Come reagire avendo un genitore ammalato

Stefania

Gentilissimi dottori, da quasi 8 anni vivo con mia madre ammalata di cui mi occupo soltanto io pur avendo una sorella che con il pretesto di vivere a Roma, io sono a Palermo, non è stata mai presente. Io non ce la faccio più, mi chiedo se non sarebbe meglio non esserci più, poi però penso che la mia vita non può finire così.
Cosa posso fare? Mi sento troppo male

8 risposte degli esperti per questa domanda

Ciao Stefania, spesso, nell'ambiente ci si chiede chi se prende cura del cargiver ( cioè di colui che assiste un ammalato). E' faticosissimo, sopratutto quando l'ammalato è un familiare, in questo caso una madre; subentrano sensi di colpa devastanti. Bisognerebbe però, ad un certo punto, per tutelare una salute fisica e mentale chiedere aiuto.

Hai possibilità di alternarti con altre persone nell'aiutare tua madre? Ci sono parenti,amici, rivolgiti ad un patronato ( molti gestiscono un servizio colf al loro interno, con prezzi accessibili).

Non so se lavori, se hai una persona accanto. Dedicati del tempo e non sentirti in colpa.

 

Dott.ssa Luigia Cannone

Dott.ssa Luigia Cannone

Rimini

La Dott.ssa Luigia Cannone offre supporto psicologico anche online

Cara Stefania,

ci si può prendere cura degli altri senza rinunciare a se stessi e ad i propri bisogni. Anzi, si deve, per poter stare bene con se stessi e quindi con gli altri.

E' facile a dirsi, lo capisco, ma a volte occorre un piccolo atto di forza per riportare equilibrio nella propria vita. Concordare nuove regole, ad es. pretendere collaborazioni diverse dalla sorella, anche se lontana.

Magari ci sono anche questioni economiche, ma il vero vincolo ed impedimento è qualcosa dentro di lei che non le consente di dire "adesso basta!" che non vuol dire non occuparsi più del proprio genitore malato, ma è piuttosto un "adesso basta così", un così che le costa in termini di libertà, di realizzazioni di sogni e di sè.

Cosa la fa sentire tanto in debito con gli altri da mettersi al secondo posto?

Da chi aspetta il "permesso"?

Un percorso psicologico sicuramente potrebbe aiutarla.

Mi contatti se vuole.

Auguri

Carissima Stefania,

immagino sia doloroso vedere un genitore ammalato che invecchia. Non sono più loro a prendersi cura di te, ma tu di loro. Nella tua descrizione non è chiaro il tipo di malattia di cui soffre tua madre, ma si presuppone che abbia bisogno di assistenza. Se riconosci di non riuscire più a farcela perché le tue forze sono venute meno cerca di parlare chiaramente con tua sorella ed insieme potete prendere delle decisioni concrete o dandovi dei turni o trovando delle figure specialiste che possono occuparsi di lei.

Cordiali saluti 

 

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

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Gentile Signora, rispondo alla sua richiesta di aiuto, premettendo che mancano alcune informazioni fondamentali nella sua domanda.

Lei comunica che sono 8 anni che si occupa della sua mamma ammalata, ma sarebbe importante capire se sua madre possiede un minimo di autonomia ( mangia da sola, si veste, può uscire di casa o viceversa è dipendente da un altro in ogni aspetto della vita, è allettata…). Inoltre non ci dice se le sue funzioni cognitive sono nella norma o piuttosto in fase degenerativa.

Aldilà di queste premesse, traspare dalle sue parole la stanchezza nel sostenere da sola la malattia di sua madre. E` del tutto legittimo e normale il suo stato d’animo, che non trova conforto e condivisione nel tessuto familiare, prima risorsa da attivare nei casi come il suo. La distanza geografica che separa lei da sua sorella certamente non aiuta e facilita la gestione dell’accudimento materno, fermo restando la possibilità di chiedere almeno periodicamente ( nei mesi estivi, vacanze invernali, festività pasquali) la presenza di sua sorella, anche solo per qualche giorno , in modo da consentire a lei la possibilità di staccare la spina e trascorrere dei giorni di riposo e rigenerazione di mente e corpo, magari andando da un’amica o permettendosi una breve vacanza. Questa prima soluzione la aiuterebbe ad alleggerire il peso che sta portando da tanti anni!

