Ho paura che continuare la relazione con mia moglie sia solo per una questione di sensi di colpa

Giuseppe

Salve, ho 32 anni e sono sposato con mia moglie da 7 pur conoscendola e frequentandola da 11. Il nostro matrimonio ha avuto un periodo di crisi circa 4 anni fa, quando dopo aver conosciuto e frequentato per qualche mese un altra ragazza dissi a mia moglie che non l'amavo più. Con questa ragazza riuscivo ad essere me stesso, facendo ciò che con mia moglie non mi era mai successo di fare (anche dal punto di vista sessuale), condividendo esperienze e modi di fare ma soprattutto sentendomi appagato mentalmente. Nonostante le insistenze di mia moglie, mi allontanai di casa iniziando le pratiche per la separazione pur continuando a negarle una relazione extraconiugale e dicendo che avevo bisogno dei miei spazi e che non l’amavo più. Tutto bene…fin quando un giorno la ragazza con cui mi frequentavo non mi confida di essere ancora innamorata del suo ex ed anzi scopro che si frequentava nei periodi in cui non era con me…. Nonostante le mie insistenze la relazione termina e mi ritrovo tutto solo con i miei immensi sensi di colpa verso mia moglie. Dopo aver cercato un contatto con mia moglie che aveva iniziato la sua fase di tranquillità interiore, mi “perdona” e torniamo a stare insieme. Da subito mi chiede di tornare a vivere insieme cosa a cui acconsentii pur non essendone pienamente d’accordo in quanto avrei voluto un periodo di tempo per poter valutare attentamente la situazione ma dati i miei sensi di colpa ho acconsentito….da quel momento sono seguiti degli anni tranquilli anche se siamo consapevoli entrambi di pensarla in modo completamente differente su vari aspetti della vita (anche di coppia). Da un anno, con entusiasmo abbiamo comprato casa arrivando a pensare quasi con serenità che la mia vita oramai sarebbe stata quella…ma….ma accade che un giorno di qualche mese fa per caso conosco una donna più grande di me di qualche anno, già separata,convivente…nulla di strano se non fosse che iniziando a parlare ripercorro le stesse emozioni e sentimenti che provavo per la ragazza di 4 anni fa rimanendone attratto fortemente. La nostra frequentazione è sporadica ma intensa…anche lei prova un forte sentimento per me…tant’è che ci sentiamo innamorati come se avessimo 20 anni e che saremmo disposti ad affrontare la situazione… Sto provando ad interrogarmi sul perché di questo mio stato d’animo e di questa nuova forte attrazione che forse sbaglio a chiamare amore...l’unica cosa che per il momento sono arrivato a definire è che sia la ragazza di 4 anni fa che l’attuale donna con cui mi frequento hanno molti lati del loro carattere simili se non uguali e con i quali mi sento in completa sintonia…appagato… e che forse il fatto di essre tornato con mia moglie sia stato solo per i sensi di colpa che avevo e per il fatto di aver perso un punto di riferimento importante. A tutto questo ci vuole la ciliegina sulla torta…mia moglie da qualche settimana ha saputo di essere incinta!...Ed ora mi ritrovo con la voglia di sentirmi libero di provare a vivermi una storia d’amore che mi toglie il fiato ed una vita con mia moglie ed il mio primogenito con tutto ciò che ne comporta. Ne ho parlato con la donna con cui mi frequento e come me è convinta che questo non sia il momento più adatto a far soffrire mia moglie e che vale la pena attendere la nascita del piccolo per poi affrontare la questione. Ciò nonostante vorrei parlare con mia moglie per accennargli questo mio momento di disagio…magari partendo dal fatto che se fin ora andavamo poco d’accordo, il figlio aggraverebbe la situazione. Ho paura che continuare la relazione con mia moglie sia solo per una questione di sensi di colpa e compassione, dall’altra parte non ho ancora delle certezze se non quelle di un carattere con cui mi trovo a mio agio ed il fatto che è una donna con esperienze alle spalle e non credo voglia solo distrarsi….Inoltre, ho paura che restando con mia moglie pur non essendone convinto fino in fondo possa un giorno ritrovarmi nuovamente in una situazione come questa. Come dovrei affrontare la questione secondo voi esperti?

