Mia figlia è andata dal padre. Cosa è giusto fare se dovesse tornare?

FRANCESCA

Buongiorno, mia figlia Giulia, 18 anni, a seguito di una discussione nella quale ho ribadito le 4/5 regole della casa che ignora, lasciando sempre un caos incredibile ovunque passi e fumando in casa anche se ho chiesto di andare sul balcone, le ho detto che "se non riesce a seguire queste semplici regole di convivenza, allora poteva andare da suo padre".

Dopo qualche giorno in cui nulla era apparentemente cambiato, mi ha scritto un messaggio sul telefonino (il giorno del mio compleanno) dicendo che sarebbe rimasta dal padre dopo il weekend ed è venuta a prendersi molte delle sue cose.

Ho chiesto aiuto al padre perché le facesse capire che così avrebbe rovinato il nostro rapporto, ma per evitare di discutere anche lui (visto il caratterino) è stato assolutamente poco incisivo.

Ho sempre fatto di tutto per Giulia, lamentandomi del fatto che lei, in cambio, non mi aiutasse nemmeno un pochino tenendo un minimo in ordine le sue cose. L'ho ascoltata e mi ha sempre raccontato mille cose di sé, piccoli e grandi drammi adolescenziali. Sono sempre stata disponibile, nonostante fosse gentile soprattutto quando aveva qualche richiesta. Spesso mi rispondeva male senza motivo, ma poi, appena aveva bisogno, diventava un tesoro.

Penso di non meritare un atteggiamento così e penso che questo rovinerà completamente il nostro rapporto. Se mai dovesse tornare, infatti, sarebbe solo perché ha un bisogno temporaneo, non certo perché è disposta a rispettare le regole e, anche se questo mi distrugge, non troverei giusto riaccoglierla a braccia aperte dopo il male che mi sta facendo senza un motivo vero e senza un confronto costruttivo.

Mi sta proprio dicendo che non vuole più avere a che fare con me, senza soppesare quanto questo mi ferisca perché ingiusto e senza motivo. Non credo che sia educativo cercarla io, oppure, nel caso, riaccoglierla come se niente fosse.

Dovrebbe capire che non può trattare male le persone che le vogliono bene senza che questo abbia delle conseguenze. In fondo ha sempre fatto così: rispostacce quando non aveva bisogno, agnellino quando aveva bisogno. Ed io sono sempre stata al gioco, ma ora penso fosse in qualche modo diseducativo.

Però ci sto veramente male e quindi non capisco cosa sia giusto o meno.

Aggiungo un ulteriore elemento: ho un’altra figlia che da circa un anno ha realizzato di essere trans ed è in fase di transizione, con tutte le difficoltà del caso. Io ho cercato di stare vicina ad entrambe, ma capisco che Giulia, che prima monopolizzava la mia attenzione, adesso possa essere destabilizzata da questo nuovo intenso rapporto che sto creando con Lea, che lei non ha ancora accettato completamente.

Anche in questo caso, però, non penso che sia giusto assecondare un atteggiamento così egoistico. Ho cercato di farle capire che Lea ha bisogno adesso, ma che questo non mi impedisce di stare vicino anche a lei, e gliel’ho dimostrato ogni volta che ne ha avuto bisogno. Più di così non so che fare…

4 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Francesca, intanto la ringrazio per avere condiviso la sua storia e comprendo la sua preoccupazione di madre.

Da ciò che scrive mi sembra che in questo momento nella sua famiglia ci siano delle difficoltà relazionali che inevitabilmente creano dolore e disagio a prescindere dalla maturità con cui vengono affrontate. Mi sembra che lei abbia abbastanza chiaro anche quanto il modo di affrontare le situazioni attuali non dipenda solo da fattori materiali ma anche da aspetti educativi, relazionali ed emotivi. Mi sento di dirle che la sua famiglia, in questo momento, sta attraversando una fase evolutiva ed ogni componente è impegnato a trovare una strada da percorrere senza sapere bene come sarà il percorso. La invito a considerare una prospettiva alternativa, che ovviamente non sminuisce il suo dolore e il suo risentimento, ma che potrebbe offrirle la possibilità di modificare certe dinamiche e favorire un nuovo modo di gestire la relazione con le sue figlie. Capisco che ancora una volta l impegno e la fatica di sbrogliare i conflitti ricadano su di lei, ma evidentemente lei rappresenta il componente più resiliente e in grado di monitorare e favorire il benessere di tutti. Il rischio di reagire alle provocazioni di Giulia potrebbe essere quello di creare un muro sempre più alto dove la comunicazione non funziona.

