Ogni emozione forte che provo mi porta ad avere crisi d'ansia

Erika

Buongiorno, sono una ragazza di 24 anni e da un anno a questa parte ogni emozione forte che provo mi porta ad avere crisi d'ansia, dall'appuntamento con un'amica all'andare a un colloquio di lavoro. L'anno scorso per un periodo di 4/5 mesi non riuscivo neanche a uscire di casa, poi l'ho superata. Ieri avevo un colloquio di lavoro a 50 km da casa mia e appena imboccata l'autostrada ho avuto forti palpitazioni, nausee fortissime che stavano portandomi a rigettare mentre guidavo, mi mancava l'aria, tremavo e sudavo; tutto questo solo perchè ero agitata per il colloquio e succede ogni volta. L'unica cosa che mi ha calmata è stato sapere che ogni tot. km c'era un autogrill o ogni pochi metri un'area di sosta. Invece il momento del colloquio e il viaggio del ritorno è stato tutto tranquillo. Quando mi accade non riesco neanche a parlare con altra gente per distrarmi perchè appena ci provo iniziano i conati e la mia mente non riesce a pensare ad altro. Non posso continuare così, ripeto, anche un appuntamento con un'amica mi provoca tutto ciò per non parlare di quando devo affrontare un viaggio per andare in vacanza (in macchina, treno, aereo è indifferente). voglio capire come superarlo perchè oggi ho paura per come reagirò domani quando dovrò andare a fare un altro colloquio. Grazie Mille

14 risposte degli esperti per questa domanda

Credo che per lei sia importante rivolgesi ad uno psicologo-psicoterapeuta, che la aiuti ad identificare meglio le cause di questi episodi, in modo da capirne meglio le ragioni. Cordialmente
Gentile ragazza, sembra che quello che la sbaventi maggiormente è l' andare, piuttosto che il tornare. La invito a riflettere sul significato che può avere per lei tutto ciò. Sarebbero indicati dei colloqui esplorativi, con una psicologoa, per indagare il significato che per lei ha: allontanarsi da casa, ottenere un lavoro, la sua famiglia come reagisce a questo suo disagio, ecc....
Ciao Erika, in base a quello che scrive l’ansia sembra paralizzarla abbastanza, chiudendola in comportamenti che la riportano a casa, cioè in famiglia, dove mi sembra che tutto passi. Ci sarebbe da capire cosa è successo un anno fa, se ci sono stati cambiamenti importanti nella sua vita o intorno a lei. E’ possibile che l’ansia non sia collegata ad un evento in particolare; tuttavia, molto probabilmente è possibile che lei sia preoccupata per qualcosa o qualcuno. Un anno fa quando è stata male da non uscire come si è aiutata? Lei vive con i suoi genitori? Ha fratelli/sorelle? A me colpisce che l’ansia le sale in modo particolare quando ve ad un colloquio di lavoro. Lavorare vuol dire “diventare grandi” quindi “allontanarsi” dalla propria famiglia. Che momento è della sua vita? E’ possibile che ci sia un collegamento, ma questa è solo un’ipotesi da verificare. Le consiglio di rivolgersii ad uno psicoterapeuta per capire cosa sta accadendo, prima che l’ansia paralizzi tutta la sua vita e non le consenta più di vivere. saluti
Gentilissima Erika, dalle sue parole sembrebbe che lei soffra di un disturbo d'ansia con manifestazioni di panico. Qursto tipo di emozione è molto intensa e si accompagna a sintomi fisici che sono il risultato dell'attivazione del sistema neuro-vegetativo (palpitazioni, sudorazione, tremori, nausea etc). Nonostante l'ansia sia un'emozione assolutamente normale a volte può divenire così intensa che ci sembra di perdere il controllo. Questo nel tempo può portare a mettere in pratica alcuni meccanismi difensivi con lo scopo di proteggersi da questa sensazione sgradevole. Il principale è l'evitamento. Si inizia a evitare di esporsi alle situazioni temute e mano a mano ci si chiude sempre più in sé stessi. Per questo motivo è bene imparare a calmarsi. Attenzione peró calmarsi non significa rilassarsi ma apprendere alcune semplici tecniche che permettono di riprendere il controllo velocemente attenuando i sintomi dell'ansia. Il mio consiglio è di rivolgersi ad un professionista qualificato che le permetta in breve tempo di risolvere il suo problema così da riprendere in mano la sua vita e la sua libertà. Disponibile per ulteriori chiarimenti
Buongiorno Erika, l'ansia che la prende è gestibile, si tratta di imparare a farlo e acquisire nuovi strumenti per farlo. Si comprende il malessere legato all'ansia e alle sue implicazioni nella sua vita sociale, relazionale e lavorativa. Un percorso psicologico la potrebbe aiutare a comprendere meglio come è arrivata a stare così male e capire come può imparare a controllare la sua ansia perchè è davvero difficile vivere così. Le auguro di trovare dentro di sè la motivazione per iniziare un percorso terapeutico. A presto
Buon giorno Erika, il tuo sembrerebbe proprio un caso di disturbo da attacco di panico, un disturbo molto diffuso ed invalidante, proprio come hai descritto tu stessa. Ti consiglio vivamente di cercare una psicoterapeuta cognitiva-comportamentale nella tua città. Proprio il trattamento cognitivo-comportamentale è stato dimostrato il più efficace nella cura degli attacchi di panico. un abbraccio
Dott.ssa Monica Palla

