Bimba di 8 anni, crisi di pianto serali che lei non vuole e mi prega di far passare

lorenzo

Buonasera vorrei chiedere un'impressione (superficiale) circa un problema che si sta manifestando ultimamente e sempre di sera. Mia figlia ha 8 anni da compiere, è una bimba allegra e solare, piena di fantasia. Frequenta la seconda elementare e ha tanti amici e per le maestre è tutto ok. Di recente ha cominciato a parlarmi di una tristezza, di brutti pensieri (indefiniti) e della voglia di piangere che le viene la sera. La cosa è peggiorata e c'è stata una crisi serale con diversi attacchi che lei sentiva arrivare e mi avvisava e chiedeva aiuto disperandosi, non riusciva a stare ferma scuotendo gambe e braccia e lamentava fastidio (io credo oppressione) alla gola, temendo di dover vomitare. È stato terribile e mi ha ricordato un episodio successo già durante l'estate. Anche parlandone il giorno dopo, in cui non è andata a scuola, mi è parso chiaro che deve esserci un problema che lei non riesce neanche lontanamente a individuare o esprimere e io non ho gli strumenti per capire. Vorrei capire se sono attacchi di panico o qualcosa del genere, trovare il migliore aiuto ma non so a chi rivolgermi, vorrei però non ingigantire il problema, farla sentire sbagliata o bisognosa di "cure". Vorrei la leggerezza di una piuma per togliere un macigno dal suo cuore. Grazie

7 risposte degli esperti per questa domanda

Salve, accolgo la sua richiesta. La bimba sta condividendo un bisogno importante, legittimare da parte del genitore l'emozione che sta vivendo in quel momento è importante. Accogliere e star vicino. A mio avviso dó come indicazione un approfondimento della situazione con un colloquio di supporto psicologico insieme ai genitori. Rimango a disposizione 

Margherita Motta

Dott.ssa Margherita Motta

Dott.ssa Margherita Motta

Bologna

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Mi dispiace davvero per quanto state vivendo.
Quello che descrivi può assomigliare a episodi di ansia intensa o piccole crisi di panico, soprattutto per il modo in cui arrivano la sera, il senso di oppressione alla gola e l’irrequietezza del corpo. Ma è importante ricordare che a questa età le emozioni sono fortissime e spesso difficili da nominare: ciò che per un adulto è “ansia”, per un bambino possono essere solo “brutti pensieri” e voglia di piangere.

La cosa più importante è che tu l’abbia ascoltata, contenuta e presa sul serio senza giudizio: è già un aiuto enorme.

È importante continuare ad offrirle presenza calma, routine rassicuranti serali, e la certezza che qualunque cosa senta non è sbagliata e non è sola.

Con delicatezza si può davvero togliere peso dal suo cuore, un po’ alla volta.

Gentile Lorenzo,

è comprensibile che tu sia spaventato da ciò che stai vedendo in tua figlia. Le crisi serali che descrivi:la tristezza improvvisa, i “brutti pensieri” indefiniti, la sensazione che qualcosa stia arrivando, il bisogno di muoversi, il fastidio alla gola ,somigliano molto a episodi d’ansia o piccoli attacchi di panico. A otto anni le emozioni possono essere enormi, ma le parole per raccontarle ancora troppo piccole. E allora parla il corpo. La parte più importante ora riguarda la tua responsabilità emotiva: restare stabile mentre lei vacilla, non interpretare da solo, non minimizzare, ma neppure pensare subito al peggio. Il modo in cui tu reagisci diventa il modello con cui lei imparerà a gestire le sue emozioni I bambini imparano a fidarsi delle proprie emozioni guardando come il genitore reagisce alle loro. Se tu resti accanto a lei con calma, senza minimizzare e senza drammatizzare, stai già costruendo un punto di appoggio fortissimo per lei.
Un passo molto utile è rivolgersi a una neuropsichiatria infantile o a uno psicologo dell’età evolutiva: non perché tua figlia sia “sbagliata”, ma perché è il modo più responsabile per darle strumenti che da sola non ha ancora. Gli specialisti valutano se si tratta di ansia, se c’è un fattore scatenante, o semplicemente una sensibilità emotiva che in questo periodo ha meno contenimento.

