Non essere schiavi delle emozioni

« Senza emozioni l’oscurità non può cedere il passo alla luce, e l’apatia non può lasciar posto al movimento ». Carl Jung

Accade invece spesso che le emozioni del passato si facciano vive nel presente in quanto contenute nella nostra memoria. per esempio Accendiamo la radio ed ascoltiamo una vecchia canzone dimenticata, che evoca un ricordo piacevole, un momento felice della nostra vita messo in disparte.

 

" Così come in questo caso riviviamo un’emozione positiva, accade però di provare vecchie emozioni negative in quanto risposte memorizzate a stimoli innati o acquisiti". Se a tre anni abbiamo subito il morso di un cane, rispondiamo con un certo comportamento come per esempio non poter accarezzare un cane, a trent’anni possiamo ancora associare a un cane qualunque, la medesima paura e quindi il non potere accarezzare un cane, anche se questo comportamento non é più adatto alla nostra età.

Ecco che i ricordi delle nostre emozioni del passato possono bloccare il nostro percorso di crescita personale, in quanto creano collegamenti mentali che associano ad un certo avvenimento o esperienza, la emozione vissuta già nel passato durante quella esperienza simile.

Diventa allora indispensabile per la nostra crescita capire quali sono le nostre emozioni e individuare quelle « negative » che necessitano di essere « riviste » e «positivizzate». Il passato, in definitiva, deve essere semplicemente informativo e non deve possedere un peso nel presente.

Quando di fatto ci assale una emozione negativa dobbiamo fermarci e respirare.
Il respiro è una cosa molto importante perchè consente di focalizzare l'attenzione all'interno di noi e non all'esterno. Questo facilita la concentrazione mentale, e la messa in atto graduale di un comportamento consono alla situazione, e non instintivo e magari infantile.

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