Ho subito un' IVG che purtroppo era inevitabile

Sara

Buongiorno. Sto passando un periodo davvero difficile. Ho subito un'IVG che purtroppo era inevitabile. Da quel momento i rapporti con i miei genitori si sono quasi del tutto deteriorati. Hanno allontanato il mio fidanzato (13 anni di fidanzamento, quindi non proprio uno sconosciuto!) da casa proprio nel momento in cui avevo più bisogno di lui. Ci vediamo ogni sera fuori e ogni sera sono pianti e disperazioni. Lo hanno allontanato dicendo che non era stato abbastanza serio nel starmi vicino nelle varie pratiche per eseguire l'ivg, quando in realtà è mancato solo alla preospedalizzazione sotto mia richiesta. non volevo che venisse ma i miei genitori hanno comunque attribuito a lui la colpa surclassando totalmente la mia opinione. Io nella discussione scaturita dopo ho scelto lui perchè lui sta male quanto me per il gesto che abbiamo dovuto compiere per problemi economici, e non è stato capito. Lo hanno considerato di famiglia finchè si è trattato di screditarlo e non quanto più avevamo bisogno di un appoggio. Io da più di un mese ho sbalzi d'umore continui, crisi di pianto, mancanza d'aria, mi addormento la sera con un filo di fiato e mi sveglio diverse ore prima del dovuto praticamente in apnea e con la tachiardia. Non ho molto appetito. mangio solo lo stretto necessario. Quando sono o rientro in casa non mi sento a casa mia, mi sento fuori posto. Verso sera sento un peso al petto e respiro a fatica. Di fisico ho dissenteria da più di un mese e mal di testa lancinanti. Io non so se tutto questo può essere sintomo di depressione, ma mi sento in gabbia. Mi sono scordata di aggiungere che sono studentessa universitaria e nonostante provi a concentrarmi non riesco a memorizzare e fare attenzione e niente. In più fatico a prendere decisioni. Sono sempre stata una ragazza forte che reagiva ad ogni cosa, voglio farlo anche questa volta perchè fortunatamente, rispetto ad altri, sono riuscita a capire di avere un problema. Non voglio ancora parlane con i miei genitori, almeno non fino a che non sarò certa di cosa ho. Non voglio la loro “pena“ perchè in parte è causa loro se sono qui a scrivere. Sapete aiutarmi? Sara

9 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Sara,

io chiamerei quanto tu stai attraversando "elaborazione del lutto", anche se un pò complicato e doloroso  perchè sembra ti manchino supporti adeguati. L'evento interruzione di gravidanza è un evento doloroso, il cui buona parte del dolore è rimosso e non manca di creare, inconsciamente, riflessi non facilmente decifrabili. Il più importante è il senso di colpa che, evidentemente ha colpito pesantemente i tuoi genitori, che, con un meccanismo di difesa classico, che possiamo chiamare alienazione della colpa, spostano sul tuo fidanzato quelle che loro, suppongo sentono come responsabilità ( di non averti aiutato nonostante le difficoltà economiche, di non avervi convinti a continuare la gravidanza? non so come è andata, ma il senso dovrebbe esser questo). Ovviamente tu sei il vaso di coccio, che non solo non ha avuto un sostegno a quello che, FORSE, poteva essere un desiderio profondo, ovvero continuare la gravidanza, ma pure vieni attaccata sul tuo compagno. Anche la tua coppia probabilmente accusa sensi di colpa consci e inconsci,  per aver scelto questa strada, per cui da questa situazione complessa  ne scaturisce  un corto circuito, che se non disinnescato potrebbe risultare molto pericoloso. Ecco, quello che posso suggerire , pur senza essere a conoscenza di tutto, è, anzitutto,  di comprendere la reazione dei tuoi che è animata da un profondo senso di colpa e dal dolore, che non riescono a elaborare poi, sopratutto, elaborare il tuo lutto, magari con qualche aiuto, per ridare linfa al tuo progetto di VITA. Ci terrei a sapere se ti ritrovi o meno  in questa mia analisi e darmene qualche riscontro, grazie

