Rapporto Assente con la madre

Marco

Salve a tutti, volevo raccontare la mia esperienza.
I miei genitori si sono separati a distanza di pochi anni dalla mia nascita, non so molto a riguardo se non che poco tempo dopo dalla mia nascita mia madre ha iniziato a sviluppare un comportamento psicotico che l'ha resa incapace suo malgrado di crescere un figlio, subendo anche un TSO; la malattia è peggiorata al punto da non rendere più possibile, secondo gli assistenti sociali, la convivenza con me rendendo necessaria la separazione di fatto tra mio padre e mia madre.
la situazione è degenerata in quanto i miei nonni materni hanno dal quel momento iniziato ad odiare mio padre;

Per svariati anni abbiamo mantenuto un rapporto incontrandoci non così di rado e a dire il vero provo sensazioni miste al riguardo in quanto non ho mai provato felicità nel vedere mia madre e oggi mi accorgo di non aver mai provato amore nei suoi confronti.
i rapporti una volta adolescente sono iniziati sempre più a decrescere fino ad azzerarsi e posso dire che ad oggi non abbiamo più rapporti; non riesco a sollevare la cornetta per chiamare e sono spaventato che da un momento all'altro mi arrivi una chiamata perchè non so se risponderei.
Ho paura che tutto ciò mi sia però costato molto caro e mi piacerebbe sapere la vostra: mio padre, i miei zii e i miei nonni paterni non mi hanno fatto mancare amore trattandomi come un principe però sento di aver sviluppato aridità, incapacità di lasciarmi andare al divertimento e alla spensieratezza mettendo tutto me stesso negli studi universitari ma non vivendo veramente emozioni positive se non quelle derivanti da un esame superato.
Peraltro da qualche tempo ho iniziato a sviluppare anche una paura del fallimento su gli studi universitari malgrado avessi ottenuto buonissimi risultati, facendomi molto rallentare; l'idea di non riuscire a laurearmi nei 5 anni non so come spiegarlo diventa paura di non riuscire a laurearmi mai; la notte ho attacchi di ansia e credo con ogni probabilità che la mia mancanza di forza nello svegliarsi sia dovuto ad una clinomania.
Da un po' di tempo penso di rivolgermi ad uno psicologo e pensavo che già consultarmi con voi potesse essere un primo passo.

5 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Marco, 

ha perfettamente ragione. Iniziare anche solo a scrivere, a soffermarsi sulla difficoltà, a leggere rimandi riguardanti la sua sofferenza è già tutto insieme un primo passo verso un cambiamento dentro di sè.

La mancanza di una madre è sicuramente un aspetto che in psicoterapia potrà trattare e descrivere dettagliatamente. Dopo attenta analisi lei potrà pian piano trovare le sue risposte, "riformulare" le sue paure, eventuali rabbie e cercare di re-inserire nella sua memoria storica anche la figura materna. 

A fine scritto lei cita anche attacchi di ansia emersi nell'ultimo periodo riferiti all'università, pur affermando e riconoscendo le sue doti da studente. Aspetto forse dettato da questi pensieri "tutti insieme" che la stanno rallentando nella routine quotidiana o magari che risiedono anche in eventuali paure riferite al suo vissuto. 

Le consiglio come già lei sta valutando di rivolgersi ad un professionista di sua fiducia dove poter rielaborare il suo vissuto di sofferenza in un luogo protetto da privacy, senza giudizio e dove lei sarà accompagnato verso una maggiore conoscenza di se stesso.

Resto disponibile per informazioni, domande aggiuntive o eventuale consulenza online.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online

 

Dott.ssa Federica Ciocca

Dott.ssa Federica Ciocca

Torino

La Dott.ssa Federica Ciocca offre supporto psicologico anche online

Marco, questo mancato rapporto con tua madre, devi rielaborarlo per poter accettare quanto accaduto e per viverlo con serenità. Significa perdonarla, " guardarla" come persona con delle sue difficoltà, e fare pace con te stesso perché non provi sentimenti filiali nei tuoi confronti. Quando comincerei a fare questo, le ansie relative alla paura di fallire, scompariranno. Devi fare pace con il passato, con le tue radici e proseguire nel tuo cammino. 

Gentile Marco, per quella che è stata la sua storia di vita, in particolare rispetto al rapporto non vissuto con la figura materna, riterrei appropriata la decisione di rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Un percorso conoscitivo personale dovrebbe avere la finalità di andare a recuperare questo vuoto di rapporto, nel senso di poter pian piano riconoscere le rappresentazioni, i pensieri e le immagini che nella sua mente si è fatto su questa importante mancanza, anche inconsciamente. Tutto questo è molto utile per una definizione della sua identità adulta, della sua autostima, e della fiducia/sfiducia verso le donne.

Auguri,

Dr Cameriero Vittorio

Gentile Marco, c'è un passaggio che mi ha colpito particolarmente nel suo racconto e su cui vorrei soffermarmi stimolandola ad una riflessione. Quello che è capitato a sua madre è davvero molto triste e spiacevole e probabilmente ha avuto degli esiti su quella che è stata la sua vicenda umana negli anni a seguire la vostra separazione. Lei sostiene, ad un certo punto, che si è accorto di non provare amore nei suoi confronti; non entro nel merito di ciò perchè qualunque sentimento o emozione si provi, se autentica, la considero legittima e, di conseguenza, non giudicabile. L'elemento sicuramente interessante è il fatto che lei ritiene che questo "mancato sentimento" nei confronti di sua madre sia stato la causa della sua "aridità" e  mancata "spensieratezza", nonostante l'amore che le è stato dato da suo padre, dai suoi nonni e da suoi zii. In che modo è arrivato a questa conclusione? Glielo chiedo perché, spesso, quando si vive un periodo difficile (mi riferisco, nel suo caso, al timore di non terminare gli studi universitari e alla clinomania) si tende a cercarne nel passato la causa, perdendo di vista il qui ed ora. Ci sono tre aspetti che emergono dalla sua storia: la separazione da sua madre, il suo sentirsi "arido" e non spensierato, il timore di non ultimare gli studi. Capire se e soprattutto in che modo queste tre momenti (aspetti) della sua vita siano in relazione tra loro, è esattamente il tipo di lavoro che lei può fare attraverso una psicoterapia, si tratta di ripercorrere la sua storia individuando i diversi momenti che l'hanno contraddistinta. Se lo ritiene, sono a sua disposizione per un colloquio, anche solo conoscitivo (in presenza o via Skype), allo scopo di poterle fornire un parere più specifico. La saluto cordialmente, Giovanni Romito

Dott. Giovanni Romito

Dott. Giovanni Romito

Benevento

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Buongiorno gentile Marco. Il suo racconto biografico risulterebbe difficile da gestire per chiunque.  L'alterazione dei rapporti relazionali primari,  come quelli da lei descritti sin da tenera età, soprattutto con la figura materna,  necessitano sicuramente di una rielaborazione sia affettiva che cognitiva. La supplenza genitoriale  che suo padre, insieme alla famiglia paterna, ha messo in atto sarà stata senz'altro utile ma sicuramente di per sé non sufficiente ad una elaborazione soddisfacente, di quanto accaduto. Le suggerisco di intraprendere una psicoterapia che le consentirebbe proprio di raggiungere, con strumenti intenzionali ed esplorativi adeguati, una lettura degli eventi traumatici da lei vissuti, consapevole e matura. Dott.ssa Tecla Savio