Potrebbe iniziare un percorso psicologico per essere sostenuta in questo momento difficile e per trovare nuovi modi per affrontare la relazione con le ragazze.

Non esiti a contattarmi per ulteriori informazioni.

Grazie.

Ilaria Spagnolo

Dott.ssa Ilaria Spagnolo

Dott.ssa Ilaria Spagnolo

Roma

La Dott.ssa Ilaria Spagnolo offre supporto psicologico anche online

Cara Francesca,

posso solo immaginare quanto questo periodo la stia mettendo alla prova. Quando si è madri, si finisce spesso per credere di dover essere sempre forti, per tutti. Ma anche chi è abituato a reggere ogni cosa, a tenere insieme la famiglia, ha diritto a sentirsi stanco, svuotato, confuso. Non c’è nulla di sbagliato nel provare rabbia, dolore o quel senso di vuoto che descrive: sono emozioni vere, e chiedono solo di essere accolte, non giudicate.

Forse potrebbe esserle d’aiuto parlarne con uno psicologo, anche solo per qualche incontro. Non per trovare una “cura” o una soluzione immediata, ma per concedersi uno spazio tutto suo, dove poter dire le cose senza filtri, senza dover essere sempre la parte forte. A volte, poter raccontare ciò che si prova a qualcuno che ascolta davvero permette di rimettere insieme i pezzi, di ritrovare respiro e un po’ di fiducia nel futuro.

Ogni madre e ogni figlia hanno la loro storia, i loro momenti di silenzio, di allontanamento e di ritorno. È il ritmo naturale di un legame che cambia con il tempo. Il fatto che lei si stia interrogando con sincerità, cercando di capire come non spezzare quel legame pur restando fedele a sé stessa, è già un gesto d’amore profondo. Non è debolezza, è coraggio: quello di chi ama senza smettere di rispettarsi.

Si dia tempo, e un po’ di gentilezza. Anche se adesso tutto sembra sospeso, i rapporti importanti non si perdono davvero: a volte hanno solo bisogno di silenzio, di distanza, per ritrovarsi con un linguaggio nuovo. Giulia, col tempo, capirà il valore della presenza che ha avuto accanto. E quel momento, seppur faticoso, potrà diventare per entrambe una crescita, non una frattura.

Le auguro di cuore di ritrovare presto un po’ di pace e di leggerezza. Si ricordi che anche prendersi cura di sé è un modo di voler bene alle proprie figlie.

Un caro saluto

Dott. Fabiano Foschini

Dott. Fabiano Foschini

Milano

Il Dott. Fabiano Foschini offre supporto psicologico anche online

Ciao Francesca,  Quello che hai raccontato è molto toccante — e doloroso, nel modo in cui solo i conflitti familiari profondi sanno esserlo. Si percepisce quanto tu ami tua figlia, e quanto la situazione ti stia facendo soffrire perché ti sembra che tutto quello che hai costruito con lei — l’ascolto, la disponibilità, la presenza — si stia sgretolando.
Ma anche se ora tutto appare confuso e ingiusto, quello che stai vivendo non è una fine, è una fase critica di separazione e ridefinizione del legame tra madre e figlia, tipica ma spesso devastante dal punto di vista emotivo. Molti ragazzi attraversano una fase di contrapposizione identitaria: per affermarsi come individui separati dai genitori, mettono distanza, sfidano le regole, e sembrano “tagliare i ponti”. Non lo fanno per cattiveria — spesso è un modo maldestro di dire “lasciami crescere”, anche se il linguaggio che usano è duro, ingiusto o impulsivo.
La tua frase (“se non riesci a rispettare le regole, puoi andare da tuo padre”) probabilmente è stata percepita da lei come un rifiuto del suo essere, non solo dei suoi comportamenti.
Nella sua mente, può aver suonato come: “non mi vuoi se non sono come vuoi tu”.
Non è ciò che intendevi, ma è così che un’adolescente può viverlo.

