Tratto male mia madre e non so perché

Clarissa

Buongiorno, Sono una donna di 32 anni che vive all’estero. Dai 22 anni ho vissuto fuori di casa studiando e poi convivendo con un ragazzo. Nel 2019 mi sono trasferita all’estero con un ragazzo e dopo due anni lei e mio padre hanno lasciato tutto per seguirmi e trasferirsi qui anche loro. Non sono stata io a chiederglielo, ma ovviamente sono contenta che siano qui. Da sempre ho avuto un rapporto particolare con mia madre: lei per me farebbe il mondo a 4 ma ha un modo di fare che mi innervosisce e che giudica tutto ciò che faccio dando il suo punto di vista o dicendomi come secondo lei sia meglio che io lo faccia in tal modo perché “lei è mia dare e sa cosa è meglio per me”. Mi fa sempre battute ed io mi sento giudicata in ogni commento o frase. E mi rendo conto che spesso con lei sono uguale ed inizio a dire la mia e spiegare come farei io e spesso mi sento simile a lei ma non riesco a frenarmi. Come se fosse una competizione che però non voglio giocare assolutamente ma mi sento obbligata a farlo. Il fatto che lei voglia avere sempre ragione su tutto non lo sopporto. Il fatto che debba aiutarla sempre in cose che lei decide di essere aiutata ma quando lo faccio non segue i miei consigli ma fa di testa sua e poi mi chiede ancora aiuto non lo sopporto. Ora sono incinta e a mio padre fa battute del tipo “tanto non ce lo lascerà da soli, non ti illudere” Altra cosa: non mi ascolta, nel senso che se avessi un problema serio forse si ma nel ritmo giornaliero fa finta di ascoltare, poi si dimentica e dice di non ricordare questa cosa o che io non gliel’ho detta. Spesso fa battute per mostrare come lei ha aiutato me e come ha risolto per me situazioni cercando di ricalcare il fatto che lei mi aiuta sempre e che io la tratto male nonostante il suo aiuto. (Per esempio mi ha prestato dei soldi che gli sto restituendo poco per volta ogni mese). Mi chiedo perché aiutare se poi rinfacci gli aiuti che dai? A scrivere questo messaggio ho in testa una sensazione di “tante cose” da dire. Non le so dire quando iniziò questo tipo di rapporto ma penso don adolescenza e sento che non é cambiato in età adulta. Mi rendo conto che il suo giudizio è quello che mi dice di fare in un modo o nell’altro mi affetta emotivamente e finché non seguo il suo consiglio non vivo Serena. Un esempio stupido: Voleva che conoscessimo una sua coppia di amici che vive qui all’estero e io avevo poca voglia. Ha cercato di organizzare pranzo etc con questi ma ho sempre cercato di evitare perché non avevo voglia, non so la ragione precisa ma di conoscere una copia di 60 anni non ho voglia. Lei però spesso mi diceva questa cosa che “la mia amica mi chiede sempre di te etc” e alla fine l’altro pomeriggio gli ho detto che sarei andata con loro a camminare e mi sentivo in dovere di farlo perché lei me lo aveva chiesto più volte e io sempre rifiutavo. Il fatto di farlo mi ha fatto sentire bene perché avevo “fatto questa cosa” che mi chiedeva ma dall’altra ero triste perché ho dovuto farla per sentirm tranquilla con lei e far sì che smettesse con le battute. Ieri è successo che le ho detto che una amica da il sesso del bambino così mi permetterà di fare una torta e far scoprire il sesso tutti insieme a loro e alla famiglia del mio ragazzo fra un mesetto. Lei dice che si è sentita ferita che una mia amica conosca il sesso prima di lei e mio padre con tutto cioè che fa per noi. Io l’ho fatto per poter organizzare una sorpresa a loro e a noi. Ma non le va bene. E ovviamente mi sono arrabbiata. Mi scuso per il papiro, il punto é che vorrei smettere di trattarla male ma nello stesso tempo non sentirmi così con lei. Come dovrei fare per farglielo capire? Un saluto

2 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Clarissa, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Clarissa, mi dispiace per la situazione che sta vivendo, specialmente ora nel suo stato di gravidanza. 
Sicuramente avrebbe bisogno di un lavoro sulla redifinizione dei ruoli, non più come solo "figlia" ma anche come futura mamma, legittimando la necessità dei suoi spazi. 
Le consiglierei un percorso psicologico per poter approfondire il tema e lavorare sulle emozioni che sta provando. 

Dovesse aver bisogno, sono disponibile per colloqui sia in presenza a Torino sia online. 

Le faccio i più sinceri auguri per la sua gravidanza e buona giornata. 
Cordialmente

Dott.ssa Victoria Guidone

Dott.ssa Victoria Guidone

Dott.ssa Victoria Guidone

Torino

La Dott.ssa Victoria Guidone offre supporto psicologico anche online