La vita che è sempre vissuta nel dolore

Melissa

Sono una ragazza di 21 anni e fin dall'infanzia ho avuto una vita difficile.

Ho avuto dei genitori che avevano problemi tra di loro e questi venivano riversati su di me; i miei genitori bevevano tanto e litigavano sempre e assistevo a quelle scene e avevo costantemente paura di loro. Non ho ricevuto affetto da parte loro, erano incapaci di amarmi. Sono genitori molto severi e rigidi e dovevo sempre trattenere e reprimere le mie emozioni perché se ad esempio mi vedevano piangere iniziavano a sgridarmi e a urlare contro di me.

Ricordo che quando mia sorella era nata mi ero ripromessa di non farle vivere tutte le situazioni a cui avevo assistito e ho fatto del mio meglio per darle tutto il mio affetto e cercarle di far vivere una vita normale. Sono stata per lei un genitore che l'aiutava quando aveva bisogno e le sono stata sempre vicino e così sono cresciuta, prendendomi cura di lei.

Purtroppo, oltre alla situazione disastrosa che avevo a casa, anche a scuola non andava bene; ero sempre sola, sempre triste, bullizata e presa in giro e questo è continuato fino al liceo.

Da quando avevo circa 15 anni ho pensieri suicidi e sono caduta in una grave depressione nascondendo tutto ai miei genitori e ho sempre finto di vivere una vita apparentemente normale e di far vedere che stavo bene quando in realtà non era così.
Tutto questo è andato avanti fino al 2018 quando ho tentato il suicidio perché non riuscivo più a vivere ed ero stanca di soffrire e stare male.

Ho fatto un anno di terapia e quando ho smesso di mia spontanea volontà stavo abbastanza bene, la mia psichiatra, parlando con mia madre, aveva capito che non potevo più vivere con lei e che dovevo andare via di casa.

Sono caduta in una profonda depressione in questi mesi e grazie ad alcuni amici ora sto meglio e vorrei riprendere la terapia, ma ormai non riesco più a vivere in casa. Mia madre non mi vuole in casa e molte volte quando le capita qualcosa se la prende con me arrivando a insultarmi e questo mi rende depressa e ho spesso pensieri suicidi solamente quando sono in casa, mentre quando esco mi sento bene, il problema è la convivenza con mia madre.

Una parte di me mi dice di andarmene via di casa per iniziare a vivere una nuova vita ma dall'altro lato mi attanaglia il pensiero del suicidio che si fa sempre più forte e concreto.

Non riesco a dare un senso alla mia vita, alla fine ho sempre sofferto e stata male, ho vissuto situazioni difficili e dentro di me c'è solo confusione. Vorrei vivere ma anche morire. Non so che fare.

5 risposte degli esperti per questa domanda

Salve, mi dispiace profondamente per tutto ciò che ha dovuto affrontare nella vita.

A volte ci troviamo ad affrontare situazione drammatiche, spiacevoli, ma senza avere gli "strumenti" giusti e questo, chiaramente, lascia un segno nella psiche.

Personalmente le faccio i complimenti per aver cercato di proteggere sua sorella, ma per proteggere qualcun altro bisogna innanzitutto prendersi cura di sé stessi.

La depressione è difficile da affrontare, ma non impossibile da superare e credo che lei riuscirà a stare meglio.

I pensieri suicidi aggravano la situazione, ma in lei vedo qualcosa di buono, di positivo e bisognerebbe lavorare su questi aspetti.

La pulsione di vita e di morte è presente in ogni persona di questo mondo, chiaramente se la seconda prende il sopravvento è un problema.

Le consiglio vivamente di confrontarsi con un professionista, è ancora molto giovane, il futuro è davanti a lei.

Per qualsiasi chiarimento io sono qui.

Buona giornata.

Dott. Fiori

 

Dott. Valeriano Fiori

Dott. Valeriano Fiori

Roma

Il Dott. Valeriano Fiori offre supporto psicologico anche online

Buon pomeriggio,

parto dal Suo senso di confusione che credo sia naturale data la situazione che ha vissuto e la consapevolezza che ha acquisito nonostante la Sua giovanissima età. Purtroppo ha avuto delle esperienze che l'hanno probabilmente fatta crescere in fretta e ora, che ha 21 anni, e sente anche per percorso naturale di vita la spinta ad andare arriva questo senso di vuoto e smarrimento. Vedo che ha degli amici dai quali però si sente supportata e spalleggiata e questa è una grande risorsa. Sente inoltre, oltre la spinta ad andare da casa, che non so se anche economicamente si può permettere o meno, a voler intraprendere di nuovo una terapia. Se può lo faccia, anche magari ricontattando la dottoressa con la quale ha già fatto il Suo precedente percorso, e magari anche insieme a lei poter riuscire in questo Suo desiderio. 

