uno studio ISTAT del 20001
il 69,1% dei giovani italiani fra i 6 e i 14 anni utilizza videogiochi e l’età si abbassa notevolmente se si fa
riferimento all’utilizzo del cellulare: in Italia 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni usano il cellulare dei genitori (il 30% dei quali adoperano lo smartphone per distrarre i piccoli durante il primo anno di vita).2
Il gioco, è un bisogno fondamentale del bambino, è il mezzo principale attraverso il quale scopre il mondo che lo circonda, con cui apprende strategie, permette la possibilità di relazionarsi e socializzare; il gioco crea emozioni che si fissano nella memoria, ma purtroppo rispetto ad un tempo ha cambiato volto. Case
piccole e inadeguate, mancanza di spazi verdi, pericolosità nelle strade, iperprotettività di genitori ed
educatori, sistema scolastico inadatto (nelle molte ore spese dai bambini e dai ragazzi ogni settimana a
scuola, solo una minima parte è dedicata ad una qualsiasi possibilità di movimento) e alternative
tecnologiche “comode” sono tra le principali cause di un declino costante di un’abitudine tanto buona
quanto naturale come quella del gioco libero all’aperto. Il bambino di oggi gioca molto meno ma si diverte di più ed il divertimento è un atto passivo in cui l’input viene dall’esterno, quindi dal cellulare, dal
videogioco o dalla tv. Si sta perdendo la dimensione ludica.


Tutto ciò influenza e in parte altera anche il normale sviluppo del bambino; per quanto riguarda la sfera
cognitiva i bambini hanno bisogno di un’esperienza diretta e concreta con gli oggetti in modo da affinare
il pensiero, la capacità di risolvere i problemi, il linguaggio e la creatività; influenzano il benessere fisico e
sociale/relazionale; influenzano i cinque sensi in particolare la vista e l’udito causando secchezza oculare
e un’alterazione nella percezione dei suoni; vanno ad aumentare il rischio di patologie come l’obesità
legate soprattutto allo scarso movimento e perché no alle poche cadute in bicicletta o durante una sana
corsa.


Concludendo si può chiaramente affermare che i videogiochi cosi come altri dispositivi tecnologici hanno
anche effetti positivi in quanto stimolano l’apprendimento di abilità oculo-manuali, richiedono di
compiere analisi e confronti (ossia di eseguire delle operazioni mentali), richiedono l’abilità di scegliere le
azioni da compiere, prevederne l’esito e inserire le opportune sequenze, cioè di compiere delle operazioni
su operazioni (metacognizioni). È fondamentale che i genitori vengano istruiti ed incoraggiati a non
lasciare soli i bambini con i dispositivi (soprattutto i più piccoli) e a dare un limite di tempo al loro utilizzo.


1 Statistiche in breve. I bambini, le bambine e il gioco. ISTAT, 20 dicembre 2000
2 SIP- Società Italiana Pediatria

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