Buongiorno, vorrei sapere come comportarmi. Essendo io e mia moglie in fase di separazione consensuale, lei ha avuto rapporti con un uomo, conoscendo anche le nostre bimbe di 4 e 7 anni, che si è sempre comportato benissimo con loro due. Purtroppo con mia moglie proprio no, infatti era arrivata al punto che ha dovuto fare una denuncia ai carabinieri per molestie fisiche e mentali. Si è scoperto che questa era già la seconda che riceveva. A distanza di 2 mesi, lei ci è voluta tornare insieme. Pensa di ritirare la denuncia. Lei ha l affidamento delle bimbe. E tra circa 10 gg ci arriva la sentenza del giudice che ovviamente non sa niente. Cosa comporta questo .... grazie mille per l attenzione.
Buongiorno,
la situazione che descrive presenta elementi di rischio rilevanti, soprattutto in presenza di minori.
Il ritorno della sua ex moglie in una relazione già caratterizzata da violenze fisiche e psicologiche reiterate, per le quali è stata sporta denuncia, rientra nelle tipiche dinamiche della violenza domestica e non può essere letto come una semplice “scelta personale” priva di conseguenze. Il buon comportamento dell’uomo con le bambine non esclude il rischio: la violenza assistita ha un impatto significativo sul benessere emotivo dei minori.
Il ritiro della denuncia non comporta automaticamente l’archiviazione del procedimento, poiché alcuni reati sono procedibili d’ufficio. Inoltre, tale scelta può incidere sulle valutazioni complessive delle autorità, soprattutto in vista di decisioni che riguardano l’affidamento.
In questo contesto, la priorità deve rimanere la tutela delle bambine. È fortemente indicato che la madre intraprenda un percorso di supporto psicologico, preferibilmente presso servizi specializzati in violenza domestica, e che la situazione venga attentamente valutata anche sul piano genitoriale.
Di fronte a dinamiche violente, il compito degli adulti è riconoscere il rischio e proteggere i minori, non normalizzare quanto accade
Buongiorno,
quello che sento nelle sue parole è soprattutto una grande preoccupazione come padre, e questo è un segnale di quanto lei sia attento al benessere delle sue bambine.
Dal punto di vista psicologico, il punto centrale non è giudicare le scelte della madre, ma chiedersi che tipo di clima emotivo stanno respirando le bambine. I bambini piccoli sono molto sensibili alla tensione, ai cambiamenti improvvisi, alle relazioni instabili, anche quando apparentemente “va tutto bene”. Spesso non sanno spiegare ciò che sentono, ma lo mostrano con il comportamento.
In questo momento il suo ruolo può essere quello di offrire alle sue figlie uno spazio prevedibile, tranquillo, in cui sentirsi al sicuro. La continuità, la presenza e l’ascolto sono fattori profondamente protettivi. Anche il fatto che lei si ponga delle domande è già una forma di tutela.
È importante che lei resti in contatto con ciò che osserva nelle bambine, senza allarmismi ma senza nemmeno sminuire eventuali segnali di disagio. Se qualcosa la preoccupa, parlarne è un atto di cura, non di conflitto.
Se lo desidera, possiamo lavorare insieme su come sostenere emotivamente le sue figlie in questa fase e su come gestire le emozioni forti che inevitabilmente questa situazione sta attivando anche in lei.
Buongiorno Alessandro,
la situazione che descrive è comprensibilmente fonte di forte preoccupazione, soprattutto in relazione alla sicurezza e al benessere della sua ex compagna e delle sue figlie. Gli aspetti riguardanti l’eventuale ritiro della denuncia da parte della sua ex compagna e le possibili conseguenze sulla decisione del giudice rientrano nell’ambito legale e sarebbe opportuno approfondirli con un avvocato.
Dal punto di vista psicologico, potrebbe essere utile uno spazio di supporto che le consenta di gestire i pensieri di allarme e le preoccupazioni legate al benessere delle sue figlie, così da poter mantenere un ruolo genitoriale solido e protettivo in questa fase particolarmente delicata.
Resto a disposizione qualora desiderasse un confronto o un supporto su questi temi.
Un caro saluto,
dott.ssa Chiara Torchia