L'inserimento nella scuola è un passaggio sempre importante per tutti i bambini e per le loro famiglie. Ci si confronta con un mondo completamente nuovo, che prevede regole diverse, nuovi compagni e nuovi impegni. Se da una parte questo periodo è vissuto con gioia da tutti i membri della famiglia, dall'altra l'inserimento a scuola può risultare estremamente stressante.
L'inserimento nella scuola è un passaggio sempre importante per tutti i bambini e per le loro famiglie. Ci si confronta con un mondo completamente nuovo, che prevede regole diverse, nuovi compagni e nuovi impegni. Se da una parte questo periodo è vissuto con gioia da tutti i membri della famiglia, dall'altra l'inserimento a scuola può risultare estremamente stressante.
Infatti all'interno della classe possono emergere una serie di difficoltà che fino a quel momento erano rimaste nascoste e che ora si presentano mettendo in ansia l'intero nucleo famigliare.
“Hanno detto che mio figlio non rispetta le regole”, “Possono anche sgridarlo tutto il giorno, ma non riesce a stare seduto e a mantenere l'attenzione”, “Mi hanno detto che il suo comportamento non è consono a un bambino della sua età”, “La maestra ha notato difficoltà nella scrittura, nella lettura o nel calcolo”... Situazioni come queste vengono vissute dai genitori come vere e proprie sentenze, sentenze quasi sempre ingiuste ed immotivate, perché la prima cosa che un genitore può pensare è che non può essere, o meglio “Mio figlio non è così a casa”, “Sicuramente il problema è un altro”, etc.
Reazione comprensibile e anche in parte giusta, perché i bambini a casa non sono sottoposti alle stesse prove alle quali sono invece sottoposti a scuola, e può capitare che alcuni comportamenti o alcune difficoltà non vengano notate.
A fronte di tali difficoltà, la scuola chiede spesso l'intervento di uno psicologo per una valutazione di DSA, ad esempio, o di ADHD, o talvolta solo per una consulenza per ciò che riguarda il comportamento o la “svogliatezza” del bambino.
Mi chiamo Daniele Coluzzi e sono uno psicoterapeuta Sistemico Relazionale e mi occupo anche di valutazioni in ambito evolutivo.
Quelle sopra citate sono le frasi che spesso mi riferiscono i genitori inviati dalla scuola per una valutazione sul loro bambino.
Le valutazioni non sono di per sé una sentenza sano/malato, piuttosto hanno lo scopo di approfondire punti di forza e di debolezza del bambino per costruire ad hoc il miglior percorso che possa facilitarlo nell'iter didattico.
Il mio approccio è di tipo sistemico, il che vuol dire che oltre alla normale valutazione, mi concentro sui punti di forza e di debolezza dell'intero sistema famiglia, in modo tale da facilitare a tutti, bambino e genitori, la gestione dell'eventuale difficoltà emersa. A seguito delle valutazioni cerco di interfacciami insieme alla famiglia con i docenti e spiegare loro quale può essere il miglior approccio da utilizzare per il caso.
Naturalmente questo avviene quando dalla valutazione emerge qualcosa: è da sfatare, infatti, il mito secondo cui dalla consulenza debba emergere una problematica.