Credo proprio di essere eritrofobica ovvero ho la paura di arrossire

Claudia

Buongiorno io ho un problema , credo proprio d essere eritrofobica ovvero ho la paura di arrossire, ma nn solo paura. Arrossisco proprio. Sono sempre stata una persona timida sin da piccola. Ma questo disagio si é presentato da quasi un annetto e va sempre peggiorando! Lavoro in un parrucchiere quindi ho contatto con il pubblico ogni giorno. Vivo cn l'ansia ogni santo giorno perchè ho paura che entri qualcuno a prendere appuntamento e io arrossirei , cosa che prima mi piaceva sedermi li davanti a prendere gli appuntamenti. Ora tendo a evitare certe situazioni come andare a mangiare fuori cn le amiche, rifiuto gli inviti, ma questa non ê vita! Ho solo 22 anni.

29 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile ragazza. Si ricorda cosa le era successo nella sua vita un anno fa quando ha iniziato ad avvertire questo disagio? Le emozioni sono esperienze che provocano delle reazioni a livello fisiologico, psicologico, espressivo, viscerale e hanno una breve durata. Riconoscere i propri vissuti emotivi, invece che reprimerli, è fondamentale per essere in grado di riuscire ad anticipare e gestire l’attacco d’ansia, ma anche per avere delle relazioni soddisfacenti. Purtroppo non è così immediato e semplice riconoscere le emozioni che viviamo, solitamente non veniamo educati ad ascoltarci emotivamente, ma, a volte le persone che ci hanno cresciuto, ci hanno fatto capire che certe espressioni emotive non sono ben accette e perciò siamo cresciuti con la convinzione, sbagliata, che è meglio reprimerle. Sotto l’ansia c’è un’emozione che non si sa riconoscere o che non si vuole accettare perché non sembra adatta a quel contesto. Non sono gli eventi in sé a determinare le nostre risposte emotive, ma l’interpretazione che diamo agli eventi nella nostra testa. Il disagio che le racconta inizia a precluderla e a limitarla anche in altri tasselli della sua vita. Il meccanismo di difesa che lei ha descritto è quello dell’evitamento, ovvero il togliersi da una situazione che origina ansia, con la speranza di non provare più l’emozione spiacevole di quel momento. Il problema è che se evita le situazioni per te ansiogene gli da un potere enorme, ossia diventeranno sempre più ansiogene e spaventose per lei, con il risultato che il problema aumenterà. Le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo per affrontare al meglio la situazione. Cordialmente
Gentile Claudia, la timidezza e la paura di arrossire davanti agli altri e quindi di fare "brutta figura" rappresentano situazioni che possono essere naturali e normali ma che possono diventare un motivo di disagio fino a rappresentare un vero e proprio limite alla possibilità di vivere una vita quotidiana serena. Questo sembra proprio essere il suo caso e credo sia importante per lei capire da dove ha origine la sua paura, se qualche episodio specifico l'ha scatenata o peggiorata e provare a capire il significato che questa paura ha, nel suo rapporto con gli altri ma anche con se stessa. Potrebbe riflettere su questi spunti con il supporto di uno psicologo, se lo desidera rimango a sua disposizione. Un cordiale saluto,
Cara Claudia, l'eritrofobia è spesso associabile alla poca sicurezza in se stessi.. Credo ti servirebbe proprio un lavoro per rinsaldare alla base il tuo sistema di sicurezza ed arrivare a fidarti a fondo di te..un lavoro di cui porterai sempre con te i frutti. Credo ti sarebbe davvero di sollievo. Se vuoi qualche consiglio circa bravi psicoterapeuti che ricevono nella tua zona, contattami pure. Io invece ricevo a Legnano, se ti piace viaggiare possiamo vederci nel mio studio..magari nel tuo giorno libero.
Cara Claudia, ha ragione lei è molto giovane. tuttavia abbastanza adulta da poter provare a cercare un senso nel suo arrossire. il nostro corpo tendenzialmente non manda mai segni privi di senso, anche se non è sempre facile interpretarlì adeguatamente e trovare una via differente e meno disturbante per esprimere emozioni importanti e forse un po' confuse. il diventare rosso rimanda alla vergogna e questa è una delle emozioni più forti e ricche di significati che appartenga alla razza umana! vedrà che sarà in grado di trovare il bandolo della matassa, magari proprio attraverso un'esperienza di un percorso psicologico. buona fortuna