Dott.ssa Monica Palla

Pisa

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Gentile utente, i Disturbi d'ansia come il suo solitamente riconoscono dei fattori psicologici inconsci che possono essere legati ad esperienze di vita recenti e/o lontane nel tempo. Il trattamento di tali Disturbi si giova perciò a seconda dei casi sia di Psicoterapie Brevi che usano tecniche volte a superare i sintomi attuali e i meccanismi psicologici che li alimentano, sia di tecniche psicoterapeutiche volte a superare diffcoltà legate ad esperienze di vita molto precoci. In sintesi le consiglio senz'altro una Terapia Breve come ad es la Strategica Breve e, se non dovesse ottenere sufficienti risultati, di integrarla con l'analisi di problematiche relative al periodo evolutivo (infanzia e adolescenza) Cordiali saluti
Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Cara Erika, quello che tu descrivi è sintomo sicuramente di un disturbo molto invalidante, soprattutto sul piano sociale. La tua ansia e i tuoi attacchi di panico potrebbero essere determinati da un eccessivo controllo emotivo, che, laddove viene meno, sfocia in un mare di sensazioni insostenibili. Ma la mia è solo un'ipotesi. Ti consiglio di provare a rivolgerti ad uno psicologo per capire a fondo quale sia la profondità di questo problema, e trovare insieme a lui delle soluzioni che ti aiutino a gestire l'angoscia, per avere uno stile di vita più spontaneo, aperto all'emotività. Credo che tu abbia bisogno di una rieducazione emotiva, in modo che tu possa gestire meglio i tuoi vissuti e vivere più serenamente le tue relazioni sociali. Prenditi cura di te e prova a fare qualcosa, credo ne valga la pena, altrimenti potresti a lungo andare perdere dei legami importanti. In bocca al lupo!
Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Cortese Erika, è il caso d’approfondire attraverso una consultazione psicologico-psicoterapeutica. Queste crisi acute d'angoscia (modernamente chiamate attacchi di panico) hanno in genere motivazioni individuali e soggettive, che si possono comprendere solo approfondendo la situazione personale. Fare questo significa inoltre, fare qualcosa che la possa aiutare a sentirsi un po’ meglio, oltre che permettere di avere più chiarezza su cosa fare per superare questo momento di sofferenza. Qualora decidesse, mi può scrivere al seguente indirizzo mail: cmarangiello@tiscali.it (ricevo a Milano e Vimercate). Cordiali saluti
Dott. Cesare Marangiello

