Ossessione riguardante la mia identità sessuale

Anna

Buongiorno, scrivo questo post perchè volevo parlare di alcune mie ossessioni che ho da alcuni mesi: Nella mia vita, non mi è mai capitato di provare attrazione sessuale né romantica per nessuno. Tuttavia soprattutto dai 18/19 anni in poi mi capitava spesso di fantasticare di avere interazioni sessuali con donne immaginarie, a volte pensavo anche agli uomini. Magari non pensavo tanto agli uomini perché solitamente per alimentare la mia fantasia, leggevo storie erotiche e quando si trattava di storie etero il focus era maggiormente sul piacere dell'uomo mentre nel caso delle storie lesbiche c'erano solo donne e quindi riuscivo ad immedesimarmi di più, venivano stimolati punti del corpo femminile in modi che io apprezzavo nel mio immaginario, cosa che non succedeva nelle storie etero spesso. A volte anche nelle storie lesbiche c'erano dei personaggi dotati di genitali maschili oppure con oggetti sessuali che richiamavano i genitali maschili e anche lì un po' perdevo l'interesse. Ho guardato anche contenuti espliciti e lì ho avuto reazioni fisiche sia guardando contenuti con uomini che con donne, o per lo meno a quel tempo. In realtà non mi facevo troppi problemi, però adesso a 21 anni mi sono chiesta "ma se io volessi condividere gesti romantici o atti sessuali con qualcuno, con chi gli farei nella realtà?", e da lì si è scatenato un loop di iperanalisi e ansia da cui non riesco più ad uscire. Vi spiego meglio, questo è ciò che succede nella mia testa: io provo ad immaginare uno scenario dolce oppure sessuale con una donna o con un uomo sempre immaginario, mi iperfocalizzo su ciò che sento e provo però spesso ho sentimenti contrastanti e questo mi manda in tilt e mi fa' vivere questo fantasticare in modo ansioso, perciò ripeto in modo ossessivo gli stessi scenari per capire effettivamente che provo ma purtroppo so che è inutile perché non avendo provato mai nulla per nessuno, non ho assoluta certezza su ciò che mi piace e quindi non arrivo ad una conclusione. Devo poi dire che nel caso degli uomini tendo a cercare sempre il lato negativo, e nel momento in cui io provo qualcosa che sembra positivo mi sento salire l'angoscia. Mentre con le donne nel momento in cui io provo qualcosa di positivo sento sollievo. Però in entrambi i casi durante gli scenari sento tanta ansia che continua finché non provo qualcosa di negativo per gli uomini e positivo per le donne. Principalmente con entrambi i sessi ho tanti dubbi: con gli uomini a volte mi sembra bello il loro corpo e migliore forse rispetto alle donne ma quando si tratta dei genitali maschili mi trovo un attimo inorridita, forse potrei riuscire a baciare un uomo ma comunque nei miei scenari spesso mi verrebbe voglia di spostarmi quando immagino un bacio con un uomo mentre a volte mi sembra di poter quasi apprezzare il momento, quando so tratta di sesso ho pure sentimenti contrastanti ma penso che rispetto che con le donne, lì riuscirei a lasciarmi andare molto di meno, poi a volte pure le caratteristiche comunemente associate ad un uomo effettivamente mi bloccano sempre un po' (vedo i loro corpi come più possenti, più ""ruvidi"") però forse le apprezzo pure a momenti, apprezzo il loro calore e il loro essere forti perché provo protezione da questo; con le donne invece il corpo pure a volte mi convince e a volte no poiché mi sembra troppo esile, il seno mi attrae e a volte no e stessa cosa per il viso... Forse riguardo ai genitali li vedo più in positivo, nel caso delle donne il fatto che io riesca a capire cosa loro stiano provando essendo donna, mi fa' sentire più vicina e mi fa' eccitare quando immagino l'atto sessuale con loro, è come se quello stimolo che nel mio immaginario sto' portando alla donna lo stessi provando pure io. A volte quando mi immagino in abbracci, baci o fare cose dolci con loro mi sembra come se non apparisse "bene" come scena, con gli uomini forse mi sembra più "giusto" per così dire. Con le donne però sarei più propensa a prendere iniziativa che con gli uomini. Mi sento più invogliata a toccare e a provare a fare le cose con una donna ché con un uomo generalmente nel mio immaginario e magari divento emozionata delle volte e quindi anche nella realtà ridacchio e sorrido cosa che non succede mai quando penso agli uomini. Sento più la foga del momento. Però poi mi chiedo sempre "ma forse la figura di un uomo mi mancherà nella vita...". Anche con le donne il loro essere donna mi blocca spesso, quelle caratteristiche comuni alle donne (avere un corpo più esile, morbido e delicato) mi mettono un po' di dubbi. Generalmente penso che nella realtà se ne avessi l'occasione, proverei a fare qualcosa di sessuale o romantico più con una donna ché con un uomo. Però temo che avendo tutti questi blocchi forse non riuscirei a vivere l'intimità serenamente né con una donna né con un uomo. Purtroppo a furia di pensare a questi scenari, mi sento il cervello fondere perché poi non ne esco più e mi fa' stare male questa ricerca ossessiva della verità, mi sale solo l'ansia... Inoltre queso loop trovo difficile evitarlo perché ogni qualvolta che vedo un uomo o una donna nella realtà che può sembrarmi bello/a oppure che non mi convince pienamente allora ricomincia il pensiero ossessivo e senza fine per cercare di capire cosa provo veramente che non mi porta a nulla. So' che ho tanto tempo davanti per capirlo, so' che non devo per forza stare solo con gli uomini o solo con le donne nella mia vita o in generale non devo stare per forza con nessuno, però sinceramente non vorrei stare con un uomo e quindi soprattutto in quel caso la possibilità che in futuro mi possa piacere qualcuno di quel sesso mi destabilizza, però allo stesso tempo non sono sicura neanche se veramente mi piaceranno le donne e temo che quindi non mi piacciano neanche loro e che possa ferire qualcuno o passare per persona poco sincera, però comunque ho provato dei sentimenti positivi e negativi nel mio immaginario quindi qualcosa significa che c'è, che sia per gli uomini o per le donne o entrambi. Premetto che ho intenzione di portare questo discorso anche in psicoterapia, però al momento sono senza psicologa visto che con quella che mi seguiva precedentemente le cose non andarono bene, ma presto dovrei cercare qualcuno. Però intanto voglio parlarne qui.

