Come raccontare un trauma dell'infanzia

Gaia

Salve, quando avevo all'incirca dieci anni i miei genitori presero una casa al mare con i miei zii. Un pomeriggio io e mio cugino, più grande di me di qualche anno, eravamo in camera da letto per riposare quando lui afferra la mia mano e la usa per masturbarsi. Fece anche altro, evito di raccontarlo però. Dopo quell'estate e quello episodio io ho incominciato ad avere problemi legati all'ansia, ho incominciato a balbettare e mi rifiutavo di leggere in classe quando la maestra me lo chiedeva. Non ho mai raccontato niente a nessuno, anche perché per un periodo della mia vita avevo rimosso questo ricordo che poi è tornato improvvisamente. Sono fidanzata con il mio migliore amico che conosco da parecchi anni e da altrettanto tempo gli ho sempre detto che c'era una cosa di me che nessuno sapeva. Sono sicura di esserne pronta a parlarne con lui, sento il bisogno di farlo, di dirlo a qualcuno e di lui mi fido ciecamente. Il problema è che non mi sembra mai il momento giusto per dire una cosa del genere e poi ho paura che lui possa trattarmi diversamente dopo aver appreso la notizia, non vorrei essere compiaciuta perché non lo sopporterei. Non potendo chiedere a nessun altro, chiedo a voi se è il caso di parlarne e come impostare il discorso.
Grazie, buona giornata

2 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Gaia. L’unica persona che può stabilire se sia il caso di parlare di un fatto così profondamente privato è soltanto lei. Il supporto di un esperto può sicuramente tuttavia aiutarla a fare i conti con questo evento traumatico che ha vissuto, guidandola anche attraverso i suoi pensieri circa l’intenzione di agire o meno. In ultima istanza, non spetta a nessuno se non a lei decidere se raccontare o no quello che ha passato. Quando arriverà il momento giusto riuscirà a sentirsi a proprio agio, riconoscerà anche le parole adatte per dirlo.
Se dovesse sentire la necessità di un supporto nei termini che le ho esisto poco sopra, mi rendo disponibile anche online, così da avere un confronto più approfondito e adeguato per la sua specifica situazione.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.

Cara Gaia,

Comprendo quanto possa essere difficile e faticoso per lei affrontare questo discorso e gestire le modalità in cui comunicarlo al suo fidanzato, nonché migliore amico.

Soltanto lei può decidere se parlarne, come e con chi.

E' evidente la sua necessità e voglia di aprirsi e parlarne in uno spazio e tempo sicuro. Questo può essere un buon punto di partenza, e può essere molto importante farlo se ritiene che parlarne possa farla sentire meglio e permetterle di vivere quest'esperienza con maggiore serenità.

Se è motivata a parlarne, si fida ciecamente di lui e l'esigenza di aprirsi è molto forte, ma ha bisogno di un supporto esterno per raggiungere questo obiettivo, potrebbe richiedere una consulenza psicologica.

Intraprendere un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a immaginare le modalità e la situazione in cui parlarne, nonché a riflettere sulle sue esigenze, paure e desideri e a riconoscere in lei le risorse funzionali al raggiungimento del suo obiettivo e del suo benessere.

In alternativa, potrebbe intraprendere un percorso di coppia insieme al suo compagno, che potrebbe permettere ad entrambi di confrontarvi all'interno di un contesto sicuro e protetto come lo studio di uno psicologo.

Spero di esserle stata d'aiuto e mi rendo disponibile per un eventuale chiarimento o un'eventuale consulenza.

Le auguro buona serata,

Dott.ssa Marianna Larocca

Psicologa e specializzanda in Psicoterapia Sistemico-Relazionale

Ricevo in provincia di Potenza e Online