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Monza e della Brianza

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Cara Erika, quante volte ho sentito una storia così, e vorrei non sentire più. La sua ansia che si manifesta in modo così violento e invalidante è come un urlo, una richiesta di soccorso di fronte al mondo. L'anno scorso non è uscita di casa per 4/5 mesi e poi cosa ha fatto? come ne è uscita? Ha chiesto aiuto o no? E' stata fatta una diagnosi? Mi sembra che il suo malessere sia insopportabile, penso che sia arrivato il momento di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta perché queste forme di ansia, come ha sperimentato, tendono a ripetersi e non "passare" da sole. Intanto, però l'aspetto più importante è quello di non evitare, non chiudersi in casa, ma affrontare le difficoltà, cercando di trovare la calma dentro di sé e tutti gli aiuti che possono rendere più semplice il compito: gli autogrill accorciano i "pezzi" di strada da fare. Compiti piccoli sono più semplici da eseguire, possono ridare un po' di fiducia, permettono di capire dove è il problema e quali sono le soluzioni che funzionano, di riconoscere le emozioni che innescano tutto lo tsunami che viene dopo. Respirare profondamente (1volta!) e poi partire a ri-imparare a fare le cose come se fosse la prima volta, piano piano, con attenzione a se stessa e ascoltando cosa il suo corpo le sta comunicando oltre la paura. Questo è importante e utile, ma non basta. Serve qualcuno che sappia guidarla nel labirinto delle sue emozioni. Un grande in bocca al lupo, quello buono! Ah! L'ansia non uccide e soprattutto si può trasformare in benessere. Grazie a lei.
Erica, le tue difficoltà si collocano nei 'Disurbi d'ansia'. In particolare ritengo che la tua ansia sia molto legata al concetto di 'autostima'. E' come se da sola non ti sai valutare a sufficienza ed aspetti dagli altri la valutazione della quale, però, hai una un'enorme 'PAURA'!! Questo tipo di disagio nei giovani della tua età attualmente é molto diffuso e dipende da diversi fattori personali e sociali. I metodi più consoni per affrontare questa problematica solitamente sono 3: 1) psicoterapia; 2) tecniche di rilassamento(training autogeno o yoga); 3) farmaci. In alcuni casi basta procedere con una psicoterapia breve di tipo cognitivo- comportamentale alla quale possono essere affiancate le tecniche di rilassamento. In altri casi necessitano anche i farmaci (anche omeopatici). Ti consiglio di consultare uno psicologo ed insieme decidere il percorso più adatto a te. Auguri ed un cordiale saluto.
Gentile Erika, a volte la mente ci gioca brutti scherzi, sembra che vada per i fatti suoi, e che questo ammutinamento si accentui quando ci sforziamo di farla rientrare in sé. Ciò provoca il disagio di cui parli. Da ciò che dici sembra che proprio non ne vuoi sapere di esporti, “uscire allo scoperto”, infatti tornare a casa ti tranquillizza. Occorrerebbe capire da che cosa nasce tale difficoltà, qual è il pericolo che percepisci nelle varie situazioni di cui parli, per individuare soluzioni adeguate. Oltre e parallelamente a questa analisi del problema, possono essere utili le tecniche di rilassamento e di visualizzazione. Sicuramente le tue difficoltà sono superabili, ma credo opportuno il supporto di un esperto. Se vuoi sono disponibile ad incontrarti per un primo colloquio (gratuito) nel mio Studio a Cardano al Campo. Cordialmente,
Gentile Erika, lei ha a che fare con attacchi di panico. Non sono sintomo di una malattia, ma di un buon funzionamento del sistema d’allarme della sua psiche. Compaiono in momenti particolari della vita quando le azioni e i comportamenti messi in atto non corrispondono ai nostri più profondi bisogni e desideri. Il corpo così, attraverso una serie di sintomi specifici ( senso di soffocamento, tachicardia,vomito e nausea) ci avverte che non stiamo dando loro la giusta attenzione e ascolto. E’ come quando, durante la guida, si accende una spia sul cruscotto dell’auto per avvisarci che c’è qualcosa che non funziona come dovrebbe. Se non dessimo la giusta attenzione a questo segnale, potremmo trovarci presto in avaria. Allo stesso modo ritengo che per lei sia importante, con l’aiuto di uno specialista psicoterapeuta, portare la sua attenzione su quanto il suo “sistema d’allarme” (gli attacchi di panico) le sta segnalando, per poter dare voce al suo disagio e ritrovare il suo equilibrio. Auguri
Salve, la situazione che descrive denota un forte stato di ansia. Generalmente questo tipo di manifestazione è molto angosciante per chi la subisce: l'ansia cresce e si auto-alimenta. E' come se si instaurasse un circolo vizioso. Le faccio un esempio per renderle più chiaro il concetto. Consideriamo una situazione che può provocare ansia come, nel suo caso, un viaggio anche breve. L'ansia si manifesta e innesca una serie di manifestazioni fisiche come tremore, nausea, giramento di testa, sudorazione, palpitazione ecc.. I sintomi vengono interpretati in modo catastrofico: es. sto per svenire, potrei morire, non controllo ciò che mi succede. Questo tipo di interpretazione genera un conseguente aumento dell'ansia e quindi anche dei sintomi ad essa associati. E' una situazione molto spiacevole ma che può essere affrontata. Il lavoro che può fare con l'ausilio di uno psicoterapeuta è quello di spezzare il circolo vizioso che genera e mantiene la situazione angosciosa lavorando sulle strategie di fronteggiamento dell'ansia e il cambiamento delle interpretazioni catastrofiche. L'APA (America Psychological Association) consiglia un approccio cognitivo-comportamentale per questo tipo di problematiche. La invito a visitare queste pagine in cui troverà maggiori informazioni rispetto a ciò che le succede: http://psicologovarese.wordpress.com/category/disturbi-dansia/attacco-di-panico-disturbi-dansia-2/ http://psicologovarese.wordpress.com/la-terapia-cognitivo-comportamentale/psicoterapia-dei-disturbi-dansia/ http://psicologovarese.wordpress.com/efficacia-dei-trattamenti-apa/ A presto