gentile utente, l'eritrofobia può collegarsi ad un fastidio/disagio nel sentirsi osservati, valutati ecc.. In tal caso sarebbe opportuno risalire all'evento o eventi che hanno predisposto all'insorgenza del disturbo e far partire da lì un trattamento psicologico che è certamente possibile e dovrebbe avere buoni risultati.
Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Cara Claudia, non credo sia fondamentale per la tua giovane vita essere etichettata correttamente, quanto invece poter fare e vivere le esperienze di una giovane donna della tua età. Il miglior suggerimento che mi sento di darti è di rivolgerti ad uno psicoterapeuta per cercare di capire cosa capita nella tua vita per cui sei sempre più chiusa al mondo e sola con te stessa. So quanto è difficile fare il primo passo per iniziare un nuovo percorso di vita, ma è uno sforzo necessario per sentirti meglio e più sicura in futuro. Distinti saluti
Le consiglio una terapia cognitivo-comportamentale, molto efficace per il suo disagio. Io lavoro a Bergamo.
Gentile Claudia, l'eritrofobia di cui soffre può facilmente essere inglobata nella più ampia cornice dei Disturbi d'ansia, e più specificamente nella sezione delle fobie sociali / fobie specifiche. Quel suo "essere timida sin da piccola" potrebbe essere la base, il punto di partenza di una personalità che evolve nella direzione dell'insicurezza e dell'ansia anticipatoria: si diventa ansiosi anticipando mentalmente una possibile situazione di pericolo e/o di imbarazzo. Alcune persone imparano a gestire autonomamente tali condizioni, magari con il supporto affettivo delle relazioni significative (genitori, partner, amici); in altri casi, invece, tale sostegno non risulta bastevole, e gli stati d'ansia aumentano nel passaggio dall'adolescenza all'età adulta. In quest'ultima evenienza, è opportuno affidarsi ad uno psicologo specialista e beneficiare di un trattamento adeguato. Un cordiale saluto
Buongiorno, difficile darle una risposta esauriente... la prima ipotesi che mi viene è che si tratti di una forte insicurezza, dovuta forse a una mancanza di accettazione di sé. Verrebbe subito da chiedersi cosa possa essere avvenuto di recente a scatenare questa sua eccessiva sensibilità all'incontro. Soprattutto considerando che qualche tempo fa non le accadeva. Occorrerebbe approfondire la sua situazione in un incontro personale. Anche per contrastare l'attuale aggravamento del suo disagio. Un caro saluto.
cara claudia, alla tua età aver paura di aver paura di arrossire indica probabilmente l'espressione inconfessata di un desiderio che da parecchio ti frulla nella mente. lavorando in un parrucchiere hai a che fare con persone dell'altro sesso e non sono proprio convinto che tu arrossisca con tutti e senz'altro non con tutti allo stesso modo. prova a capire quando e perché arrossisci e forse troverai un rimedio a due bellissime gote rosse se è quello che vuoi. ciao
Buongiorno, da quello che scrivi il tuo problema è comparso circa un anno fa, e da allora si è fatto sempre più intenso. Per questo cominci ad evitare le situazioni sociali e le occasioni che favoriscono la comparsa del sintomo. Tuttavia, sono proprio i tentativi che fai per evitare di arrossire che mantengono il problema, addirittura lo amplificano!innescando così una sequenza di pensieri e di azioni che anzichè aiutarti e risolvere la situazione la peggiorano. Per questo ti suggerisco di lavorare sull'evitamento e non sul rossore. So che non è una cosa facile e immediata, per questo credo che potrai trovare il giusto aiuto chiedendo la consulenza di un professionista in grado di aiutarti. Buone cose,
