Il calo del piacere e la NOIA della relazione sessuale.

L'innamoramento potrebbe essere definito come uno stato di protratta anestesia percettiva.

L'eccitazione connessa ad una relazione sessuale esordiente si fonda in grande misura su uno stato di idealizzazione pervasiva dell'esperienza che facciamo dell'Altro.

In principio l'Altro è percepito come idealizzato, tendente alla perfezione, ogni difetto*1 o limite è percepito come ridimensionato, trascurabile, ininfluente, o talvolta esso stesso è persino poco percepito:

ogni espressione di debolezza è tollerata in quanto secondaria, ridimensionata, trascurabile, oppure razionalizzata per entità ed importanza.

L'identificazione intensa che accompagna l'innamoramento iniziale porta ad una sensazione di fusione; di fatto, i due protagonisti si percepiscono separati, poiché le loro vite su un piano di realtà e di pragmatismo non sono ancora interdipendenti.

Proprio in quanto gli innamorati percepiscono l'Un l'Altro come separati e come ciascuno ancorato ad una propria realtà, la sensazione di fondersi l'Uno nell'Altro che accompagna l'eccitazione sessuale è ancora più potente all'inizio della relazione; la coppia intensamente innamorata può dunque fare un'esperienza di fusione intensa alla luce di una distanza psicologica che, di fatto, permane; ossia, ogni individuo può immergersi nell'esperienza dell'Altro e della fusione con l'Altro anche molto intensa in quanto nella "piena sicurezza inconscia di essere ancora staccato dall'Altro", ossia egli può vivere/attraversare l'esperienza della fusione senza tuttavia il rischio di “perdere realmente la propria identità” nell'Altro, senza correre il rischio di perdersi in questo processo: ecco che il senso di fusione è ancora più potente ed eccitante.

Poniamo la nostra attenzione sull'esperienza dell'eccitazione sessuale iniziale.

Due fattori salienti assurgono:

L'intensità, il grado, o la portata del desiderio, ma anche la novità dei rispettivi corpi sconosciuti contribuiscono a creare l'eccitazione iniziale.

Tanto maggiore è la distanza psicologica che avvertiamo inizialmente verso un potenziale neo-partner, quanto più sarà profonda in principio la sensazione di estraneità che nutriamo verso questo stesso, conseguentemente, quel senso di sicurezza inconscia che nutriamo nel poter vedere l'Altro come chiaro oggetto sessuale sarà più elevato .

In principio, quella distanza e quella separatezza psico-fisica ci consentono di percepire l'Altro come bersaglio o oggetto sessuale.

Ci sentiamo liberi e inconsciamente legittimati a vedere nell’Altro la meta del nostro investimento prettamente sessuale.

Attraverso l'esperienza della relazione invece, la distanza psicologica inizia ad affievolirsi e si accresce invece il vissuto della familiarità più intima:

I protagonisti della coppia acquisiscono senso di familiarità con i rispettivi corpi e con le prerogative delle corporeità del partner:

il corpo si ammala, si modifica, si allarga, si disidrata, trattiene liquidi, acquisisce tonicità, oppure la perde, modifica l’entità della massa muscolare e di quella adiposa e progressivamente espleta tutta una serie di altre funzioni biologiche.

Di quel corpo ce ne prendiamo cura, interveniamo con senso di solidarietà e condivisione degli accadimenti del vivere esistenziale sulla medicazione di ferite o sul trattamento degli ematomi, affianchiamo il nostro partner o la nostra partner nella gestione di disfunzioni internistiche intervenute, malesseri temporanei, brutture epidermiche, infezioni dentarie e circostanze similari; la percezione della corporeità partnerale subisce uno stravolgimento imponente e significativo.

Parallelamente all'aumento della familiarità fisica, si accresce anche la familiarità emotiva, vale a dire i due protagonisti della coppia imparano via via a riconoscere e ad acquisire disinvoltura con le fragilità dell'Altro, con le sue preferenze, con le sue paure, con le sue zone d'ombra.

L'Altro ci diviene familiare, ne conosciamo i confini personali e ciò promuove un significativo grado di identificazione e di fusione reciproca con lui, tali sentimenti di fusione ed intimità divengono più reali di quella percezione estasiata ed inebriata correlata al senso di unione dei corpi nell'atto sessuale, propria alla prima fase della relazione di innamoramento.

Ad esempio, uno dei due partner può acquisire via via progressiva conoscenza ed accrescere il riconoscimento relativo ai 'sentimenti depressivi' del proprio partner, tale consapevolezza accresciuta acuisce il suo senso di responsabilità, o di preoccupazione, ma anche (non ne sono esclusi) il suo risentimento, oppure il suo senso di colpa verso i sentimenti depressivi in esame.

Tutti i sentimenti sopracitati hanno un effetto sfavorevole ed una ricaduta nefasta sulla passione sessuale.

Analogamente al funzionamento psichico sopra descritto, per far fronte a sentimenti di vergogna o di rifiuto molto di frequente alcuni soggetti sviluppano un 'senso di pudore'; la sintonizzazione entro la coppia derivante dall'acquisizione reciproca di intimità emotiva dei due protagonisti, implica che i sentimenti di insicurezza e di vergogna percepiti da Uno possano suscitare sentimenti, di nuovo, di responsabilità o di preoccupazione nell'Altro e, similmente, la ricaduta di essi sulla passione sessuale sarà tangibile e cospicua.

Le inibizioni e la vergogna dell'Uno iniziano a minare la spontaneità e la manifestazione della passione dell'Altro.

Sentire i sentimenti più profondi del nostro partner, comprenderli appieno, lasciarsene permeare profondamente, implica pervenire ad un grado di intimità e di identificazione con l'Altro che modificherà profondamente, radicalmente e con intensità massiccia la sfera della sessualità.

Cogliere con genuina autenticità che il nostro/la nostra partner è infelice, vergognoso/a, ha un umore deflesso, o avverte molte altre componenti psicologiche di fragilità, indurrà l'individuo a percepirlo via via sempre meno come oggetto del proprio investimento/interesse sessuale o come bersaglio della propria eccitazione sessuale:

tale identificazione psicologica ed emotiva stempera inevitabilmente ●l'intensità dell'impulso sessuale eccitatorio iniziale, ●l’emergere del desiderio e ●la netta realizzazione degli atti finalizzati al soddisfacimento sessuale medesimo.

L’irrompere del desiderio e la passionalità esplosiva iniziali lasciano lo spazio (quando va bene) ad un decrescendo armonioso ed appiattito degli elementi sopra elencati; quando gli elementi nevrotici entro la coppia sono più significativi, essi lasciano spazio ad una perdita della spontaneità, ad una inibizione della propria espressione sessuale, e ad un calo poderoso del desiderio sessuale.

 


*1(Ogni caratteristica umana soggettivamente intesa quale presunta deficitaria o manchevole risulta allo sguardo clinico del tutto comprensibile, in questa prospettiva, il termine “difetto” va interpretato nella valenza del gergo popolare più comune e diffuso)

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