La leva vantaggiosa

I capricci, così come le bizze sono le tentate soluzioni prevalenti messe in atto dai figli, soprattutto nell'età compresa tra i 3-6 anni, per ottenere ciò che vogliono oltre che per vedere il genitore più amorevole. 
Ogni volta che il bambino mette in atto queste modalità spinge l'adulto a dover rispondere immediatamente e quest'ultimo, spinto dalla necessità di intervenire quanto prima si arrabatta tra spiegazioni persuasive sul perchè non bisognerebbe fare i capricci, coccole, ignoramento o promesse di regali in cambio di atteggiamenti adeguati. 
Possibile anche che, si passi alle maniere forti, quando si perde completamente la pazienza e non si  riesce ad individuare alternative. 

La fascia 3-6 anni è forse una delle più complesse, in cui il bambino dovrebbe iniziare a conoscere ed acquisire il linguaggio, utile alla socializzazione sia fra pari che con l'adulto. Scopre la sua mobilità volontaria nell'esplolarazione del mondo e soprattutto acquisisce degli schemi comportamentali che se non interrotti saranno poi riproposti, in modalità diverse, da adolescente e da adulto. 
Supponiamo un bambino che associ il fare capricci alle coccole e all'amorevolezza dei genitori, diventa chiaro che il capriccio risulta essere la strada estrema per ottenere il contatto fisico. Se non si interviene, questo copione verrà utilizzato da adolescente o da adulto, qual ora non riuscisse ad ottenere ciò che desidera; ricorrendo a comportamenti "estremi" al fine di ottenerlo. 
Anche se, nella maggior parte dei casi questa tentata soluzione risulta efficacie solo da bambini, crescendo, raramente con manifestazioni estreme si ottiene qualcosa ma, una volta acquisito uno schema comportamentale non è facile eliminarlo. 

Diventa molto importante per il genitore, intervenire il prima possibile ed in modo strategico al fine di non far crescere il proprio figlio con la convinzione che, ponendosi in una condizione di ricatto emotivo, si può ottenere tutto. 

Come fare?

Supponiamo la favoletta più tipica, durante il pranzo il bambino viene richiamato per sedersi ma lui inizia a correre ovunque e chiede di voler giocare; non rispettando nè il tempo nè lo spazio. 
Il genitore spazientito si trova a mettere in atto le sue tipiche tentate soluzioni così che il bambino rispetti ciò che gli viene imposto; il risultato spesso è che ci si ritrova a pranzo con un bambino in lacrime e apparentemente straziato. 
Questo produce un senso di colpa molto forte nel genitore che, sentendosi emotivamente ricattato, finisce con il coccolare il figlio, anche se quest'ultimo presentava un comportamento da eliminare. 

La coccola al figlio, a seguito di un capriccio, rafforza quel comportamento; in quanto è un rinforzo positivo e piacevole.

Allora come fare?

Il comportamento andrebbe frustrato.

Frustrare dolcemente il comportamento del bambino consente di interrompere il suo schema comportamentale problematico. 

Il bambino non vuole sedersi, vuole giocare. Il genitore, seduto al tavolo, aspetta di entrare in contatto visivo con il bambino e con tono deciso ma calmo dirà: "E' ora di mangiare, ho apparecchiato anche per te. Qui c'è il tuo piatto e il cibo. Prima si mangia poi se vuoi giochiamo assieme". 
E' fondamentale che ci sia una distanza fisica tra il genitore e il figlio, così che il bambino sia costretto a rispettare la regola del genitore se vorrà ristabilire una vicinanza fisica e, la coccola sarà un rinforzo positivo ad un comportamento da premiare. 

La dolce frustrazione, avviene, per l'appunto sul contatto fisico. Non sempre il bambino risponde immediatamente alla frase del genitore, accordando quanto gli viene espresso ma, se non accadrà subito, accadrà a distanza di poco tempo, data l'incapcacità di ogni bambino, a quell'età, di sopportare la distanza fisica dal genitore di riferimento. 

Dobbiamo ricordarci che, nonostante il ruolo di genitore sia il più difficile in assoluto, ciò che distingue un genitore da un bravo genitore è la capacità di quest'ultimo nel mettersi in discussione e nel crescere, imparando, assieme al proprio bambino. 

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