Sto sbagliando io a crescere ed educare mio figlio?

Erika

Salve, vi scrivo in merito a mio figlio perchè dopo 3 anni e mezzo non so più cosa pensare. Sin da piccolino ha sempre mostrato degli atteggiamenti secondo me strani a volte con reazioni esagerate; non ricordo ogni singolo dettaglio ma degli atteggiamenti ripetuti spesso e volentieri quelli si. Ricordo che sia in casa che fuori casa, in ogni luogo in cui fosse presente una porta o un cancelletto, mio figlio poteva stare anche ore facendo apri e chiudi senza spostarsi e quando io o mio marito tentavamo di forza a portarlo via piangeva fino a disperarsi e anche dopo mezzora di pianto voleva sempre ritornare là. Questo comportamento lo teneva anche in casa e se devo essere sincera non ho mai creduto che fosse una cosa normale. Tante volte il rimprovero lo portava a sbattersi con forza la testa dappertutto. Mio figlio era ed è molto abitudinario, amava ripetere le cose sempre allo stesso modo e questa cosa lo faceva stare tranquillo anche nel quotidiano. Certe volte dovevamo inventare strani stratagemma per evitare che si accorgesse del cambiamento; questa cosa è andata bene finchè l'incoscienza era ancora dalla nostra parte. Adesso ha 3 anni e mezzo ed è consapevole di quello che gli succede attorno; è molto intelligente ma anche molto, troppo, timido. È inoltre maledettamente attaccato alle sue abitudini: ad esempio riesce ad accettare la mattina il fatto di indossare dei vestiti diversi, ma devo tenere per parecchio tempo le stesse scarpe e lo stesso giubbotto perché cambiarli sarebbe per lui una cosa inaccettabile che lo porterebbe a rifiutare quelli nuovi con pianti e urla infinite. Ogni mattina dobbiamo ripetere gli stessi schemi: devo stare attenta quando lo sveglio, una mossa falsa lo renderebbe irascibile e aggressivo verso di me; segue la colazione in cui lui ha bisogno di seguire i suoi schemi tipo aprire il tovagliolo e metterlo in ordine davanti a sè, deve aprire lui il pacchetto della brioche e lui deve buttare la carta, io non posso toccare niente pena pianti e disperazioni infinite. Segue l'essere vestito anche qui senza fare mosse false e quando finiamo lui deve chiudere la porta e spegnere la luce, idem quando usciamo di casa, lui deve aprire i cancelli, lui deve aprire lo sportello della macchina e tutto deve essere sempre fatto allo stesso modo per non alterarne l'equilibrio. L'asilo è stato sempre un grosso problema, ho fatto insieme a lui due mesi di inserimento e comunque mantiene gli stessi atteggiamenti anche con l'insegnante. Non possiamo parlare di uscire per comprare scarpe o vestiti e provarli perchè disperazioni e urla sarebbe dir poco, non esiste la possibilità di portarlo dal barbiere infatti taglio i capelli io in casa, non partecipa ad attività sociali o recite o attività sportive o giochi con altri bimbi o manifestazioni di qualunque tipo e alle feste dei suoi compagnetti gioca sempre attaccato a suo padre. Ho sempre pensato che fosse eccessivamente timido ma ci sono altri atteggiamenti e comportamenti che mi fanno pensare tante cose e come mamma ho sempre sentito che qualcosa non va ma mio marito si ostina da 3 anni e mezzo a dirmi che è tutto normale. Quando ha compiuto 2 anni é nata la sorellina, ma questi comportamenti li ha sempre avuti lui, in questa occasione è nata solo la gelosia per lei ma sempre, credo, fisiologica. Due settimane fa nell'asilo di mio figlio una psicologa e una logopedista hanno fatto uno screening gratuito per tutti i bimbi ed io sono stata invitata a contattare la psicologa con cui ho preso appuntamento per questa settimana. Le mie paure stanno crescendo e le mie convinzioni cominciano a concretizzarsi. Come potete aiutarmi? Cosa posso fare? Sto sbagliando io a crescere ed educare mio figlio? Vi prego datemi una risposta, in ogni caso ve ne saró grata. Grazie per l'attenzione. Saluti, Erika.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Salve. Tra i due e i quattro anni i bambini sono in pieno sviluppo neuronale e alcuni di loro manifestano reazioni comportamentali che in inglese vengono chiamate "temper tantrum", espressione impossibile da tradurre in italiano se non attraverso l'espressione di bizze o capricci. In realtà non sono capricci come intendiamo noi ma vere e proprie crisi nervose, che a volte possono verificarsi improvvisamente e difficili da contenere. Non tutti i bambini hanno queste manifestazioni ma si pensa che ci siano diversi fattori che influiscano su questi comportamenti: il temperamento molto reattivo e sensibile del bambino, stanchezza, fame o stress che in quel momento subentra, sovreccitazione, e infine reazioni dei genitori a tali crisi che inconsapevolmente rinforzano queste reazioni invece che smorzarle. Importante e' dunque prevenire se possibile gli sfoghi, portando il bambino a rilassarsi e reagire nel modo più calmo possibile laddove lo sfogo prenda piede e per far ciò è' molto utile il sostegno di uno/a psicologo/a che possa guidarvi, per evitare che la situazione degeneri e peggiori ulteriormente.