Cara Claudia, cosa ti è successo ultimamente da provocare in te la reazione euterofobica? Te lo chiedo perchè parli del problema come qualcosa che sembrava si fosse risolto con il tempo ma ora torna a riproporsi in modo da impedire la buona costruzione delle tue relazioni sociali e, a lungo andare, potrebbe procurarti problemi più pesanti sul piano interpersonale. Le fobie sono forme d'ansia che fungono da campanelli d'allarme, che ci indicano che qualcosa non va, sul lavoro, a casa, nella nostra vita affettiva o personale, etc... e forse varrebbe la pena provare a prenderlo in considerazione e affrontarlo in modo un pò più approfondito. Ti consiglio di chiedere un sostegno ad uno psicologo della tua zona, con una terapia cognitivo comportamentale potresti facilmente risolvere i sintomi negativi e tornare ad essere la ragazza serena e spensierata che descrivi essere. In bocca al lupo!
Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Buongiorno Claudia, sarebbe importante analizzare più a fondo questo rossore e capire che tipo di pensieri ed emozioni lo fanno scaturire e lo accompagnano. Arrossire di per se non è una malattia, ma certo il disagio dev'essere molto forte se la porta ad evitare alcune situazioni. Perché non programmare una serie di colloqui con un clinico?
Buongiorno Claudia, mi rendo conto della sua sofferenza: la paura di arrossire è davvero molto fastidiosa. Lei dice di essere stata sempre timida e questa è sicuramente la base su cui questo problema si è instaurato, ma intanto le dico che dovrebbe cercare di affrontare le situazioni che teme: dare appuntamenti, uscire con le amiche, accettare inviti! Non affrontare il problema provoca un peggioramento della condizione - al momento sembra di stare meglio, ma poi la volta dopo .... Provi ad uscire con una amica di cui si fida, poi con due ecc. Comprendere le ragioni della sua timidezza sarebbe poi utile per trovare risposta a due domande: come mai è sempre stata timida? Cosa fare per non esserlo più. Io collaboro da molti anni con l'associazione Lidap (lidap.it) che si occupa di problemi vicini al suo e sono abbastanza facilmente affrontabili, soprattutto però... non faccia passare dieci anni! Esca, anche se fa fatica: esca, riapra le porte della vita alla vita! Un aiuto psicologico può essere utile. in bocca al lupo!
Cara Claudia, ricorda innanzitutto che arrossire è segno di timidezza, ma anche di ricchezza interiore. Pertanto non ti opporre alla manifestazione delle tue emozioni, coloro che vi assistono non provano avversità per questa manifestazione, anzi spesso la apprezzano. Il tuo arrossire però può anche essere dovuto ad una allergia alla caffeina. Prova a sostituire il caffè o i caffè giornalieri con una bella camomilla, se dipende da questo fattore vedrai immediatamente la differenza. Un caro saluto
Deve essere molto frustrante e posso capire che sentirsi di dover rinunciare alle relazioni per questo la getti nella disperazione. Talvolta il nostro corpo con le sue manifestazioni "si mette di mezzo", ci scappa da tutte le parti, ci è estraneo; diciamolo pure, ci rovina la vita. Eppure forse in queste manifestazioni possiamo cogliere un aggancio, un bisogno di riflettere su cosa le accade dentro quando è di fronte a un altro. Quali siano le sue questioni profonde non lo posso sapere, ma le posso assicurare che non è una condanna definitiva quanto semmai una apertura a un percorso di cambiamento. Sono a disposizione, anche per semplici mail, Un caro saluto,
Buongiorno, la sua eritrofobia è propria la conseguenza della sua ansia: provare ansia in certe situazioni spinge ad una "vasodilatazione" che implica anche l'aumento del rossore facciale. Sarebbe opportuno sviluppare, attraverso tecniche di rilassamento e di meditazione, la capacita di avviare una risposa rilassante e non di ansia nelle situazioni sociali che lei vive nel salone. Attivare la risposta rilassante ed esporsi, non evitare come sta facendo, alle situazioni antigene le permetterà con il tempo di non arrossire più. Cordialità
Carissima, sono il Dott. Andrea Calò, come ogni disturbo di tipo ossessivo ti trovi vittima dei tuoi stessi tentativi di riduzione dell'ansia. Devi infatti sapere che evitare ciò che temi costruisce ancor di più la tua piccola prigione. La terapia strategica lavora con successo da più di venti anni su problemi come il tuo. Ti suggerisco di cercarmi su internet se vuoi avere qualche informazione in più su di me. Ho uno studio a Lainate (Mi). Il tuo è un problema facilmente risolvibile se sai come trattarlo, ma allo stesso tempo è infastidente come uno stormo di mille zanzare fastidiose. Ti aspetto,
Dott. Andrea Calò