Buonasera Sara,

molte volte nella vita ci capitano cose che sfuggono totalmente alla nostra capacità o modello di poter controllare le cose. Questo molte volte ci mette in crisi, ci crea difficoltà nel ripartire con certi schemi comportamentali che fino a quel momento ci avevano dato sostegno. Ciò che ha vissuto ha ovviamente destabilizzato le sue intime certezze, molte domande continuano a rincorrersi nella sua testa e molte sensazioni non troppo positive si fanno largo nel suo stato d'animo. E' il momento in cui quello che succede può accendere la scintilla di un cambiamento di prospettiva. L'etimologia della parola crisi significa proprio questo: cambiamento.

Se vuole del tutto gratuitamente vorrei invitarla al mio studio per un caffè al fine di conoscerci e di meglio capire quali possono essere le varie strategia per una sua veloce ripresa...

Saluti.

Gentile Sara,

quello che stai vivendo in questo momento mi strasmette molta sofferenza, angoscia e abbattimento, così come una buona dose di rabbia. E' bellissimo vedere che una ragazza così giovane e che sta attraversando un momento di crisi, scelga di chiedere aiuto, di attraversare a piedi la melma che si trova lungo la strada con una guida accanto. Ti consiglio vivamente di rivolgerti il prima possibile a un professionista. Mi colpisce molto, a livello emotivo, la tua storia, quindi se vorrai il mio aiuto puoi tranquillamente contattarmi.

Saluti

Dovrebbe parlare col suo medico di fiducia intanto per valutare la situazione clinico post ivg. In un consultorio potrà trovare sia il medico che lo psicologo per fare una diagnosi. In ogni caso parlare con i suoi da adulta è un passo fondamentale per far capire loro i suoi vissuti ma anche per ridefinire le rispettive posizioni e darle la forza di staccarsi. Se il suo fidanzato è quello giusto, la sosterrà. Auguri.

Buongiorno Sara,

il malessere fisico e psicologico che sta vivendo è del tutto comprensibile e ovviamente connesso alla situazione che sta vivendo.

Probabilmente alcune problematiche relazionali con la sua famiglia erano già preesistenti e la situazione è stata causa scatenante perchè si manifestasse.

Credo che potrebbe esserle di aiuto avere qualche colloquio con un terapeuta, avere così un tempo e uno spazio per se stessa, per elaborare il lutto dell'IVG e per mettere a fuoco la reazione dei suoi genitori e di conseguenze il vostro rapporto e cosa vuole lei ora.

Il percorso con uno specialista può aiutarla in tutto questo e consentirle di recuperare la serenità e l'equilibrio che in questo momento sono venuti meno.

Cordiali saluti

Dott.ssa Ilaria Di Nasso

Dott.ssa Ilaria Di Nasso

Pisa

La Dott.ssa Ilaria Di Nasso offre supporto psicologico anche online

Cara Sara,

innanzitutto ci tengo ad esprimerle la mia vicinanza per la vicenda che ha vissuto. Immagino che non sia stato facile.

Mi sembra di capire che buona parte delle sue difficoltà attuali siano legate ai rapporti con la sua famiglia ed alle ripercussioni che hanno sulla sua relazione sentimentale. Anche quanto le è accaduto in merito all'intervento subito immagino che l'abbia toccata profondamente, forse non è stata una decisione facile da prendere.

Per quanto riguarda la sintomatologia che ha descritto nel suo messaggio verrebbe da pensare ad un possibile legame più con l'ansia che con la depressione. Certamente non è possibile fare una diagnosi, o darle suggerimenti in merito, basandosi su così poche informazioni poiché risulterebbe riduttivo e poco comprensivo della Sua persona nella propria interezza.

Se lo riterrà opportuno, le suggerirei di confrontarsi con uno psicologo di persona e poi magari decidere il da farsi.

Sperando di aver risposto alla sua domanda, per quanto mi era possibile

Un Cordiale saluto

Cara Sara,

purtroppo le ivg difficilmente non lasciano segni, è un evento traumatico, qualsiasi siano i motivi che portano a tale decisione. Il suo stato, inoltre, mi sembra aggravato dal sentire comprensione da parte dei suoi genitori.