6 risposte degli esperti per questa domanda

Signor Giuseppe ho letto attentamente la sua storia, se lei fosse nella mia stanza di terapia le farei queste domande: Era senso di colpa quando è ritornato da sua moglie ho paura della solitudine? Essendo non convinto della relazione con sua moglie perchè non ha seguito delle procedure per non produrre incidenti di percorso? Da quello che leggo la relazione con sua moglie non la mia soddisfatta per mancanza di affinità ma non la mai chiusa e questo deve essere valutato ed elaborato con un percorso. Ritengo che parlare con sua moglie in questo momento non sia facile, ma è anche importante capire che sta nascendo un essere umano che non ha colpa di nulla; ritengo che anche su questo vostro momento siete stati ambedue superficiali pensare che un figlio possa essere un collante per tenere in piedi la storia è assurdo. le posso consigliare di rivolgervi ad un professionista che vi aiuti a prendere qualsiasi decisione con maturità ma nello stesso tempo vi supporti ad una matura genitorialità Cordialmente
 MariaEmiliaClaudia Bernabeo

MariaEmiliaClaudia Bernabeo

Roma

MariaEmiliaClaudia Bernabeo offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Giuseppe, da ciò che dice non sembra avere le idee poco chiare sulla natura del proprio desiderio, su ciò che prova per sua moglie e per le altre donne che ha incontrato e che dice di esserne profondamente attratto...ma sembra che ci sia dell'altro...questo bambino in arrivo è stato concepito di comune accordo? Sembra una notizia "distante" per Lei... Provi a domandarsi come è arrivato a una situazione così faticosa psicologicamente ma risolvibile in modo apparentemente semplice. E' sicuro che sta scegliendo secondo un desiderio di uomo maturo?
Egregio Giuseppe, mi sembra di intuire che in Lei c'è un po di caos emozionale!! Ha 32 aa. ma in certe Sue espressioni sembra ci siano ancora comportamenti e sensazioni adolescenziali!! Forse Lei quando ha contratto matrimonio non era ben consapevole di ciò che comporta una vita insieme. D'altronde era molto giovane appena 25enne ma impegnato già a 20 aa.. Di solito - nel matrimonio - si parte dall'amore condiviso ma quando si entra nella quotidianità l'amore deve avere un'evoluzione, deve fare un salto di qualità!! L'amore rimane ma la passione cede il posto ad altre emozioni e bisogni altrettanto importanti e vitali per vivere insieme. Non posso dilungarmi su queste argomentazioni per questioni di tempo e spazio. Lei sta attraversando un periodo di tumultuosi rapporti emotivi/affettivi e passionali che non riesce a gestire con serenità a causa degli impegni matrimoniali presi con Sua moglie per ben due volte!! ed ora sta anche per diventare padre!! Per tutto questo vive dei sensi di colpa!Devo dirLe che Lei più che gestire le situazioni si lasci gestire dalle stesse. Ritengo che Lei si trovi in un periodo evolutivo della Sua vita ma che fa molta fatica a riconoscere quali sono le Sue reali necessità!! Credo che sia giusto che informi Sua moglie di queste Sue problematiche che attualmente vive ma ritengo anche che Lei debba un po' crescere su tutte queste esperienze che sta vivendo!! Deve chiarirsi dentro di Se', deve prendere in mano la Sua vita! ma lo deve fare da solo! Quando si attraversa una crisi coniugale sarebbe molto salutare rimanere un periodo - piuttosto lungo - veramente da soli (vivere da soli) e solo successivamente si può reimpostare una vita insieme. Lei invece nel momento che rimane da solo ricerca subito 'un nido' dove rifugiarsi!! Ma l'unico rifugio sicuro é dentro noi stessi!! Quindi é dentro di sè che dovrà cercare il metodo giusto per 'affrontare la questione'. Lei ha bisogno di mettere un po' d'ordine dentro di sè. Ha bisogno di essere guidato da persona non coinvolta emotivamente quindi - anche in considerazione che Sua moglie attende un figlio -Le consiglio di consultare uno psicologo che possa aiutarLa a prendere la decisione più adeguata. La saluto cordialmente e Le faccio i miei migliori auguri
