Perchè non sappiamo aspettare?

La tolleranza dell'attesa e della frustrazione può essere considerata il grado con cui un individuo può tollerare un ritardo o una negazione o un ostacolo alla soddisfazione del proprio bisogno, senza una perdita d'integrazione personale, una sensazione di panico o una regressione.

La modalità con cui una persona affronta l'esperienza attività-passività influenza la capacità di attesa e tolleranza della tensione, causata dal bisogno. La passività può assumere significati molto diversi lungo un continuum, ad un estremo può rappresentare un vissuto positivo se sentita come un potenziale vantaggio, all'estremo opposto evoca la paura di una perdita di controllo o di uno stato d'impotenza.

Fondamentale per sviluppare la tolleranza dell'attesa e della passività è l'esperienza precoce del sorgere del bisogno e della sua soddisfazione, secondo modelli e tempi sufficientemente adeguati. Un'acquisizione importantissima è lo sviluppo della "fiducia di base" : fondamentale e crescente fiducia del bambino che gli stati di tensione possano essere tollerati e risolti e aspettativa positiva di soddisfazione del bisogno che permette l'attesa rispetto all'emergere del bisogno e la tolleranza della frustrazione. La tolleranza dell'attesa è essenziale perchè permette la temporanea sospensione della risposta di fronte all'ambiente interno ed esterno, quindi lo strutturarsi di uno spazio in cui si sviluppa il pensiero come attività di prova, che si interpone tra stimolo e risposta, iniziano il comportamento esplorativo, il processo di apprendimento e lo sviluppo di meccanismi di autoregolazione. Al contrario, se il bambino ha esperito una prevalenza traumatica dell'esperienza di non soddisfacimento del bisogno, di fronte al bisogno l'ansia dell'attesa aumenta fino a diventare panico, non vengono mobilitate modalità o difese adeguate, le emozioni legate ai bisogni vengono percepite come forze estranee distruttive, disorganizzanti, l'esperienza del sè è di impotenza rispetto alla regolazione dei propri stati interni e la capacità di mantenere un senso d'integrazione personale è minacciata.

Solo un'aspettativa positiva e una fiducia di base consentono il tempo e lo spazio necessari per la ricerca di un oggetto di bisogno adeguato, la possibilità di affrontare eventuali frustrazioni, la disponibilità ad accettare una dipendenza relativa da chi soddisfa un bisogno. L'aspettativa di una risposta positiva al bisogno costituisce di per sè una forma di controllo dell'esperienza interna, mentre la sua mancanza, favorendo l'insorgere di uno stato affettivo troppo intenso per essere contenuto e quindi potenzialmente disorganizzante, ostacola meccanismi di autoregolazione.

Il passaggio da un sistema di sicurezza esterno ad un sistema di sicurezza interno implica la capacità di riconoscere i propri bisogni come differenziati da quelli dell'ambiente esterno, la fiducia di possedere le risorse per realizzarli e quindi la capacità di attesa e di affrontare l'eventuale frustrazione, abbandono, perdita.

Durante la fase della crescita, in cui si passa da ciò che è noto e famigliare al nuovo, compito fondamentale è quello di riconoscere i propri bisogni e finalità, le capacità per realizzarli e per affrontare l'attesa, la frustrazione, la delusione. Nella successiva fase di stabilizzazione le acquisizioni e le realizzazioni della fase precedente costituiscono una base sicura, ma diviene centrale il riconoscimento e l'accettazione del limite collegati alla capacità di tollerare la frustrazione.

Se la persona non ha sviluppato la consapevolezza di avere le risorse per soddisfare i propri bisogni e realizzare le proprie finalità e per difendersi in modo adattativo alla frustrazione, la perdita, l'attesa, la passività vissuta come impotenza, il bisogno è sentito come un pericolo, un attacco al proprio sistema di sicurezza che evoca forte ansia e paura e mobilita delle difese disfunzionali.

La fiducia nelle possibilità di soddisfare i propri bisogni e la consapevolezza delle proprie risorse può essere sviluppata e potenziata progressivamente. Accettare di avere un bisogno e sentire la possibilità di trovare una risposta ad esso, dipende anche dalla consapevolezza che non è possibile esercitare un controllo onnipotente sul proprio bisogno o su chi può soddisfarlo, che sono possibili sia gratificazioni che frustrazioni, sia momenti di attività e di padronanza, sia momenti di passività ed attesa.

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