Le posso solo consigliare di cercare un aiuto psicoterapeutico, in modo da superare questo momento. Purtroppo non conosco nessuno a Pistoia da consigliarle, se vuole, le posso offrire un colloquio gratuito per parlarne.

In bocca al lupo e mi contatti, se lo riterrà opportuno.

Buongiorno Sara,

io credo che quello che lei attualmente sta passando non sia definibile come una vera e propria depressione ma come quello che noi psicologi definiamo Disturbo  Post-traumatico da Stress. Mi spiego, la sintomatologia è molto simile a quella depressiva ma avviene in concomitanza ad eventi particolarmente stressanti o che richiedono un investimento energetico importante. 

Quello che lei ha vissuto in questo periodo è stato molto stressante. Dall'intervento, all'allontanamento da parte dei suoi del suo fidanzato che contrariamente a quello che dicono, sembra che le sia stato comunque vicino (e che ci voglia stare).Tutto questo comporta un affaticamento di cui bisogna tenere conto. Oltre questo è avvenuto un intervento importante che richiede una fase di elaborazione poichè rappresenta un punto dolente per la donna e per il sistema che ha attorno. 

La fatica che ha nel fare delle scelte attualmente potrebbe essere legata a questa condizione di stress. Parlarne con i suoi genitori, visto che sembrano comunque decisi a fare delle considerazioni, in effetti non l'aiuta. Quello che posso dirle è di parlarne con qualche psicologo che possa aiutarla a fare ordine e che sia disposto ad ascoltarla affinchè possa ricominciare a fare delle scelte più consone al suo bisogno attuale.

Resto a disposizione

Gentile Sara,, 

da quello che scrivi sicuramente tutti questi disagi sono generati da un conflitto che hai : tra te ed i tuoi genitori, forse hai dei sensi di colpa poi abiti ancora con loro ma vorresti abitare da sola o col tuo ragazzo, vorresti che i tuoi accettassero il tuo boy ma loro purtroppo gli danno una colpa, vorresti avere un ambiente dove ti senti più accettata e compresa ma adesso senti i tuoi genitori avversi anche se solo in parte.

Tutto questo genera in te questi disturbi: inappetenza, non ti senti a tuo agio a casa tua, respiri a fatica, disattenzione, sono sicuro che non centri nulla con la depressione, ma è giusto che tu risolva questi conflitti interiori, come puoi fare?

Cambiando la percezione di quello che è accaduto e dell'esperienza che stai vivendo.

Prova Sara a vedere le cose da un altro punto di vista facendoti alcune semplici domande:

- come puoi vedere le cose da un altro punto di vista?

- di cosa hai bisogno per tornare a stare tranquilla?

- cosa c'è di positivo in questo che è avvenuto?

Ricordati che se per il momento non puoi cambiare l'ambiente esterno ( ad esempio trovandoti un'altra casa dove andare a vivere col tuo ragazzo, cercando un lavoro per essere autosufficiente economicamente ) puoi cambiare però la percezione di quello che è accaduto, guarda le cose da un altra ottica, da un altro punto di vista, ecco alcuni esempi:

- questa esperienza ti ha fatto vedere un altro lato dei tuoi genitori

- questo fatto è una nuova sfida che ti pone dinanzi ad un nuovo avvenimento per diventare più forte di prima 

- se immagini te stessa da qui a 1 anno, 3 anni o più in un nuovo ambiente ed in una nuova situazione completamente diversa, pensando ad oggi sicuramente riderai delle tue preoccupazioni, allora perchè non cominci a riderne adesso?

Oltre a tutto questo se non ti senti a tuo agio, finchè giorno dopo giorno cambi la tua visione delle cose, comincia a stare poco tempo a casa, cerca di ristabilire un buon contatto coi tuoi, stai più tempo con persone a te care che ti danno la carica e ti fanno stare bene.Concentrati su questi semplici ma potenti consigli che ti ho dato e poi vedrai i risultati positivi