Bimbo di 5 anni non colora e non scrive

Giusy

Mio figlio ha 5 anni e non ha mai amato colorare! Ciò vuol dire che non è neanche capace di impugnare una matita. La maestra mi ha detto che gli manca la manualità e che pertanto avrà problemi per la scuola elementare (compie 6 anni a maggio). E dire che è un bimbo autonomo: si veste, si lava, si versa da bere, impara le poesie nell'arco di 10 minuti, è un genio nel campo della tecnologia! Questo per lui dovrebbe essere l'ultimo anno ma, tra il lockdown causa covid19 e un problema mio di salute che mi ha portato per causa di forza maggiore a vivere 1 anno pieno in ospedale, lui la vive male; appena entriamo trema come una foglia, gli scendono le lacrime (anche se poi la maestra dice che si sta subito zitto) e si rifiuta di colorare. A casa si ci mette controvoglia ma appena un paio di minuti poi mi dice basta. Sono sconfortata!

3 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Giusy, forse la poca propensione di suo figlio al disegno non è un problema, ed è meglio fargliela vivere serenamente. Puo darsi che lui sentendosi poco abile, evita di mettersi davanti al foglio per colorare, se non per due minuti, giusto per dare magari soddisfazione alla mamma. Chissà se non si sia mai sentito fare un commento negativo su un suo disegno, da una maestra, e ci sia rimasto male. Può sempre chiederlo a lui, e provare a gratificarlo se lo vedesse disegnare. Per il resto sembra essere un bambino intelligente e curioso, a cui non manca nulla per ritenersi al pari dei suoi coetanei. C'è una cosa che però le è mancata e lo ha fatto a suo modo soffrire. E sarebbe la sua ospedalizzazione di un anno, che con ogni portabilità lo ha distolto dalla serenità di un bambino della sua età. Ma ora, se le cose vanno meglio per lei, anche lui può recuperare.

Tanti auguri per tutto,

Dr. Cameriero Vittorio 

Buongiorno gentile Giusy,

per quanto riguarda la difficoltà nel grafismo bisognerebbe poter osservare un suo disegno, l’impugnatura, i primi tratti grafici (linee, cerchi, letterine, ecc.) per poterle proporre la strada migliore e/o un eventuale trattamento di potenziamento futuro. Seppure lei sia già stata molto precisa nel delineare l’anamnesi degli sviluppi (come il linguaggio, il cammino, la memorizzazione, ecc.) di suo figlio.

Ad oggi esistono anche i test per delineare le difficoltà già durante l’acquisizione dei pre requisiti per la scrittura futura. Qualora dovesse osservarsi una difficoltà sarebbe non generica ma mirata alla scrittura, da come lei sta descrivendo la problematica.

Potrebbe essere però anche solo una semplice difficoltà (passeggera) o un vero e proprio disturbo (per esempio rientrare nella sigla Disturbo Specifico dell’Apprendimento-disgrafia). Quando si parla di DSA la difficoltà nel suo caso riguarderebbe, da ciò che ha scritto lei, solamente la scrittura, inoltre, servirebbe valutare anche altre abilità e altri aspetti come: il quoziente intellettivo che deve essere nella norma e non devono neppure esserci problemi neurologici. Un bambino DSA ha comunque tutte le possibilità per decidere il suo futuro in base ai sogni o alla propensione personale verso lo studio.

Le consiglio di valutare una possibile osservazione clinica di questa difficoltà. Prima si inizia e si conosce prima si può intervenire e potenziare l’abilità carente. Come le dicevo potrebbe anche solo essere una difficoltà passeggera o magari il dover imparare ad impugnare in modo corretto la matita.

A tutti noi, durante gli anni scolastici, prima o dopo è capitato di avere qualche difficoltà in una materia o anche solamente verso un argomento specifico.

Vorrei, infine, porre l’attenzione anche verso il suo “allontanamento” obbligato causa malattia medica. Come è stato spiegato a suo figlio il suo allontanamento forzato? Chi è stato vicino al bambino? Lo ha potuto sentire al telefono o fargli videochiamate? Il ritorno a casa come si è svolto? Ha provato indagare e allo stesso tempo stare sul “non hai colpe te, figlio mio”? Si ricorda cosa era successo i giorni precedenti al suo ricovero tra lei, il bimbo ed il papà?

Vi auguro di ritrovare presto una dimensione serena in famiglia.

Le consiglio di leggere un mio articolo che in parte descrive alcune difficoltà citate da lei: https://www.psicologi-italia.it/psicologo/federica-ciocca/web/articolo-3219.html

Resto disponibile per qualsiasi ulteriore necessità via email o tramite consulto familiare o indoviduale in video chiamata.

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologia - Psicoterapeuta

Dott.ssa Federica Ciocca

Dott.ssa Federica Ciocca

Torino

La Dott.ssa Federica Ciocca offre supporto psicologico anche online

Cara Signora dato che il bambino non ha problemi in altri campi, è autonomo nel vestirsi e non ha problemi di coordinazione , forse il punto nodale potrebbe essere la motivazione 

Magari il bambino non vive il disegnare e colorare come un momento ludico, momento di gioco e di svago, ma sentendo pressione e aspettative lo vive come un lavoro.

Quindi provi tentando di far sì che diventi un momento di svago e di gioco che Lei in prima persona non deve vivere con apprensione

Buona fortuna Cordiali saluti

Dott. Ssa Giangreco Angela