Cordiali saluti. 

Buonasera Erika, dalle sue parole si sente la forte preoccupazione e la tensione leggitima che ha in relazione a questa situazione. Suo figlio da quello che racconta ha da sempre avuto questi atteggiamenti e questa modalità che noi adulti definiamo come ossessiva. 

Mentre leggevo le sue parole pensavo alla possibilità di fare delle valutazioni che, in caso di diagnosi particolari, all'età di 3 anni sono ancora interventi preventivi per far si che determinati tratti non si acutizzino. Voglio quindi dirle che preoccuparsi è sano e che in questo momento è importante valutare in maniera adulta ciò che succede a suo figlio per poter intervenire. Diagnosi precoci e preventive a volte possono portare alla risoluzione anche totale della situazione.

Io non credo che lei stia sbagliando a crescere suo figlio poichè da quello che racconta sembra essere una mamma molto attenta a non farlo stare male o creargli sofferenza. Il fatto che lui voglia fare cose da solo la vedo come una risorsa e una possibilità per suo figlio legato ad un desiderio anche di autonomia (sano).  I bambini quando hanno in mente una cosa, desiderano portarla avanti. Il genitore è importante che in queste situazioni si ponga in maniera protettiva e adeguata a quelli che sono i suoi bisogni, insegnando anche il limite (quindi nell'esempio del cancello dopo diverso tempo che suo figlio stava attaccato è anche legittimo volerlo togliere per portarlo a fare altro). Questo modalità ridondante di suo figlio però la sta ripercuotendo su di lei come mamma molto preoccupata e che la porta a sentirsi inadeguata.

Prenda la possibilità che le sta offrendo la psicologa al nido per valutare la situazione di suo figlio con gli eventuali interventi preventivi e contenitivi e nel caso ci fosse qualcosa che non la fa sentire bene, si prenda cura anche della sua paura e di lei. Avendo anche un'altra bambina questo aspetto non è assolutamente da trascurare.

Ogni bambino ha il proprio carattere e il proprio modo di "funzionare" e i genitori e il contesto che hanno attorno, lo aiutano a plasmarsi e ad avere un contenimento.

Io lavoro da anni nel settore educativo e con i genitori. Mi rendo disponibile e a disposizione per qualsiasi cosa.

Buonasera Erika,

da quello che scrive rispetto a suo figlio, non ritengo i suoi comportamenti causati da uno stile educativo scorretto da parte sua.