Tu desideri toglierle un macigno dal cuore: e la leggerezza nasce proprio così, dal non lasciarla sola con ciò che la spaventa e dal non pretendere che si “spieghi” da sé.
Con la tua presenza calma, affettuosa ma ferma e un aiuto professionale mirato, può davvero imparare che quello che sente non è pericoloso e soprattutto che non deve affrontarlo da sola.

 

Con affetto
Dott.ssa Bacchi

Dott.ssa Flora Bacchi

Dott.ssa Flora Bacchi

Bergamo

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Buon pomeriggio,

È normale che una bambina alla sua età faccia fatica a verbalizzare degli stati emotivi a lei ancora sconosciuti. È difficile effettuare una diagnosi o comunque esprimere un parere se non si è avuto modo di parlare direttamente con la bambina, per capire se siano successe delle cose anche pregresse che l'hanno portata a provare questa "tristezza". Probabilmente la cosa più utile potrebbe essere quella di fare due chiacchiere con una psicologa anche per farsi dare dei consigli e strategie per imparare insieme alla bambina a gestire questi momenti 

Lorenzo, che brutto periodo! Cosa dicono gli altri adulti? Lei ha scritto solo il sintomo, cerchiamo di esplorare il come sta alla scuola (aspettative, competizioni,...) come vive il Natale (buoni controcorrenti in un mondo con guerre, litigi grossi, morti di fame,...) e come sente il suo diventare grande ( crescere nel corpo, paure di stare male ...). Sia in ascolto, sia lei piuma nell'accoglierla e farla andare avanti. 

Dott.ssa Gloria Zannini

Dott.ssa Gloria Zannini

Bologna

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Salve, non necessariamente è un attacco di panico, ma magari un ricordo spiacevole che è venuto alla memoria , io non necessariamente voglio obbligare a sedute, ma magari vederci anche solo una volta per parlarne sarebbe possibile e necessario.

Dott.ssa Simonetta Fabbri

Dott.ssa Simonetta Fabbri

Bologna

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Caro Lorenzo,

le sue parole sono quelle di un papà attento e sensibile, e mi pare che si stia ponendo le domande più opportune in questo momento. Penso che cercare supporto per lei e per la sua bambina, come ha già iniziato a fare con questa richiesta, sia una scelta responsabile, che non sottovaluta e non drammatizza, ma che accoglie un bisogno. Naturalmente gli elementi per poter fare ipotesi sono pochi, dato che non conosco tutta la vostra cornice familiare e la vostra storia. Ma mi sembra che la sua bambina le stia chiedendo di aiutarla prima di tutto a dare un nome a questa sensazione, che è probabilmente legata ad un'emozione specifica, perché non conoscendola può risultare per lei spaventosa e forse addirittura angosciante.

Credo che, dopo aver indagato con il/la pediatra le condizioni mediche per escludere cause di natura organica, potrebbe esserle d'aiuto consultare un professionista che, raccogliendo tutte le informazioni necessarie, potrebbe intanto fornire a lei qualche strumento per stare nell'emozione della sua piccola in modo da poter continuare ad essere per lei un riferimento rassicurante. E nel frattempo valuterei anche di scegliere una figura professionale che possa accompagnare la sua bimba alla scoperta di se stessa in questo momento.

Mi sento di dirle che capisco appieno il suo desiderio di "toglierle un macigno dal cuore", ma la invito anche a vedere la sua bambina con tutte le sue risorse interne, su cui si può puntare per aiutarla ad aiutarsi.

La sua evocazione della leggerezza mi ha portata a risponderle dato che il mio studio si chiama Le Piume, proprio in nome di questa ricerca. Io lavoro principalmente con l'Arteterapia, particolarmente adatta ai più piccoli proprio per via dell'impatto delicato e non medicalizzante, che mira alla valorizzazione delle risorse creative piuttosto che all'enfatizzazione del disagio. Penso che questa metodologia potrebbe essere adatta alla vostra situazione. Il mio studio si trova a San Giovanni in Persiceto, che non so se sia comodo per voi. Nel caso, potrei anche fornirle il contatto di una collega arteterapeuta che lavora a Bologna.

Resto a disposizione per qualsiasi comunicazione e le auguro di trovare una strada buona per voi.

Cordialmente. 

Dott.ssa Laura Muscarella

Dott.ssa laura muscarella

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Bologna

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