4 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Anna

Nella sua descrizione sento tanta sofferenza e incertezza rispetto a ciò che prova nell ambito dell'identità sessuale. 

A volte la risposta è più semplice di quanti si creda se ci diamo la possibilità di fermarci e conoscerci meglio. 

Un percorso di psicoterapia penso possa esserle d'aiuto e la invito a intraprendere presto questa strada per permetterle presto la serenità che sta cercando 

Un caro saluto 

Dott.ssa Tiziana Loddo 

Comprendo quanto possa essere faticoso vivere questo tipo di pensieri in modo così intenso e ripetitivo e desidero trasmettere innanzitutto comprensione e delicatezza ciò che descrive non parla di una reale mancanza di identità bensì di una ricerca spinta dall’ansia dove la mente tenta di ottenere una risposta definitiva attraverso l’iperanalisi ma finisce per aumentare la confusione

Quando si prova a capire ciò che si sente attraverso scenari immaginari osservando ogni minima reazione emotiva o corporea si entra in un meccanismo ossessivo che non permette di cogliere davvero ciò che piace perché si è troppo concentrati a controllare e verificare questo loop non riflette i veri desideri bensì l’urgenza di trovare una definizione chiara per placare l’ansia

Le fantasie possono avere molte funzioni non sempre corrispondono a ciò che nell’esperienza reale si desidera e non sono uno strumento affidabile per definire l’orientamento sessuale soprattutto quando l’attivazione emotiva è accompagnata da tensione o paura la sensazione di sollievo o angoscia può essere legata a convinzioni interiorizzate a timori di giudizio o al bisogno di sentirsi nel giusto più che a una reale preferenza