Dott. Andrea Calò

Milano

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Buonasera Claudia, dalle sue parole si capisce che deve avere fatto un'accurata ricerca a riguardo, quindi non mi dilungherò su che cosa sia l'eritrofobia o ereutofobia, quanto sui disagi che lei riporta. come ogni fobia il problema nasce nel momento in cui la patologia va ad inficiare il normale sviluppo della vita quotidiana: lei riporta un disagio che va oltre la "semplice" paura e che si estende ai vari ambiti della sua vita (lavorativa, relazionale, sociale). ha perso il gusto ed il piacere di fare ciò che una volta le risultava "normale" e che le dava soddisfazione (come prendere gli appuntamenti, andare a mangiare fuori...) ed è proprio questo il problema delle fobie. si inizia con una "semplice paura" che poi, se trascurata, diventa invasiva e debilitante. si estende a macchia d'olio in ogni situazione...è questa una delle caratteristiche delle fobie! la persona è portata ad evitare ciò che può scaturire la situazione temuta, ma proprio questo evitamento (come spiegato bene nei libri di Giorgio Nardone) porta ad un peggioramento della situazione, oltre al fatto che manda a noi stessi il messaggio "non sono in grado di fare nulla". la prima cosa da fare quindi è quella di non cedere alla paura ma di usarla a nostro vantaggio, riprendendo il potere ed il controllo! "evitare di evitare", ma so che può non essere facile se non adeguatamente indirizzati e supportati. posso consigliarle di leggere qualche libro a riguardo ma, soprattutto, di farsi aiutare da una persone esperta e specializzata proprio perchè, come ha detto lei, ha 22 anni e a 22 anni (come ad ogni età d'altronde)non ci si può privare di ciò che ci fa stare bene! con le "nuove" psicoterapie, definite "brevi" e centrate sull'obiettivo (strategica, cognitivo-comportamentale...), sono sicura che potrà trovare il sostegno e l'aiuto di cui necessita. Un saluto,
Buongiorno Claudia, Arrossisce ovunque o solo in zone visibili al pubblico? Ad esempio, se indossa un foulard attorno al collo, la parte coperta arrossisce? Stesso dicasi per la camicia: se è abbottonata fino al collo, la zona superiore del petto arrossisce? Credo che abbia già provato da autodidatta tecniche come il training autogeno o il rilassamento. Le consiglierei di cercare uno psicoterapeuta con competenze in ansia e disturbi psicosomatici che possa perfezionare gli esercizi. I risultati migliori, dal mio punto di vista, si ottengono con tecniche della Terapia Breve Strategica o della Terapia Cognitivo-Comportamentale entrambe unite a tecniche di rilassamento, visualizzazioni o ipnosi. Il suggerimento è di rivolgersi ad uno specialista con queste competenze dalle sue parti: vedrà che in pochi incontri otterrà risultati impensabili. Intanto si eserciti ogni giorno ad arrossire davanti allo specchio e poi a provare a ritornare del suo colorito, le sarà utile nell'attesa del primo appuntamento per ri-impadronirsi dei suoi capillari.
Ti avevo dato una risposta molto lunga ma ho sbagliato nel salvarla. Comunque non avere paura del tuo arrossire e lascia che al tuo arrossire segua il desiderio che hai sicuramente di comunicare e esprimere te stessa e vedrai che piano piano riuscirai anche a controllare le tue reazioni. Gli altri non ti giudicano per quello che può essere il tuo viso ma per quello che riesci a esprimere con il tuo cuore. Saluti
Buonasera Claudia, il suo problema è un segnale del corpo. Il corpo parla ma decifrarne il discorso non è sempre facile, bisogna ascoltare e comprenderne il linguaggio. Il rossore quando è percepito come un problema diventa spesso un problema di secondo livello (il rossore del rossore, la vergogna della vergogna, la paura di arrossire). Occuparsi di questa questione è importante perché lei ha diritto di ascoltare, comprendere, accettare. Un percorso psicologico può essere utile per questo. Se desidera, ricevo a Milano. Un caro saluto
Buon giorno Sig.ra Claudia, nella sua richiesta lei descrive molto bene il Suo sintomi: l'arrossire in pubblico. Tale comportamento potrebbe essere collegato a problematiche relazionali legate alla percezione di se dal punto di vista somatico e da esperienze traumatiche di vergogna.le consiglio di effettuare una breve consulenza.
Gentile Claudia, la timidezza è comprensibile, ed è un tratto trasversale a età, genere, cultura, educazione. Quello su cui potrebbe forse interrogarsi è perchè l'idea di manifestare la sua timidezza tramite il rossore dovrebbe necessariamente metterla a disagio. Il rossore potrebbe suscitare nell'interlocutore anche empatia, simpatia, tenerezza, coinvolgimento: forse non c'è niente di cui vergognarsi nell'arrossire, niente di cui vergognarsi nel vergognarsi! Potrebbe anche chiedersi che cosa il suo corpo voglia comunicarle con il rossore, quali parole esprimerebbe il rossore se potesse parlare, o quali immagini diverrebbe se potesse esprimersi con immagini. Esistono, evenutalmente, delle terapie immaginative che potrebbero aiutarla a rispondere a queste domande. Nel frattempo, provi infine a chiedersi cosa succederebbe di così terribile se vivesse con più gioia e spensieratezza la sua "timidezza", definendola piuttosto una profonda, forse piacevole, magari accattivante "sensibilità" della quale potrebbe non avere più bisogno di vergognarsi! Cordiali saluti,
Dott. Andrea Napolitano