La seconda proposta e considerazione che le offro riguarda invece la gestione quotidiana della mamma:

Le chiedo se ha mai preso in analisi l’opportunità di farsi aiutare da una persona esterna, che sia un’infermiera, una signora che semplicemente faccia compagnia a sua madre, o comunque qualcuno di fiducia a cui affidare almeno per una parte della giornata, il delicato compito di assistere la mamma. Nel caso dovesse avere delle difficoltà economiche nell’affrontare la spesa, lei avrebbe tutto il diritto di chiedere a sua sorella di contribuire almeno in parte all’aspetto economico, dato che non partecipa in altro modo. In ogni caso esistono anche associazioni di volontari che si occupano delle persone malate e anziane, provi a cercarle nella sua città ed attivi soprattutto un passaparola di richiesta di aiuto e sostegno nella sua faticosa situazione. Sono certa che troverà le risposte giuste ed adeguate ai suoi bisogni!

La saluto cordialmente augurandomi di esserle stata d’aiuto in qualche modo!

 

Dott.ssa Antonietta Sajeva

Dott.ssa Antonietta Sajeva

Rimini

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Gentile utente,

dalle sue poche parole si coglie la grande fatica che avverte nella sua vita attuale. Ha ragione di sperare in un futuro migliore… la situazione non sarà sempre uguale e la vita potrebbe riservarle delle novità che per adesso non vede.

Cerchi aiuto per riuscire ad avere qualche spazio di relax. Se sua mamma è malata e richiede assistenza, probabilmente ha diritto all’invalidità. Provi a chiedere al suo medico di famiglia.
Ci sono, inoltre, servizi di psicologia territoriali che possono offrirle supporto psicologico.

Le auguro di ritrovare la speranza e riuscire a coltivarla giorno per giorno

Cara Stefania, non ci si può prendere cura di qualcuno se prima non ci si prende cura di se’. Da quello che scrivi emerge un basso stato vitale che accanto a una persona sofferente non può che creare un circolo vizioso di dolore e tristezza. Se decidi con coraggio di iniziare a guardare alle tue zone d’ombra per illuminarle io ci sono. E a quel punto qualsiasi freddo inverno potrà trasformarsi in una calda primavera. Un caro saluto

Ciao Stefania, mi dispiace molto per la tua situazione e non credo ti consoli sapere che queste situazioni purtroppo stanno diventando comuni a molte persone. Mi sembra che dalle sue poche righe traspaia un malessere profondo che va affrontato con ogni mezzo possibile. Si ricordi che il "caregiver" (colui/colei che si prende cura) subisce un profondo stress quotidiano che poi dopo 8 anni diventa parte della quotidianità e quindi cronico. Le consiglio di cercare un modo per ritagliarsi qualche spazio anche parlando con sua sorella, cerchi aiuto nella sua città in qualche gruppo di ascolto o si rechi da uno psicologo che la sostenga (ne parli con il suo medico curante: saprà dova indirizzarla). Si faccia aiutare se può da una terza persona. Cerchi di pensare anche un po' a se stessa. Se lo merita mi creda. 

P.S. Mi riscriva qua se crede e mi faccia sapere come sta

Un abbraccio forte

 

Gentile utente,

Il peso che porta sulla spalle è di certo gravoso. Altrettanto gravosa la solitudine in cui versa. Dalle sue parole sembrerebbe che la sua vita sia tutta spesa nella cura di sua madre. Ad ogni modo, se sente di non farcela più e comincia a fare "cattivi" pensieri forse è il caso di chiedere aiuto. Un sostegno psicologico può aiutarla a gestire al meglio questa difficile situazione e a non dimenticare di vivere la propria vita. Spero di essere stata di aiuto. Cordiali saluti