Buongiorno, si sta creando una situazione in cui non so se dovrei intervenire e casomai quale potrebbe essere il modo corretto: ho un figlio di 15 anni, che spesso mi racconta quello che accade nella sua vita e si confida con me, questa settimana siamo andati al mare io, lui e due suoi amici, ai miei occhi normali adolescenti che si confrontano e a volte si scontrano, sempre rispettosi nei miei confronti, hanno dato una mano nelle faccende quando gliel'ho chiesto e hanno sempre rispettato gli orari di rientro serali. Rientrati dalle vacanze mio figlio mi ha raccontato come hanno passato le serate, principalmente alla piscina del villaggio, dicendomi che si sono divertiti molto ma che in una di quelle occasioni uno dei suoi due amici si è tolto il costume e lo ha lanciato fuori dalla recinzione, noncurante dei presenti imbarazzati dal gesto, per poi andare a riprenderlo e rimetterselo, la prima cosa che ho pensato è che è stata una bravata per attirare l'attenzione, ma poi mio figlio ha preso coraggio e mi ha raccontato che l'anno scorso aveva già fatto una cosa simile, entrando nello spogliatoio dove mio figlio si cambia per fare lezione di judo, e dove c'era tutta la squadra a partire da bambini e bambine delle elementari fino alla terza media, abbassandosi pantaloni e mutande davanti a tutti i presenti per poi andarsene. Ora, non mi va di giudicare questo comportamento perché dietro possono esserci più di mille ragioni diverse, ma mi chiedo che responsabilità ho io in questo caso, dovrei parlarne alla famiglia? ma conosco poco la mamma e mi è sembrata una persona molto ansiosa e piena di paure che, a mio avviso, potrebbe stigmatizzare il figlio senza dargli reale supporto, e comunque non saprei come affrontare l'argomento. Oppure potrei parlarne direttamente con il ragazzo? E coinvolgendo anche mio figlio o no? Naturalmente la soluzione ideale sarebbe che lui ne parlasse con uno specialista (quale?psicologo/sessuologo?) ma anche qui non so come introdurre l'argomento e se è mio compito farlo, ma non mi va nemmeno di fare finta di nulla. Grazie a chi mi risponderà.
Buonasera Giulia,
comprendo bene il suo senso di incertezza e la delicatezza della situazione che ha descritto. È evidente che sta cercando di agire con attenzione, rispetto e responsabilità verso tutti i ragazzi coinvolti - e questo è già un primo passo molto importante.
Quando si presentano comportamenti che generano dubbi o preoccupazioni, soprattutto in contesti adolescenziali, è naturale chiedersi qual è il modo giusto di intervenire. Per quanto sia comprensibile la sua preoccupazione, la scelta migliore - se si vuole intervenire - sarebbe quella di parlarne coi genitori, cercando di trasmettere loro la stessa attenzione e sensibilità, avvertendoli di non stigmatizzare eccessivamente il comportamento. D'altra parte, l'età adolescenziale è caratterizzata da ogni genere di comportamento trasgressivo e, talvolta, al limite. Tuttavia, capisco che non avendo la giusta confidenza con la famiglia, questa non sarà probabilmente la scelta che verrà praticata.
Credo che, al più, potrebbe intavolare il discorso con suo figlio, se serve col supporto di suo padre, circa la sessualità e i comportamenti adeguati, in quanto la sua responsabilità è unicamente rivolta a suo figlio. Se ne sente la necessità, può contattarmi per strutturare un percorso di parent training, al fine di attivare una genitorialità più consapevole su tematiche sensibili come questa.
Resto a disposizione, anche online
Dott. Alessio Gennaro Miele
Napoli
Il Dott. Alessio Gennaro Miele offre supporto psicologico anche online
Buongiorno,
la situazione che descrivi è delicata e merita di essere affrontata con attenzione e sensibilità. Il comportamento del ragazzo potrebbe essere espressione di varie esigenze o difficoltà, dalla semplice ricerca di attenzione a segnali di disagio più profondi. È importante non giudicare, ma agire con consapevolezza e responsabilità.
Come primo passo, ti consiglierei di parlarne direttamente con tuo figlio, ascoltando senza giudizio la sua opinione e il suo punto di vista, per capire meglio la dinamica e la frequenza di questi episodi. In base a ciò, potresti valutare insieme a lui se è opportuno coinvolgere il ragazzo interessato in una conversazione privata e rispettosa, per aiutarlo a riflettere sul suo comportamento e sulle possibili conseguenze.
Se ritieni che la situazione possa nascondere un disagio più profondo, sarebbe utile suggerire alla famiglia del ragazzo, con tatto e discrezione, di considerare un supporto specialistico. In questo caso, la figura di riferimento potrebbe essere uno psicologo con esperienza in età adolescenziale, che possa aiutare il ragazzo a esplorare le motivazioni del suo comportamento e a sviluppare strategie più adeguate di espressione e relazione.
Se ti senti in difficoltà nel come introdurre l’argomento, potremmo lavorare insieme su alcune modalità comunicative efficaci da adottare, anche coinvolgendo tuo figlio se lo ritieni utile.
Ti invito a considerare un percorso di consulenza online per approfondire questa situazione e trovare le strategie più adatte per gestirla con equilibrio e supporto.
Resto a disposizione per un eventuale colloquio online qualora tu lo ritenessi opportuno.
Dott. Giovanni Noè – psicologo
Riceve a Corigliano-Rossano (CS) e anche online
Cosenza
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