Cosa mi sta succedendo?

Antonella

Ciao, mi chiamo Antonella e sono sposata da quasi 25 anni. Per darvi modo di capire al meglio la mia situazione, vi racconto in breve la mia storia. Ho conosciuto mio marito quando avevo 22 anni, in un periodo molto difficile della mia vita (soffrivo di depressione e attacchi di panico con derealizzazione - ero in cura da uno psichiatra). Da quando è entrato nella mia vita, non ci siamo mai lasciati. Mi era tornata la voglia di vivere e di guarire, mi è stato sempre vicino, aiutandomi e supportandomi. In breve tempo siamo andati a convivere, poi ci siamo sposati e alcuni anni dopo siamo diventati genitori. Siamo sempre stati una coppia molto affiatata in tutto (emotivamente, socialmente e sessualmente)...fino a 4 anni fa. Non ricordo se ci sia stato un momento particolare o un evento specifico, ma ho iniziato a rendermi conto che la persona che vedevo allo specchio non mi piaceva più, non mi riconoscevo più, non mi sentivo più bene né con me stessa né in quella vita famigliare piatta e quasi senza più stimoli. Poco alla volta ho iniziato a cambiare, a cercare di capire me stessa per trovare qualcosa che desse un senso a tutto. Nel frattempo sono ritornata in contatto con un amico che non vedo da oltre 30 anni. Abbiamo iniziato a parlare di molte cose: carriera, figli, matrimonio (anche lui sposato con figli). Mi dava consigli e supporto. Più il tempo passava, più acquistavo sicurezza in me e aumentava il mio amor proprio ed ho iniziato a dire i miei primi "no" (sia ad alcuni atteggiamenti di mio marito che non condividevo più, sia sul lavoro). Mio marito ha iniziato ad accusarmi di essere egoista e, complice il fatto che lui lavorasse spesso fuori per mesi, ho iniziato ad allontanarmi. Mentre il nostro distacco emotivo diventava sempre più ampio, in me cresceva il desiderio verso l'altra persona. Io e mio marito non litighiamo quasi mai, tendo ad evitare qualsiasi scontro, anzi mi rendo conto di evitare qualsiasi comunicazione, verbale e fisica. E mentre mio marito continua a desiderarmi, a dimostrarmi il suo amore (nonostante tutto), io penso e fantastico sull'altro (certa e consapevole che non potremo mai essere una coppia, se non in modo platonico - non ci vediamo da 30 anni e viviamo in due città diverse -...anche se ci desideriamo a vicenda, praticamente ci messaggiamo e basta). Credo di non amare più mio marito, anche se è stato il grande amore della mia vita. Ho la sensazione che stiamo vivendo due vite su binari paralleli e quando penso al futuro non riesco più a vederlo al mio fianco ( vedo me da sola) ma allo stesso tempo ho paura che non ci sarà. Ho bisogno di capire cosa mi sta succedendo, cosa provo realmente ancora per mio marito (affetto o amore). Ho provato a recuperare il rapporto con lui, ma dopo qualche settimana ritorno punto e capo. Potete darmi dei consigli? P.S. nonostante tutta la situazione io mi sento serena, è normale? Grazie a chi potrà rispondere.

4 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Antonella,

Accolgo le tue parole con profondo rispetto per ciò che hai scelto di condividere. Questo aspetto, infatti, mi ha colpito molto, l'attenzione con cui ha scritto per cercare di essere chiara e precisa è una qualità molto apprezzata e che, ritengo, possa esprimere molto della tua persona.

Utilizzare questa strategia per porsi delle domande e cercare di osservare la realtà mutata è un ottimo strumento e punto di partenza.

Probabilmente ciò che hai cercato e desiderato in passato era una parte della tua vita, con ciò ,però, non significa che gli interessi e i bisogni non possano mutare. Continua a sentire le tue sensazioni, porti domande sulle tue necessità, perché farlo significa avere la possibilità di tracciare una vita scelta e percorsa da te nel miglior modo possibile.

In questo senso, potrebbe essere utile provare a rivolgerti ad un professionista con cui possa esplorare questo tuo nuovo mondo, questa necessità di maggiore autonomia e, magari, trovare una strada che sia percorribile.

Resto a disposizione qualora tu faccia questa scelta o avessi ulteriori dubbi.

Un saluto,

Dott.ssa Alessandra Pace 

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online

Cara Antonella

La tua situazione è più comune (e più umana) di quanto si possa pensare. Quando dici “Non mi riconoscevo più”, stai toccando il cuore del problema: sei cambiata. In questi anni hai iniziato un movimento interiore di risveglio, forse anche di riscatto. Quel senso di “piattezza” familiare, quel malessere profondo, non sono segnali che qualcosa non va fuori, ma che qualcosa vuole vivere dentro di te. Non è egoismo: è trasformazione.

Hai cominciato a:

  • Metterti in discussione;

  • Dire di no;

  • Riconoscere i tuoi bisogni;

  • Sentirti viva parlando con qualcuno che ti guarda con occhi nuovi.

Questa non è una fuga, ma un tentativo (consapevole o meno) di trovare te stessa oltre i ruoli che hai ricoperto per anni: moglie, madre, compagna di vita, custode della serenità familiare.

