È mai possibile essere stanchi della vita a 21 anni?

Merita

Salve spero che qualcuno mi risponda, ne ho davvero bisogno. Ho 21 anni e la mia vita fin ora non mi ha dato niente di positivo. Sin da bambina ho sempre pensato che nessuno mi volesse bene, soprattutto i miei genitori, perché non lo dimostravano mai. Per questo forse sono cresciuta e ho acquisito un carattere molto affettuoso con chi volevo bene. Detto questo, il dramma della mia vita l'inizio di un terrificante tunnel che si fa sempre più buio ebbe inizio nel 2014, quando mia madre ha abbandonato me, i miei fratelli e mio padre per un altro uomo che tutti noi conoscevamo.

In quel periodo fu molto difficile affrontare la cosa, però ce la feci sostituendo il dolore con la rabbia, la rabbia più grande fu quella di vedere mio padre spegnersi ogni giorno di più... non poteva sopportare tale dolore, quel dolore e quella disperazione lo hanno portato a fare un gesto impensabile tanto che nel 2015 ha deciso di suicidarsi.

Questo mi ha cambiata fortemente, sono diventata più straffotente, c'è chi dice egoista, apatica, stronza. Stavo iniziando a non dare peso a ciò che facevo, avevo urgente bisogno di cambiare aria, fin quando non mi è arrivata una proposta di lavoro che in quel momento era perfetta, perché mi sarei allontanata da tutti per 3 mesi e quindi ho accettato. Arrivata li non avrei mai immaginato di incontrare un ragazzo bello ed intelligente, 10 anni più grande, e per assurdo mi innamoro perdutamente, tanto vero che poi finita la stagione continuiamo a sentirci e vederci, anche se vederci era difficile, visto che vivevamo in due regioni diverse e non vicine. Dopo un anno di relazione ci sposiamo e ne siamo felici, tutto cambia quando per delle situazioni non riuscite siamo costretti ad andare a vivere dalla madre.

All'inizio era una situazione tranquilla e andavo molto d'accordo con mia suocera, ma col passare del tempo la situazione ha cominciato a pesarmi, non ero nella mia città, non conoscevo nessuno, non mi potevo spostare in autonomia, perché non c'erano mezzi pubblici, più passavano i giorni e più mi sentivo opressa. Però almeno ero con mio marito non volevo stargli lontana, quindi mi sono fatta andare bene questa cosa.

Ma poi sono iniziate le prime tensioni con la sua famiglia, le discussioni e il nostro rapporto è cambiato, non mi capiva più, mi faceva sempre arrabbiare, faceva cose pur sapendo che a me davano fastidio, certo trovavamo sempre il modo di fare pace però ho conosciuto dei lati del suo carattere molto particolari e difficilmente gestibili. In tutto questo io stavo tutto il giorno a casa tutti i giorni, sempre le stesse cose, uscivo solo quando lui aveva il giorno di riposo al lavoro, e ho iniziato a sentirmi stanca e vuota perché so che ho annullato la mia vita per stare qui e quando provavo a spiegarglielo lui non riusciva a comprendere il mio malessere. Più passava il tempo è più mi sentivo un nulla, incompresa e disperatamente sola. Come se non bastasse scopro di essere incinta, questa cosa mi sciocca, io non lo voglio un bambino, non sono pronta, non lo voglio, e lui lo sapeva....
Questa situazione mi ha tolto ogni gioia di andare avanti, sono spenta non mi riconosco più, non sorrido più e tutt' ora non so cosa fare.. se abortire o no; non faccio altro che piangere, non so con chi parlare e più che mai mi sento sola, priva di pensare a qualsiasi cosa positiva e con tanta voglia di scomparire... morire... non volerla più questa vita e chiedermi cosa abbia fatto per meritarla così... mi sento pazza e depressa...

1 risposta degli esperti per questa domanda

Certo che è possibile essere stanchi della vita a 21 anni!
Non sono altrettanto d'accordo con lei quando dice che “la mia vita fin ora non mi ha dato niente di positivo” Capisco tuttavia che che in mezzo a così tanta tragedia è difficile scorgere quanto di buono c'è stato ed a maggior ragione quanto ce ne potrà essere in futuro. A starci dentro, in questa tragedia, le cose positive non si vedono più, sommerse come sono da mille emozioni negative, dolore, rabbia, paura...dal continuo sforzo di restare a galla e lottare ogni giorno si finisce con l'essere sfiniti, senza forze e senza speranza!
La prima cosa positiva che dall'esterno mi sembra di scorgere è la sua forza! Le risorse che evidentemente ha e che le hanno permesso, nonostante tutto, di andare avanti. Strafottente? Egoista? Apatica? Non importa se sia stata veramente così, o se forse lo è solo sembrata. Ha fatto quello che ha potuto. Ha trovato la “sua migliore soluzione in quel momento”.
E poi il lavoro, perfetto in quel momento e l'amore!
Queste mi sembrano cose positive.
Le vicende che sono seguite sono vicende di vita umana, come anche le prime tuttosommato. Vanno affrontate di volta in volta.
Legittimo il suo sentirsi senza speranza, delicatissimo il momento. Certamente non deve essere lasciata in balia di questi sentimenti nel prendere una decisione tanto importante: tenere o no un figlio! Restare o no nel matrimonio...
Quindi le consiglio vivamente di chiedere aiuto ad uno psicologo, di iniziare un percorso, di farsi aiutare in questo momento particolarmente delicato della sua vita per non prendere decisioni affrettate, dettate dall'instabilità e dall'incertezza del momento, dalla paura...
Sono a disposizione se volesse parlarne
I miei migliori auguri