Vorrei riuscire a superare questo disagio, questa solitudine che provo quando mi relaziono alla famiglia di lui

Veronica

Gentile Dot./ssa, Da due anni vivo con il mio compagno, con cui ho splendida relazione. Il mio disagio psicologico scaturisce da una vera e propria discriminazione da parte della sua famiglia nei miei confronti, in particolare con sua madre e la ragazza di suo fratello. Nonostante io sia stata fin da subito con loro riverente, disponibile ed educata, le due mi hanno sempre snobbata, se non in frangenti di bisogno da parte loro, ovviamente in tempi distinti e separati. Io qui sono sola, senza amici né familiari, ho pertanto sofferto molto questa alienazione. Si sono verificati episodi di odio dichiarato da parte di quella ragazza, poi di momenti di affetto nei miei confronti ed infine di un nuovo distacco, stesso discorso per mia suocera, che in verità é sempre stata un po' distante, all'inizio giustificandosi con la gelosia dell'altra nuora, ma quando questa ha avuto un periodo di crisi con mio cognato entrambe mi cercavano, l'una per uscire, l'altra(mia cognata) per conforto. Io e il mio ragazzo frequentiamo altri amici,ma sono distanti da dove abitiamo. Vorrei riuscire a superare questo disagio, questa solitudine che provo quando mi relaziono alla famiglia di lui, mi sento non accettata ed incompresa, vorrei riuscire ad accettarlo, nessuno mai è venuto da me a chiedermi come mi sentissi in questi due anni, come stessi, nemmeno quando ero a letto ammalata. Sono molto triste in questo periodo! Grazie per l'attenzione dedicatami.

8 risposte degli esperti per questa domanda

Cara veronica, occorre distinguere tra il sentire tristezza e disagio di fronte a situazioni oggettivamente disturbanti, magari perchè aggrassive, svalutanti o altro, da uno stato di abbattimento, tristezza o disagio generalizzato a cui la persona non riesce a dare un senso. Se questo è il suo caso, le suggerisco di contattare uno psicoterapeuta per un colloquio di valutazione ed eventualmente iniziare un percorso terapeutico.

Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.

Cordiali saluti

Gentilissima Veronica,

dalla descrizione che Lei riporta si avverte un senso di smarrimento rispetto ai comportamenti della madre del Suo compagno e della ragazza del di lui fratello. Tuttavia mi pare che non emerga cosa Lei stessa avverta direttamente rispetto al Suo compagno. Mi spiego meglio: il Suo compagno quanto è coinvolto in queste dinamiche da Lei riportate? E come si sente rispetto a questo? Dal momento che Lei associa il proprio disagio alla famiglia di lui, potrebbe essere utile chiarire maggiormente i rapporti che sussistono fra tutti voi, in modo da individuare strategie che Le potrebbero permettere di sbloccare la situazione.

Sperando di essere stata sufficientemente chiara, rimango comunque a disposizione per qualsiasi dubbio o perplessità.

Le porgo i miei più cordiali saluti.

Dott.ssa Valentina Francesca Minniti

Dott.ssa Valentina Francesca Minniti

Cuneo

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Buongiorno Signora Veronica,

la sua lettera restituisce un’analisi molto attenta della situazione e trasmette molto chiaramente il suo disagio,la sua tristezza e la sua solitudine: tutto ciò indica un buon punto di partenza! Da parte mia mi sento di riprendere alcuni punti.

Lei percepisce atteggiamenti di discriminazione, agita da parte della famiglia del suo compagno. Da altre indicazioni che lei fornisce mi pare di cogliere, più che una discriminazione, comportamenti ambigui e ambivalenti (si sente snobbata e poi cercata quando c’è bisogno di lei); si tratterebbe quindi di cosa diversa dalla discriminazione.

Inoltre non mi pare che tali comportamenti siano da ricondurre in modo uguale a tutta la famiglia, quanto in particolare a sua cognata (da parte della quale parla di odio) e in seconda battuta a sua suocera (da parte della quale usa il termine distacco). Anche qui forse occorre fare delle distinzioni.

Appare totalmente assente nel suo resoconto il suo compagno:  quanto ha condiviso con lui queste difficoltà? Con quali esiti?