 E cosa sta succedendo a te? Tu sei stanca, ferita e delusa, e hai perfettamente ragione nel sentire che i limiti e il rispetto sono importanti.
Ti sei data tanto, forse troppo, e ora senti che non ricevi riconoscimento né reciprocità.
Il dolore che provi è in parte quello di una madre tradita, ma anche quello di una donna che ha tenuto insieme la famiglia, due figlie molto diverse, e ora non sa più da che parte stare senza perdersi. È giusto che tu voglia essere rispettata e che non voglia più “premiare” un comportamento che senti ingiusto.
Ma attenzione: fermare il gioco non deve significare rompere il legame.

Cosa puoi fare per te (e non solo per lei)

  • Concediti di essere vulnerabile.
    Anche i genitori hanno il diritto di sentirsi persi. Parlare con uno psicoterapeuta familiare o genitoriale può aiutarti a rimettere insieme i pezzi senza colpevolizzarti.

  • Non trasformare il dolore in rigidità.
    Spesso la sofferenza ci fa dire “non la voglio più vedere così”, ma dietro c’è solo paura di essere feriti ancora.
    Tenere aperta una porta, anche piccola, non è debolezza — è amore adulto.

  • Ricordati che crescere un figlio significa anche lasciarlo andare.
    Anche se ora sembra che ti abbia “lasciata lei”, in realtà sta semplicemente provando a definire chi è, fuori da te.
    È un processo duro ma necessario.

Non sei una madre che ha sbagliato: sei una madre che ha amato tanto e ora non sa più come amare senza farsi male.
Giulia non ti sta davvero rifiutando: sta lottando per trovare se stessa, e il modo in cui lo fa ti ferisce — ma non è definitivo.
Se mantieni la porta aperta con dignità e calma, lei prima o poi troverà la strada per tornare, non solo per bisogno, ma per riconnessione autentica.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

La Dott.ssa Antonella Bellanzon offre supporto psicologico anche online

Buongiorno,

grazie per aver condiviso in modo così dettagliato la situazione: quello che descrive è un momento complesso e doloroso, ei sentimenti di frustrazione, tristezza e senso di ingiustizia che prova sono comprensibili. Dalla sua descrizione emergono alcuni elementi importanti:

Conflitto adolescenziale e regole di convivenza: Sua figlia sta attraversando una fase tipica dell'adolescenza in cui i confini vengono e le regole familiari messi alla prova. Risposte emotive intense, opposizione e sbalzi tra comportamenti ostili e momenti di affetto sono comuni a questa età, anche se possono risultare molto dolorosi per i genitori.

Equilibrio tra fermezza e supporto: È fondamentale mantenere regole chiare e conseguenze coerenti, come sta facendo, ma allo stesso tempo preservare la possibilità di un dialogo aperto per evitare che il distacco diventi definitivo o che il rapporto si danneggi irreversibilmente.

Influenza dei cambiamenti familiari: È comprensibile che sua figlia possa sentirsi destabilizzata dal nuovo equilibrio familiare legato alla transizione di sua sorella. Gelosia, paura di “perdere” attenzione o confusione emotiva sono reazioni normali. Questi sentimenti possono spiegare la reattività, ma non giustificano comportamenti irrispettosi o aggressivi.

Gestione delle emozioni e del rapporto: In momenti delicati come questo, può essere utile:

Rassicurare entrambe le figlie, facendo capire che il sostegno alla sorella non riduce l'amore e l'attenzione per lei.

mantenere regole coerenti e confini chiari, perché il rispetto reciproco e della convivenza è imprescindibile.

Creare occasioni di dialogo neutro, dove possa esprimere emozioni complesse senza conflitto diretto.

Valutare un supporto esterno, come un mediatore familiare o uno psicologo dell'età evolutiva, per aiutare la comunicazione e la gestione dei sentimenti legati ai cambiamenti familiari.

Ruolo dei genitori: Non è educativo forzare un riavvicinamento immediato; allo stesso tempo, non è necessario chiudere la porta definitivamente. La coerenza nelle regole, unità a disponibilità all'ascolto quando sarà pronta, rappresenta la strategia più equilibrata ed educativa.

In sintesi, sta cercando di bilanciare il rispetto delle regole con la protezione del rapporto, e questa è la posizione corretta. È normale sentirsi feriti, ma mantenere chiarezza, coerenza e apertura al dialogo rappresenta la strada più sicura per preservare il legame con entrambe le figlie e sostenere un equilibrio familiare sano.

Cordiali saluti

Dott.ssa Chiara Todaro

Dott.ssa Chiara Todaro

Lecco

La Dott.ssa Chiara Todaro offre supporto psicologico anche online