Cosa provi davvero per tuo marito?

La tua domanda è molto onesta: È amore o affetto?

Potresti sentirti affezionata, riconoscente, legata a tanti anni di intimità e condivisione, ma allo stesso tempo non più innamorata. Questo non rende tutto ciò che avete vissuto meno vero. Semplicemente, l’amore può trasformarsi. A volte evolve in una forma più quieta, altre volte si consuma. E può succedere che due persone crescano in direzioni diverse. Il fatto che tu ti senta serena – nonostante tutto – è significativo. È il segnale che non stai tradendo te stessa. La tua serenità non è superficialità o freddezza: è forse una nuova consapevolezza. La pace che viene dal capire, dal sentire che non sei più in guerra con te stessa.

E l’altro uomo?

Il legame con questo amico è diventato una valvola di ossigeno emotivo. Ti fa sentire ascoltata, vista, stimata. Ti risveglia. Ma proprio perché è platonico e distante, non entra nei limiti concreti di una relazione quotidiana. Ti offre idealizzazione, immaginazione, possibilità. E questo può rendere il confronto con la realtà matrimoniale ancora più duro. È importante distinguere tra ciò che rappresenta per te (un simbolo del tuo risveglio?) e la reale possibilità di un rapporto. Idealizzarlo troppo potrebbe impedirti di guardare lucidamente a ciò che vuoi nella tua vita reale, oggi.

Cosa puoi fare adesso?

  1. Non forzarti a “salvare” il matrimonio se senti che non c’è più il desiderio. Hai già provato a riavvicinarti, ma torni sempre al punto di partenza. Ascolta questo ciclo.

  2. Chiediti: chi sono io oggi? Chi vuoi essere nei prossimi anni? Cosa ti fa sentire viva, stimolata, completa? Forse è arrivato il momento di riscrivere la tua identità fuori dalle cornici precedenti.

  3. Parlane con uno psicologo, se non l’hai già fatto. Un percorso può aiutarti a distinguere meglio tra affetto, dipendenza, amore, paura della solitudine, desiderio di libertà.

  4. Concediti la possibilità di non sapere tutto subito. Non devi decidere adesso se restare o andartene. Ma puoi iniziare a creare uno spazio in cui esplorare cosa vuoi, indipendentemente dagli altri.

Cara Antonella, non c’è nulla di “strano” o sbagliato nel sentirsi serene in mezzo a un grande cambiamento. È forse il segno più chiaro che stai scegliendo la verità, non l’abitudine. Il tuo matrimonio è stato fondamentale nella tua vita: ti ha salvata in un momento buio. Ma adesso sei tu a salvare te stessa. E qualunque sarà la tua decisione, merita di partire da lì: da ciò che sei diventata.

Con affetto,

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Buon Pomeriggio Antonella,

dice di essere sposata da 25 anni.

A 22 anni ha conosciuto suo marito e che era un momento difficile della sua vita.

Lui l'ha aiutata e le era tornata la voglia di vivere e siete diventati genitori.

Ma da 4 anni qualcosa è cambiato.

(Adesso hai circa 47 anni).


In questo momento tuo di difficoltà, in cui ti sentivi persa, hai iniziato a sentire un amico che non sentivi più da 30 anni.

E questo l'ha aiutata ad imparare a dire di no ad alcuni atteggiamenti di suo marito e anche al lavoro.

Difronte a questi no suo marito l'accusa di essere egoista. Inoltre lui è fuori per molti mesi.

E sta aumentando il distacco emotivo tra di voi.

E stai evitando qualsiasi comunicazione verbale e fisica con tuo marito.

Però hai paura di perderlo.

Dici che hai provato a recuperare il rapporto con lui ma torni punto e a capo?

 

Mi verrebbe da chiederti cosa significa, cosa hai fatto, cosa avete fatto, cosa è successo per provar a recuperare il rapporto?

Hai paura di perderlo? Cosa rappresenta lui per te?

Come mai lo stai evitando?

O stai evitando di entrare in contatto con te stessa?

 

Mi sembra normale che tu sia serena: tu sai che lui ti ama e che lui c'è; questo ti da sicurezza, una base sicura.

Hai scritto questa frase:

"ma ho iniziato a rendermi conto che la persona che vedevo allo specchio non mi piaceva più, non mi riconoscevo più, non mi sentivo più bene né con me stessa né in quella vita famigliare piatta e quasi senza più stimoli. "

 

è colpa della vita famigliare che è piatta? o forse  il fatto che non ti piaci più? e che pensi che qualcosa di nuovo possa toglierti dal fatto che tu non ti piaccia?

Un nuovo amante da energia, le farfalle allo stomaco, toglie dalla routine...ma poi? quando svaniscono le lucciole dei primi momenti?

Forse un lavoro su di te potrebbe aiutarti a vedere cosa stai proiettando nella coppia, su tuo marito, nella famiglia e come potresti piacerti di più e vedere quello di bello che hai e capire meglio cosa stai evitando.

E creare un nuovo equilibrio che possa andare bene per te in modo tale da piacerti di più e capire che scelte vorrai fare per il tuo futuro.

Dott. Filippo Arnoldi

Dott. Filippo Arnoldi

Bergamo

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