Infine lei fa riferimento al suo comportamento (riverente, disponibile ed educata) ma non a come (e se) ha cercato di discutere e/o contrastare questi atteggiamenti nei suoi confronti.

Come vede non le sto proponendo delle risposte ma delle domande, per ulteriori sue riflessioni e per indicarle quello che potrebbe essere un percorso di sostegno psicologico, qualora lo ritenesse utile. In queste circostanze il professionista può aiutarla ad analizzare la situazione, individuare le problematiche in atto e mettere a punto idonei percorsi di cambiamento e miglioramento.

Spero di esserle stata di aiuto; in ogni caso i miei migliori auguri e un forte incoraggiamento.

Gentile Veronica, che situazione penosa! Volevo chiederle se, nonostante ci sia questa dinamica di non accettazione della sua presenza da parte della famiglia del suo compagno, voi stiate comunque riuscendo a coltivare un buon rapporto di coppia...

L'importante in tutta questa storia a mio parere è che appunto non permettiate come coppia che questa situazione incida eccessivamente sulla qualità del vostro rapporto e che sopratutto lei non utilizzi questa situazione di esclusione per trarre un'informazione su di sè ("Sono indegna d'amore")! Utilizzi questa situazione per trarre informazioni su di loro ("Sono un gruppo molto unito che accetta con difficoltà membri esterni" oppure "Forse mia suocera è più gelosa del mio compagno che di suo fratello" o ancora semplicemente "Per motivi a me sconosciuti non sono simpatica a mia suocera".... sa, non si può piacere a tutti).

Ma non perda la stima in se stessa !!!

Un caro saluto

Sembra che tu stai cercando troppe risposte e accudimenti da persone che probabilmente per molte ragioni, che non posso conoscere al momento avendo così pochi elementi, non ti possono dare. Quindi la ricerca di rapporti di amicizia e/o di sostegno , la costruzione di affinità che permetterebbero degli affetti di qualche tipo non sembra che tu posssa trovarli in quel contesto di persone.

Dal momento che il rapporto con il tuo ragazzo è stabile e forte devi costruire con lui degli spazi di manovra per trovare nuove attività e amicizie. Alcune cose però probabilmente devi costruirtele da sola attraverso un nuovo o vecchio sport, hobby , attività ecc. Devi cercarle dentro di te, o semplicemente trovare degli spazi per fare delle cose nuove, con un po' di coraggio..si prova e prima o poi si trova ciò che si cerca.

Non rimanere chiusa dentro a un bozzolo che non ti fa del bene e non ti da ciò che hai bisogno. Devi cambiare delle strade.

Cara Veronica 

e' normale avere dei momenti di sconforto e di tristezza quando ci si trova soli, ma come hai scritto tu frequenti anche altri amici quindi se puoi punta maggiormente sul rapporto con loro. Mi piacerebbe capire che tipo di malattia hai avuto e gli episodi di discriminazione e di odio dichiarato magari parlarne con uno psicologo ti farebbe sfogare un po' e quindi ti sentiresti più sollevata.

Cara Veronica,

scrive di difficoltà relazionali di tutti: sua suocera, la ragazza di suo fratello.Dai dati della sua lettera sembra che non ci sia coerenza: la cercano, la distanziano. Poi spiega che con il suo compagno ha "una splendida relazione", ma come reagisce a questi strani comportamenti dei suoi familiari? Che cosa pensa a proposito dei motivi?  Nella sua lettera si percepisce il suo dolore per la lontananza da un luogo dove viveva precedentemente: questo dolore può essere da lei proiettato inconsciamente sulle persone da lei nominate anche se ritengo che, in ogni caso, non siano "calde" con lei.Anche a proposito degli amici esprime insoddisfazione perchè abitano distanti: si chieda quanto le cause del suo disagio nascano nella sua sfera interiore e quanto dal mondo esterno.

Gentile utente,

a quanto riferisce queste donne parenti del suo ragazzo non sono sempre state assenti o ostili verso di lei, ma l'hanno cercata in momenti di bisogno;  pertanto sembra esserci una comunicazione sbilanciata a suo sfavore.

Le consiglio di consultare uno psicologo psicoterapeuta per migliorare perciò la comunicazione e conseguentemente i rapporti. La psicoterapia della Gestalt è particolarmente efficace per queste problematiche.

Cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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