Le auguro una buona giornata e un buon percorso

Resto a disposizione per qualsiasi cosa

Dottoressa Rita Petrolini

Dott.ssa Rita Petrolini

Dott.ssa Rita Petrolini

L'Aquila

La Dott.ssa Rita Petrolini offre supporto psicologico anche online

Gentile utente, capisco la sua sofferenza, la sua vita è stata davvero difficile, ma il fatto che sia qui a chiedere aiuto mostra quante risorse lei abbia a disposizione!
Riuscire a superare tutti i vissuti legati alla sua storia non è semplice da fare da soli. Per questo le consiglio di affidarsi ad uno specialista.
Il primo passo potrebbe essere quello di piano piano provare a riprendere in mano la sua vita. Delle volte, anche se riconosciamo la nocività di alcuni contesti o alcune relazioni, tendiamo a rimanere lì perchè il cambiamento un po' ci spaventa. Non sappiamo come potranno andare le cose o cosa potrà accadere e questo non conoscere spesso fa paura. Ma con tutte le cose che ha affrontato credo che abbia tutte le capacità per riuscire ad affrontare qualsiasi cambiamento che possa aiutarla nel tempo a stare meglio!

Il suo racconto mi ha fatto pensare che nella sua storia personale ci siano una serie di vissuti negativi che si sono potuti configurare come eventi traumatici e che sono rimasti lì come delle cicatrici che influiscono sul suo benessere. A tal proposito potrebbe esserle d'aiuto provare con una terapia EMDR.

Un sincero augurio,

Dott.ssa Ilaria Barbetti

Cara Melissa,

la sua lettera è un appello forte e concreto. Il disagio è tangibile, ma, sotto alla confusione che la frastorna, sono certa che che ci sia un "sì" alla vita. Significa che il suo disagio ha una direzione evolutiva. Però, non basta che lo veda io... deve prenderne coscienza anche lei e dovrebbe farsi aiutare per questo, perchè adesso non ce la fa da sola.

Riguardo ad andarsene di casa, se la sentirebbe davvero?

Anche se la sua vita finora è stata intensa, e questo le ha dato un bagaglio di esperienze, queste, purtroppo, sono state per lo più sfavorevoli e traumatiche.

Le suggerisco di riprendere il percorso di psicoterapia con la sua prima terapeuta (se vuole) e, magari, fare un'integrazione con un/a terapeuta formato/a in EMDR (una tecnica che accelera l'elaborazione dei traumi e che la può aiutare a rinforzare le sue risorse interne).

In quanto alle risorse esterne, anche quelle, sono fondamentali (mi riferisco ai suoi amici) quindi cerchi di mantenerle.

Con sua sorella ha un buon rapporto adesso? Spero che il vostro legame sia ancora affettivo.

Intanto, provi a trovare un suo canale creativo in cui riversare le intense energie emozionali che vive (ad esempio scrivere, disegnare, cantare...): le può servire per alleggerirsi e fare un po' di chiarezza in sé. Oppure, se ama leggere, legga delle biografie di persone che hanno cambiato il proprio destino... sono ispirazioni importanti e rafforzano il senso di identità e la fiducia che si ripone nella vita.

Se ha necessità mi può scrivere quando vuole.

Le auguro tanta forza.

Un saluto cordiale,

Dott.ssa Verusca Giuntini

 

Gentile Melissa, posso dirle che l'opportunità di uscire da questo lungo malessere c'è. E facendo un periodo di terapia psicologica effettivamente è stata meglio. Lei ha anche compreso una cosa importante,.e cioè che la convivenza con sua madre è deleteria per il suo equilibrio mentale. Purtroppo suo madre proietta su di lei delle parti, cioè dei pensieri molto negativi, che lei fa suoi pur non volendo, e finisce per deprimersi (con tutti i derivanti pensieri anche suicidari). Sarebbe un passo fondamentale potersi separare da sua madre, pur mantenendo l'affetto, sarebbe una conquista nelle sue autonomie. Si dovrebbe chiedere che cosa la trattiene ancora a vivere con lei? Ci pensi. Forse il pensiero di seguire ancora sua sorella più piccola? Puo' nel caso trovare altre soluzioni su questo. Se ne sentisse l'esigenza può riprendere gli incontri di psicoterapia, per aiutarsi meglio in queste scelte. Un grosso in bocca al lupo!

Dr. Cameriero Vittorio