L’orientamento non si decide con la logica ma si scopre con il tempo attraverso l’esperienza la curiosità e la libertà emotiva ciò che sente ora può cambiare evolvere chiarirsi lentamente ciò che conta è concedersi il diritto di non sapere accogliere i dubbi senza trasformarli in un esame continuo non si tratta di scegliere ma di ascoltarsi senza pressione e senza giudizio

È comprensibile che nel timore di ferire altre persone o di non essere autentici nasca ulteriore tensione ma prima di pensare a cosa potrebbe accadere in futuro è importante permettersi di vivere le sensazioni nel presente con gentilezza verso sé stessi l’assenza di attrazione concreta finora non significa che non ci sarà in futuro ma nemmeno che debba esserci per forza

In psicoterapia potrà affrontare questo tema lavorando sulla gestione dei pensieri ossessivi e sull’ascolto delle emozioni senza dover arrivare subito a una conclusione l’identità emotiva e sessuale non è un traguardo da raggiungere ma un percorso che si costruisce gradualmente ciò che ora appare confuso può col tempo diventare più chiaro se accompagnato da uno sguardo non giudicante

In questo momento ciò che sembra aver più bisogno non è una risposta definitiva su chi potrebbe piacere ma uno spazio mentale più calmo dove poter respirare senza obbligarsi a trovare certezze permettersi di esplorare senza fretta è il primo passo verso una comprensione autentica di sé. Rimango a disposizione, un saluto.

 Gloria Simoni

Gloria Simoni

Pistoia

Gloria Simoni offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Anna, quello che descrivi non parla di un orientamento “sbagliato”, ma di un loop di ansia e iperanalisi che ha trasformato una domanda naturale sulla tua identità sessuale in una ricerca compulsiva di certezze. Stai usando fantasie e scenari immaginari come se fossero test, ma quando la mente è in allerta le sensazioni si confondono: ciò che provi non riflette ciò che sei, ma il tuo stato ansioso.

Le tue reazioni contrastanti verso uomini e donne ,attrazione in alcuni momenti, rifiuto in altri,sono comprensibili dentro questo meccanismo. L’orientamento non si capisce analizzando ogni dettaglio, e tantomeno sotto pressione: si chiarisce con il tempo, vivendo, non testandosi. La sofferenza che stai provando non deriva dall’identità in sé, ma dal ciclo ossessivo che ti spinge a cercare una risposta definitiva subito. Questo ti stanca, ti confonde e ti allontana da te stessa.

Un percorso con una psicologa può esserti davvero utile: non per darti un’etichetta, ma per aiutarti a comprendere l’ansia che sta guidando questi pensieri, a ridurre l’iperanalisi e a ritrovare un rapporto più libero e meno spaventato con il desiderio e l’intimità.

Hai tutto il tempo per capire chi sei. Ora è più importante tornare a respirare.

Un caro saluto

Dott. Fabiano Foschini

Dott. Fabiano Foschini

Milano

Il Dott. Fabiano Foschini offre supporto psicologico anche online

Ciao, grazie davvero per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai vivendo. Le ossessioni legate all’identità e all’orientamento possono essere molto pesanti, soprattutto quando si entra in un loop di iperanalisi che aumenta ansia e confusione. È importante ricordare che non c’è nulla di ‘sbagliato’ in ciò che provi: il modo in cui il tuo corpo e la tua mente reagiscono alle fantasie non definisce da solo il tuo orientamento, e il fatto che adesso tutto sembri così confuso è comprensibile, soprattutto se non hai ancora avuto esperienze reali.
Se senti il bisogno di un confronto più tranquillo e guidato, o vuoi approfondire questi vissuti con qualcuno che ti ascolti senza giudizio, puoi scrivermi su WhatsApp e ne parliamo volentieri.