Attacchi di panico e senso di soffocamento

Carla

A marzo ho iniziato ad avere il reflusso così che la dottoressa di base mi ha prescritto il pantoprazolo da 20 mg. Dopo due settimane mi sentivo meglio perciò ho smesso. Nel frattempo però ho questo problema di non riuscire a deglutire che mi viene quasi ogni giorno da parecchio tempo. Ieri vado dall endocrinologo e mentre mi visita mi tocca la pancia e nei due punti centrali mi faceva male. Mi ha prescritto un altra volta il pantoprazolo ma stavolta da 40 e mi ha detto di risentirci in due mesi. D altra parte la mia dottoressa di base mi ha detto di iniziare a prendere degli psico farmaci associati ad un percorso di psicoterapia. Le due cose sono associate?

10 risposte degli esperti per questa domanda

Ovviamente si! E per le precisione è necessaria la psicoterapia per eliminare la componente psicologica che innesca e/o amplifica il sintomo. Solo lo psicofarmaco rischia di non funzionare a lungo termine poiché agisce sul sintomo e non sulla causa, da rilevare e affrontare in un percorso di psicoterapia, meglio se di tipo cognitivo-comportamentale o strategico breve. Spesso è solo un problema di suggestione e possono bastare anche poche sedute. Dott. Tizza

Dott. Gaetano Tizza

Dott. Gaetano Tizza

Ragusa

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Se la incontrassi in un primo colloquio le chiederei: che cosa non le va giù? (Dal punto di vista emotivo, affettivo nella sua vita?)

Per quanto riguarda psicofarmaci e psicoterapia possono certamente  essere associati, ma a volte una buona psicoterapia può bastare.

Buongiorno Carla,

di solito è bene accompagnare una terapia farmacologica con un percorso personale per occuparsi a 360° della problematica, che riguarda il corpo solo in minima parte.

In ciò che ha scritto, potrebbe esserci sicuramente una componente psicologica che sta cercando di venire fuori attraverso questo sintomo. Probabilmente è qualcosa di cui non ha ancora la piena consapevolezza. Varrebbe la pena indagare.

Potrebbe esserle utile avere anche solo un colloquio con un professionista, per poter iniziare a raccontarsi. 

Nel caso abbia piacere, ricevo anche online. 

Le auguro una buona giornata

dott.ssa Alessia Serio

Dott.ssa Alessia Serio

Dott.ssa Alessia Serio

Torino

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Salve Sig.ra Carla,

ho letto il suo messaggio e in merito alla sua domanda mi sento prima di tutto di consigliarle di non iniziare una cura di psicofarmaci senza la consultazione di uno psicologo e/o psichiatra. 

Nel suo messaggio Lei ha detto di aver iniziato a soffrire di Reflusso dal mese di Marzo e anche questo suo disturbo di reflusso potrebbe essere in realtà dovuto da uno stato di ansia che fa innescare o peggiorare il suo reflusso gastroesofageo che le crea questa difficoltà a deglutire. Per tale ragione le suggerisco di rivolgersi ad uno specialista psicologo e/o Psichiatra per poter ricevere una consulenza in merito al suo problema e capire la causa ed eventuali fattori di mantenimento e/o aggravamento. Generalmente uso di farmaci durante un percorso di psicoterapia viene utilizzato quando il problema del paziente è di entità moderata o grave ma spesso se invece il problema del paziente è di entità lieve si può optare anche di intraprendere soltanto il percorso di sostegno psicologico. La scelta se associare le due cose è dipesa dal caso soggettivo del paziente e dalla scelta dello specialista ossia lo psicologo non può segnare farmaci mentre lo psichiatra si.

Resto a disposizione per ogni sua necessità o se vuole farmi delle domande sarò ben lieta di poterle risponderle. Inoltre, se vuole io sono psicologa e lavoro a Roma sia presso lo studio dove collaboro ogni mercoledì e venerdì sia tramite modalità online dal lunedì al venerdì  con pazienti della mia città ma anche di altre città. PRIMA CONSULENZA SEMPRE GRATUITA.

Un caro saluto,

Dott.ssa Chiara Ilardi

Dott.ssa Chiara Ilardi

Dott.ssa Chiara Ilardi

Roma

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Carla, grazie per aver condiviso quello che stai passando.

Da quello che descrivi, sì, è molto probabile che i disturbi fisici (come il senso di soffocamento e difficoltà a deglutire) siano legati sia al reflusso gastroesofageo che all’ansia, in particolare agli attacchi di panico. 1. Reflusso gastroesofageo : Può causare sensazione di nodo alla gola, difficoltà a deglutire (disfagia), bruciore retrosternale e sensazione di soffocamento, soprattutto se lo sfintere esofageo è irritato o infiammato. Il Pantoprazolo serve a ridurre l’acidità e a guarire eventuali infiammazioni, ma ci vuole costanza nella cura — sospenderlo troppo presto può far tornare i sintomi. 2. Ansia e attacchi di panico: Possono generare sensazioni fisiche molto forti, tra cui: nodo in gola, difficoltà a respirare, tensione muscolare alla gola o al torace, ipervigilanza su sintomi corporei. Queste sensazioni non sono “nella testa”, sono reali, ma nate da un meccanismo ansioso, non da un danno fisico. Le due cose si alimentano a vicenda: Il reflusso può generare sensazioni strane che ti fanno preoccupare → questo può scatenare ansia. L’ansia, a sua volta, può peggiorare il reflusso, aumentare la tensione muscolare nella gola, e rendere più difficile deglutire → un circolo vizioso. Segui con regolarità la terapia con Pantoprazolo 40 mg, almeno per il periodo indicato dal tuo endocrinologo. Ascolta anche la tua dottoressa di base: se ti ha consigliato un supporto psicologico o farmacologico per l’ansia, è perché ha colto che il problema non è solo fisico. Si possono apprendere con l'aiuto di un professionista delle tecniche di rilassamento che allentano i sintomi ansiosi. Se vuoi posso essere disponibile

