L'omogenitorialità

Il tema delle famiglie omogenitoriali è sempre più dibattuto. Ma cosa comporta costituire una famiglia omogenitoriale?

Le famiglie omogenitoriali sono le famiglie costituite da una coppia omosessuale, in cui un membro è genitore di uno o più bambini: possono essere coppie di uomini, di donne, o anche single.

L’interesse per le persone omosessuali in quanto genitori, è recente, ed è aumentato grazie alla maggiore visibilità che gay e lesbiche hanno raggiunto nella società, e ai cambiamenti legislativi in favore del riconoscimento dei loro diritti. In Italia, attualmente, sono circa 100.000 le famiglie omogenitoriali.

La famiglia omosessuale può assumere diverse forme a seconda di come si è costituita, e si possono quindi distinguere famiglie ricomposte, tradizionali, monogenitoriali. Nelle famiglie ricomposte i figli sono nati da precedenti relazioni eterosessuali, oppure da una madre single che ha un rapporto con un’altra donna. Nella forma tradizionale i figli nascono all’interno della coppia attraverso tecniche di autoinseminazione, procreazione medicalmente assistita, o attraverso l’adozione. Nel caso di una lesbica single che ha avuto un figlio con un partner con cui non è rimasta in contatto, oppure è ricorsa alla fecondazione assistita o all’adozione, la famiglia è monogenitoriale.

Molte coppie omosessuali vivono l’omogenitorialità clandestinamente, a causa del timore che loro e i loro figli possano essere giudicati negativamente ed emarginati. Nonostante ricerche scientifiche abbiano dimostrato che l’orientamento sessuale dei genitori non interferisce con uno sviluppo sereno ed equilibrato dei figli, molte sono ancora le obiezioni senza una base scientifica sul tema omogenitorialità:

  • i figli devono avere necessariamente una madre e un padre;
  • una coppia omosessuale che vuole avere un figlio, si rifiuta di considerare la sua condizione di coppia sterile;
  • gli omosessuali non sono in grado di crescere un bambino;
  • le lesbiche sono meno materne e i gay sono dei pedofili;
  • le relazioni omosessuali sono meno stabili di quelle eterosessuali e quindi non garantiscono continuità del rapporto col bambino;
  • i figli di persone omosessuali hanno più problemi psicologici;
  • i figli di persone omosessuali hanno più probabilità di diventare omosessuali.

 

Quest’ultimo punto, in particolare, non considera un aspetto molto evidente, cioè che un omosessuale è una persona cresciuta in una famiglia eterosessuale.

Fra le ricerche svolte, significativa quella che nel 2005 l’American Academy of Pediatrics ha fatto avviare sulle famiglie composte da bambini con genitori omosessuali, da cui è risultato che non c’è nessuna relazione fra l’orientamento sessuale dei genitori e l’adattamento emotivo, psicosociale e comportamentale del bambino.

Lo sviluppo equilibrato del bambino è invece correlato con il benessere psicologico dei genitori e la loro capacità di essere adulti coscienziosi e capaci di fornirgli cure e affetto.

Si tratta comunque di un tema complesso, che richiederà ulteriori studi e approfondimenti.

 

Riferimenti bibliografici
C. Chiari, L. Borghi (2009), Psicologia dell’omosessualità
V. Lingiardi (2016), Citizen gay

commenta questa pubblicazione

Sii il primo a commentare questo articolo...

Clicca qui per inserire un commento