Caro Giuseppe, se c’è una cosa che appare ovvia dal tuo racconto, è che c’è bisogno che tu faccia chiarezza in te stesso. Sembra che dentro di te ci sia una lotta continua tra il bisogno di un punto fermo e di una vita sentimentale salda e serena, e quello di “fuggire” e di cercare emozioni forti e varie inseguendo la libertà amorosa. È un anello senza soluzione di continuità, che puoi spezzare solo se ti fermi e cerchi (anche con un aiuto professionale) di approfondire quali sono i tuoi bisogni e i tuoi desideri profondi, per non rischiare di lasciarti sballottare dagli istinti o dai sensi di colpa del momento. Nel frattempo ti trovi a dover velocemente decidere come muoverti, data la nuova vita in arrivo e, come dici tu, un figlio non risolve. Semmai è lui ad avere il diritto di trovare un situazione “risolta” e a non farne le spese, qualsiasi sia la scelta dei genitori. Dei genitori, appunto: mi chiedo dove collochi tua moglie in tutto questo! Non hai condiviso con lei le tue difficoltà l’altra volta, non sai se farlo ora…. La crisi della vostra storia di coppia riguarda prima di tutti voi due. E non è certo rovesciandole tutto addosso nei delicatissimi mesi che seguono la nascita che dimostri compassione nei suoi confronti. Compassione, letteralmente, significa soffrire insieme! Buona fortuna,
Caro Giuseppe, da una prima analisi mi sembra che Lei abbia due ordini di problemi. Uno di ordine personale, che riguarda i suoi leciti dubbi legati alla relazione con sua moglie; l'altro di grande responsabilità nei confronti della stessa donna, ma in funzione del suo essere madre del suo primo figlio e di un secondo in arrivo. Il primo ordine di problemi lei può affrontarlo ora, oppure tra 2, 10 o 20 anni o invece scegliere di non affrontarlo mai. E' importante, fondamentale per lei, ma non urgente. Il figlio in arrivo invece ha una "data di scadenza" oltre la quale non potete più legalmente chiedere a questo figlio di non nascere. Mi sembra una differenza non da poco, che coinvolge, oltre alla sua vita, quella di altri esseri umani che a lei sono collegati. Non decidere imsieme sulla nascita (o meno) di vostro figlio in una situazione simile di disagio - evidentemente nota solo a lei - non mi sembra francamente una buona idea nè per continuare a stare insieme, nè per separarsi serenamente. Le sono vicino e le auguro grande lucidità.
Caro Giuseppe, creda che lei debba sì affrontare la situazione, ma con sè stesso prima di tutto, per comprendere dove lei sta all'interno di tutte queste relazioni, quale è la sua immagine, cosa ciascuna di queste relazioni le rimnada di sè stesso, e cosa lei stesso è, a che punto della sua crescita interiore, della sua maturità è giunto, quali sono gli obiettivi che si è dato nella sua vita matrimoniale e quali nel suo percorso di crescita. Credo occorra una presa di coscienza matura sotto diversi punti di vista, e potrebbe sostenerla in ciò un professionista. Cordiali saluti
Dott.ssa Annalisa Sammaciccio

Dott.ssa Annalisa Sammaciccio

Padova

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