Dott.ssa Antonella Bellanzon

 

 

       

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Buonasera,
quello che stai vivendo è qualcosa che accomuna molte persone: sintomi fisici come il reflusso, la difficoltà nella deglutizione o il dolore addominale possono avere una componente organica, ma anche essere influenzati da aspetti psicologici, in particolare da condizioni come l’ansia somatizzata o lo stress cronico.

Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, sappiamo che la mente e il corpo sono strettamente connessi: ad esempio, quando si è sotto pressione o si vivono stati d’ansia persistenti, il corpo può esprimere il disagio attraverso sintomi fisici come tensioni muscolari, problemi gastrointestinali o difficoltà respiratorie e deglutitorie. Questo non significa che “è tutto nella testa”, ma che è utile affrontare il problema da entrambe le prospettive: quella medica (come stai già facendo) e quella psicologica.

La tua dottoressa ha probabilmente intuito questo collegamento e per questo ti ha consigliato un percorso psicologico, eventualmente associato a un supporto farmacologico. Iniziare una psicoterapia può aiutarti a comprendere meglio da dove arrivano questi sintomi, a gestire meglio lo stress e a ridurre il circolo vizioso tra preoccupazioni e sensazioni corporee.

Se ti fa piacere, possiamo prenderci uno spazio di consulenza psicologica, in cui valutare insieme come stai, cosa sta contribuendo a questo malessere.

Resto a disposizione,
Maria Limongelli

Il ricorso agli psicofarmaci vedrebbe meglio la consultazione di uno psichiatra al fine di fare una valutazione. La difficoltà a deglutire potrebbe essere indagata da psichiatra o psicologo nel momento in cui i medici abbiano esclusa una patologia organica. Terapia farmacologica e psicologica possono anche essere associate: occorre valutarne l'effettiva necessità dell'una, dell'altra, o di tutte e due.

Cordiali saluti ed auguri.

Dott. Livio CAPARRELLI (Psicologo di Oleggio)

Cara Carla,

mi occupo di attacchi di panico da molti anni, con un approccio alla cura che è integrato e unisce le mie conoscenze di medicina psicosomatica e tecniche corporee con quelle della Hellinger®sciencia. Questo perché l'attacco di panico ha manifestazioni varie: fisiche, che, come nel caso di tachicardia o di alterazione del respiro, impressionano molto e allarmano la persona; emotive molto forti; relazionali, cioè influenzano le relazioni familiari, sociali e lavorative. Con la mia formazione terapeutica lo affronto in una visione più ampia. Nella mia esperienza ho seguito anche persone che prendevano psicofarmaci e ho potuto osservare che l'uso degli psicofarmaci peggiora l'attacco di panico, certamente non lo risolve e gli effetti possono pregiudicare la salute generale, la capacità di attenzione e concentrazione. Quindi, prima di cominciare con gli psicofarmaci, si rivolga a uno psicoterapeuta, per conoscere due cose: la prima è una corretta diagnosi e la seconda è la modalità con cui svolge la cura. Nella mia esperienza l'attacco di panico se affrontato e guardato nella dimensione globale di corpo. Mente. Emozioni e relazioni, si risolve con successo e senza psicofarmaci. Inoltre, laddove c’è bisogno anche di un aiuto come farmaco, la informo che esiste una vasta conoscenza di trattamenti nell'ambito della medicina naturale, senza conseguenze compromettenti per la salute dei suoi organi interni. Io stessa usufruisco della collaborazione di medici ed esperti della medicina naturale. A volte, quando è necessario consiglio di affiancare al percorso psicosomatico e terapeutico, i rimedi fitoterapici, fiori di Bach rimedi omeopatici o altro. É bene comprendere che l'attacco di panico ha delle caratteristiche soggettive di manifestazione e va guardato nello specifico modo particolare per ogni persona. Così, anche il rimedio naturale va cercato in sintonia e in risonanza con il corpo e la dimensione emotiva della persona. Voglio aggiungere che grazie alla medicina psicosomatica e alle scienze della medicina naturale, alle scoperte della Hellinger® sciencia, l'attacco di panico si può affrontare positivamente, gestirlo e risolverlo definitivamente.


Grazie per aver condiviso la sua storia.

Per approfondimenti e domande non esitare a contattarmi.

Cordiali saluti

Dott.ssa Leopoldina De Varti

Dott.ssa Leopoldina De Varti

Avellino

La Dott.ssa Leopoldina De Varti offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Carla,

nel titolo parli di attacchi di panico, ma non spieghi come si manifestano.

Con le poche informazioni che ho, direi che le due cose sono collegate e che la tua dottoressa potrebbe avere ragione.

Prova a seguire il suo consiglio.

Vedrai che starai meglio

Un abbraccio 

Marchetti Fiammetta 

Ordine Psicologi Liguria n 2882

Disponibile a consulenze on line e tramite telefono

Dott.ssa Fiammetta Marchetti

Dott.ssa Fiammetta Marchetti

La Spezia

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