Senta cosa ha da dirle la collega lì a scuola e, eventualmente, faccia fare a suo figlio una visita presso l’ASP del suo territorio per una valutazione completa che possa fugarle ogni dubbio.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Cordialmente

 

Dott. Walter Sarcià

Dott. Walter Sarcià

Catania

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Carissima Erika,

ho letto con grande attenzione e pathos la sua email dove ho colto la sua immensa preoccupazione per suo figlio e per gli atteggiamenti che se da una parte lo tranquillizzano dall'altra, se ho compreso bene, crea molta ansia in lei alla quale si aggiungono i pensieri relativi sia al tipo di educazione che sta dando a suo figlio sia alla possibile presenza di una qualche disfunzione. Premetto, che nei bambini molto piccoli è presente quale caratteristica comune del processo di crescita l'abitudine soprattutto nel fare perchè appunto come sottolineava lei è fisiologica e permette ai bambini di rassicurarsi di fronte a richieste o bisogni difficili da affrontare data la tenera età. Dal suo racconto abbastanza dettagliato emergerebbe un livello un pò altro rispetto al "normale" dell'abitudinarietà classica, ma bisogna tener presente che ogni bambino è diverso dagli altri quindi innanzitutto eviterei i confronti con gli altri bambini della stessa età che sono deleterei per i genitori così come per i bambini soprattutto se gli vengono palesati verbalmente... "guardo x come è bravo!", "hai visto y che fa così e tu no!". Ho letto anche che a scuola lei è stata contattata da una psicologa che le ha fissato un colloquio. Bene direi che è un'occasione importantissima soprattutto per lei di confronto con un professionista che si metterà a sua completa disposizione rispetto alle sue preoccupazioni del momento. Quindi le consiglio vivamente di approfittare di questo momento di condivisione senza alcuna inibizione, così da poter pensare a una "soluzione" per suo figlio e per lei. Spero anche che suo marito possa in seguito prendere al balzo l'occasione per comprendere meglio la situazione, che evidentemente al momento rifiuta perchè probabilmente preoccupato, ma incapace al momento di accettare un eventuale rischio. Spero di esserle stata d'aiuto.

Cara Erika, so che è molto in ansia, ma l' unica cosa che si può fare è intanto sentire cosa ha da dirle la psicologa, e se non dovesse essere soddisfatta, può chiedere una valutazione presso un centro di neuropsichiatria infantile. Dagli atteggiamenti che lei descrive sicuramente c'è un problema. Assecondare manie e capricci(se dovesse trattarsi solo di un problema educativo) non è ottimale, noi adulti dobbiamo avere la forza di fare da contenitore delle emozioni e dei comportamenti infantili dei nostri figli, dobbiamo fornire regole, premiare i comportamenti adeguati, ignorando quelli inadeguati e fungere da guida per adattarci a vivere sapendo che il nostro conportamento produce delle conseguenze. Se dovesse emergere una Sindrome specifica come Asperger ,non le dico che sarà facile ma sicuramente ci sono molti professionisti preparati che possono aiutare lei e suo marito a gestire al meglio la cosa, inoltre essendo il bambino molto piccolo penso che con il giusto impegno e i trattamenti più adeguati si possano ottenere dei miglioramenti. In ogni caso colpevolizzarsi non serve a nulla, non si nasce genitori ma lo si diventa con l' esperienza, e tutti noi viviamo per maturare e migliorare grazie alle esperienze nuove che facciamo, anche quando apparentemente negative. Laddove non riusciamo da soli, farsi sostenere e guidare da professionisti esperti non è certo una vergogna, ma un vanto.

Le auguro il meglio

Dott.ssa Simona Coscarella

Gentile Erika, l’ipotesi, da verificare diagnosticamente, di un Disturbo dell’apprendimento è, in base alla Sua esposizione, estremamente probabile, segnatamente un Disturbo di Deficit di Attenzione e Iperattività (secondo la classificazione nosografica del DSM5), di cui indica alcuni sintomi tipici – fermo restando, prima di poter fare diagnosi, un adeguato approfondimento investigativo ed ermeneutico del caso. Una rieducazione psicopedagogica dell’approccio genitoriale potrebbe, per quanto sembra, essere una soluzione valida per ristrutturare e migliorare le capacità interattive e scolastiche del bambino. L’approccio A Distanza (online, ovvero via chat), previo consulto telefonico gratuito, potrebbe in tal senso essere adeguato per individuare ed avviare una prima via di risoluzione. Cordiali saluti.