La ricerca della ''perfezione estetica''

“La bellezza ha un’esistenza autonoma, distinta dal supporto fisico che accidentalmente la esprime, essa dunque risplende ovunque, la bellezza non corrisponde a ciò che si vede.”

(Platone)

L’esigenza estetica si è sempre posta come ricerca dell’armonia e della bellezza, di una forma e un aspetto migliore.

La Medicina e la Chirurgia estetica svolte con etica e onestà, riflettono una consapevolezza del limite che è misura, equilibrio e moderazione.

Quando il desiderio di cambiamento estetico rispetta la nostra unicità e non insegue modelli irraggiungibili, il nostro corpo può diventare un’opera d’arte.

A volte, però, la ricerca della perfezione estetica diventa un’ossessione, che nasce dal disagio della persona che non si accetta e che vuole cambiare la propria immagine.

Essere belli “a tutti i costi” con la Medicina e la Chirurgia estetica, ricercando l’eterna giovinezza, è un sogno antico, un mito che entra in conflitto con le nostre radici profonde. Qualsiasi cambiamento “importante” della nostra immagine arriva a toccare la nostra matrice più profonda, la nostra identità: il concetto di identità ruota intorno al nostro corpo e all’immagine che di esso si è formata, nel nostro inconscio, nel corso degli anni.

E’ un desiderio di cambiamento che va oltre l’aspetto fisico, che appartiene al bisogno di riconoscersi: ci si sente invisibili, non abbastanza importanti, intrappolati nella propria mente.

E’ un’irrequietezza di fondo che porta a controllare spesso, allo specchio, la propria immagine, pensando a cosa ci sia di sbagliato o poco attraente, a cosa voler cambiare del proprio aspetto.

E’ una sensazione di vuoto che deriva dalla paura di non essere amati, dal timore di ammettere che si vorrebbe solo esistenza, amore, relazioni, emozioni.

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