Il dott.re K ed i suoi pazienti. Freccia ed Asso e l'amore scambiato.


Freccia ed Asso e l’amore scambiato.

Il dott.re K è pronto per il suo lavoro, aspetta la paziente delle dieci.
Entrato nello studio al piano terra di un palazzo degli anni ’60 in un quartiere centrale di Milano, K fa il giro delle stanze, alla fine si prende cura dell’orchidea bianca poggiata sul tavolino accanto alla poltrona. Nei momenti critici della giornata, quando rischia che l’angoscia ed il nero dei suoi pazienti lo accerchino come il nero della seppia, si concentra sull’orchidea dalle forme perfette e si sente sollevato da tanta bellezza. E’ il secondo appuntamento con Freccia, una ragazza minuta, fisicamente più piccola dei suoi vent’anni, completamente vestita di nero, stretta nel cappottino corto che si è tenuta per tutto il tempo K è uno psicoanalista che incontra molti pazienti ma Freccia gli sembra diversa, ha qualcosa di speciale.

Ha chiesto un appuntamento urgente, quando si è presentata è sembrata subito agitata, confusa e spaventata. Dopo poche battute le parole zampillano: il suo ragazzo, Asso, le ha chiesto dopo pochi mesi di convivenza, scambi di coppia che lei ha accettato ma si sente profondamente a disagio, in conflitto, vissuti che interpreta come una sorta di inibizione sessuale. Il suo Asso, bello e brillante, è molto più adulto di lei, il ragazzo perfetto che tutti ammirano. Lo ha conosciuto a Milano dove si è trasferita per studiare matematica. Freccia è’ una studentessa brillante, ma negli ultimi mesi da quando convive, non riesce più a concentrarsi, ha perso il ritmo, si vergogna al punto di trascurarsi e nascondersi.

Si sente inadeguata, non all’altezza del suo uomo speciale, eppure si sforza ma non ha più voglia di fare all’amore con lui. Litigano continuamente, ha paura di perderlo ma allo stesso tempo non riesce a stargli accanto: né con lui, né senza di lui. E’ convinta di essere sbagliata, si sente così diversa dalla ragazza solare ed allegra che era prima di Asso.

K non ha detto molto nel loro primo incontro, si è limitato a sottolineare qualche parola, l’impressione più forte che si è sedimentata è quella dell’estraneità, Freccia è assente dal suo stesso discorso, trema come un uccellino caduto dal nido che chiede di essere raccolto e rassicurato ma allo stesso tempo, è pronto a scappare via al primo tentativo di avvicinamento.
Il dottore sa per esperienza che una confessione troppo veloce ed impulsiva, segreti svelati precocemente, potrebbero allontanare Freccia, spaventarla e soprattutto farle sentire un senso di vergogna intollerabile. Freccia già prova un senso di vergogna per sentirsi sbagliata per lo splendido e perfetto Asso che dall’alto della sua superiorità intellettuale, può fare l’amore con le donne e con gli uomini, per il quale sembra che le regole non esistano, sempre alla ricerca del brivido della trasgressione. Recentemente Freccia ha già incontrato una psicoterapeuta che le ha suggerito di lasciare Asso visto che questa relazione le procura tanto dolore e sofferenza, ma lei non vuole affrontare questo tema, per lei il problema è l’angoscia che la pervade, vorrebbe sentirsi libera da ogni ansia per essere come Asso la vorrebbe.

Il dott.re K ripassa nella mente il primo colloquio le sensazioni residue, lascia che i pensieri e le associazioni seguano il loro flusso, mentre nebulizza le foglie grandi e carnosi dell’orchidea. Freccia lo preoccupa, ne sente la responsabilità ma anche la necessità di filtrare il suo giudizio personale, sicuramente la ragazza è stata in qualche modo influenzata e manipolata ma ha anche scelto di restare in una relazione ambivalente e dolorosa, un’ambivalenza di base che il dott.re K sa di dover considerare e non dimenticare. Riconosce in Freccia i segni di una persona traumatizzata che si identifica con il suo aggressore, per avvicinarla deve essere morbido ma anche forte e diretto, assertivo ma non aggressivo, insomma deve cercare le parole giuste, parole affettive, per creare un ponte percorribile per avvicinarsi ma anche per consentire e facilitare rapide ed improvvise ritirate.

Qualche minuto dopo le dieci, si presenta Freccia, ancora più nera ed agitata della prima volta.
A passo rapido entra nella stanza e si accomoda sul divano di fronte a K e lo guarda di sott’occhi aprendosi ad un sorriso stentato. E’ scontrosa, tesa nel corpo, controlla la stanza e la disposizione degli oggetti e anche K, mentre questo si accomoda lentamente nella sua poltrona rossa, cercando la posizione più comoda. E’ un uomo robusto, solido di mezz’età che mantiene un aspetto giovanile e vivace a cui piace vestire con abiti sportivi ed informali.

K, cerca il silenzio nei suoi pensieri, uno stato sospeso che gli permetta di ascoltare meglio, ritrovare la sua consueta fiducia nell’ascolto e nel linguaggio dell’inconscio. Lascia che Freccia completi la perlustrazione visiva della stanza, che studi l’ordine dei libri, il disordine sulla scrivania, il lettino analitico poggiato sulla parete opposta.

Un sospiro e con un filo di voce, esce una specie di pigolio stridulo:
“Sono preoccupata per Asso, anche ieri abbiamo litigato, non riesco a fare l’amore con lui, si lamenta per questo, mi minaccia di lasciarmi, io non lo vorrei mai. Vorrei solo che si placasse questa angoscia, che mi lasciasse almeno per un po’ “.

K .” Lei si preoccupa molto per Asso, ma mi sembra che la grande assente sia proprio lei Freccia, i suoi sentimenti, quello che lei desidera, i suoi bisogni”.
Freccia:” Non so più niente, mi sento in uno stato di confusione e di ansia, vorrei solo cercare di stare meglio”.
K “La sua ansia credo che sia il suo migliore alleato, le segnala che c’è qualcosa che non va, che le sue scelte la fanno stare male. Ha rinunciato alla sessualità, perché troppo conflittuale. Lo scambio di coppie, non è una scelta qualsiasi, nasconde una grande aggressività e svalutazione della sua persona e anche della sua femminilità. Perché dovrebbe sentirsi a suo agio, nel fare sesso con uomini e donne sconosciuti o dovrebbe eccitarsi nel guardare il suo ragazzo con altre donne. E’ una situazione difficile, in cui la sua persona è annullata, sostituita, usata”.

Freccia si concede un profondo sospiro e si abbandona sul divano:
“Allora, quello che pensavo che fosse il male, è invece la cosa migliore. In tanti mi hanno detto che il problema non è lo scambio di coppia, pensavo che fosse colpa mia che mi dovessi adeguare”

Anche il dott.re K, si sente sollevato, Freccia non si è ritirata ma anzi sembra riconoscere la sua condizione di annullamento e di umiliazione: “ Asso non ama le donne, neanche lei. Ma è rimasta nonostante tutto, e per questo c’è sicuramente una sua ragione, un suo bisogno”
Finisce l’ora e la piccola Freccia si allontana nella città, come cappuccetto rosso nel bosco, con una piccola bussola nelle mani.

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