Dott. Andrea Napolitano

Padova

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L’imbarazzo , la vergogna sono emozioni personali che nascono e prendono più forma nel momento in cui si è a contatto con qualcuno . sono quindi in gran parte sociali. quindi molto probabilmente qualcosa che ti è accaduto nella tua vita ha reso fortemente sensibili ai “contatti sociali” anche ai più limitati e che in linea generale non dovrebbero dare preoccupazioni. Questo a lungo andare può incidere sulla tua autostima e sulle tue “possibilità di movimento” aumenta l’ansia e si entra in un circolo , da non entrarci.. . Ti assicuro che non c’è una risposta immediata a un quesito come questo, perché ogni persona sente un disagio che può anche essere molto simile al tuo non avendo nulla a che fare con te come persona. La psicoterapia ha bisogno di tutti i sassolini per ricostruire qual è il problema e risolvere..non è come usare la tachipirina quando aumenta la temperatura. Trova uno psicoterapeuta competente in tre mesi una volta la settimana dovresti risolvere o ridurre in gran parte il problema, se non ci sono “carichi” di vita ampi da mettere apposto. ciao
Cara Claudia il rossore del viso è un'espressione somatica della tua introversione emotiva. E' una modalità appresa durante l'infanzia che, di certo, si manifesta nelle situazioni sociali e che blocca e tende a sabotare le tue relazioni interpersonali. Con la tecnica EMDR si può affrontare questo disagio disfunzionale andando a cercare nella memoria, attraverso i ricordi, dove è nato questo sintomo e perchè si è installato. Stai costruendo il tuo futuro, sia lavorativo che relazionale e meriti di funzionare bene, con le tue risorse e la giusta dose di autostima. Saluti.
Cara Claudia, l'espressione emotiva del viso è ciò che ci permette di esprimere a livello corporeo le nostre emozioni. Mi sembra importante che tu abbia questa fobia che mi pare legata principalmente al timore di essere giudicata timida ed immatura. Anche la tua giovane età mi fa pensare ad un tuo naturale desierio di essere, invece, considerata adulta ed autonoma e probabilmente questa reazione fisica sembra allontanarti da questo desiderio. Affronterei con una psicoterapia queste tematiche che paiono legate ad aspetti di autostima.
Gentile signora, da quanto lei descrive sembrerebbe essere proprio una forma fobica che, come spesso avviene in questi casi, si porta dietro alcune problematiche degne di essere prese in considerazione. In primis bisognerebbe valutare la presenza di una fobia sociale, in particolar modo viste le condotte di evitamento da lei descritte. Il mio consiglio è di rivolgersi ad uno specialista così da valutare bene la sua problematica, comprenderla e se necessario intervenire così da permetterle di riprendere in mano la sua vita. Cordialità
Buongiorno Claudia, data la sua giovane età e la capacità di riflettere su quello che le succede, penso si tratti di una problematica risolvibile in tempi ragionevoli. Non si preoccupi più del necessario: anche se questo non consola, si tratta di un "fastidio" piuttosto diffuso... ma è giusto che desideri capire da cosa ha originato questo fatto e come affrontarlo nel miglior modo possibile, con una guida esperta. Se lo desisera, non esiti a contattarmi. Molti auguri
Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

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