Insonnia e ansia.Quali sono le cause e i rimedi?

Rosa

Salve, Sono una ragazza di 21 anni. Circa 4 mesi fa un pomeriggio a lavoro ho cominciato a sentirmi il cuore battere forte, un nodo alla gola e sudate a freddo.sono una ragazza un po' ipocondriaca sotto un certo punto di vista e sono andata subito dal dottore credendo fosse il cuore ma mi ha detto che andava bene. Ho prenotato un elettrocardiogramma ed è andato tutto bene. Ho sofferto per una settimana di insonnia sentendomi sempre in quel modo, poi una dottoressa mi ha prescritto delle pillole naturali che mi calmassero ed ogni sera facevo la camomilla. Poi sono passati, ero convinta fossero dovuti ad un post stress dopo gli esami universitari. Dopo. Un mesetto sono tornati questi attacchi per una settimana ma nessuna pillola o camomilla che mi calmassero l'ansia e piangevo alla notte e stavo malissimo anche perché il giorno dopo lavoravo e dormivo poco. Ho saltato anche qualche giorno di lavoro. Ho addirittura pensato fosse il lavoro perché non stavo bene e l'ho lasciato per dedicarmi solo agli studi. Però almeno per 2 giorni per 2 volte al mese mi torna questa insonnia alla notte ed anche ansia di giorno come se mi spingessero sul petto e alla notte se dormo con mia mamma come una bambina sto meglio. Ammetto di essere una ragazza abbastanza ansiosa di mio ma questi sintomi non li ho mai avuti e sto male perché non so più come fare. Quali possono essere le cause e i rimedi? Vi ringrazio molto ROSA

7 risposte degli esperti per questa domanda

"Gentile Rosa,

purtroppo la sintomatologia ansiosa che lei descrive e sta vivendo, tende a peggiorare se non trattata e la terapia Cognitivo-Comportamentale, il mio approccio elettivo, è quella d'elezione per i disturbi d'ansia. 
Intanto le fornisco alcune informazioni, anche se non hanno la presunzione di esaustività, perchè per poter essere maggiormente precisa, è necessario fare un assessment, ossia una valutazione iniziale che lo psicoterapeuta compie per arrivare alla comprensione del funzionamento della persona al fine di decidere l'intervento più appropriato al caso (è l'equivalente delle analisi del sangue e delle valutazioni diagnostiche in ambito medico).
 
L’età in cui tale disturbo si manifesta per la prima volta varia notevolmente da soggetto a soggetto, ma tipicamente si colloca tra la tarda adolescenza e i 35 anni.

In base agli studi empirici finora realizzati, i fattori di rischio per l’insorgenza del disturbo di panico risultano essere:

  • situazioni stressanti fisiche (es. malattie, mancanza di sonno, iperlavoro, uso di sostanze stupefacenti) e psicologiche (es. stress lavorativo, problemi finanziari, cambi di ruolo, conflitti interpersonali, malattie di familiari, lutti);
  • iperventilazione, che consiste in una respirazione più rapida e profonda rispetto al fabbisogno d’ossigeno dell’organismo in un determinato momento;
  • predisposizione genetica e familiarità, per cui i consanguinei di primo grado si trasmetterebbero la tendenza a rispondere con l’ansia a determinati stimoli;
  • caratteristiche di personalità, consistenti essenzialmente in una sensibilità agli stimoli ansiogeni, che si manifesta in particolare con lo stile di pensiero catastrofico.

Conseguenze del disturbo di panico

Il disturbo di panico può essere particolarmente invalidante in quanto ha ripercussioni sulla vita lavorativa (es. rinuncia ad un lavoro per le difficoltà di spostamento), familiare (es. tensioni interpersonali causate dalle frequenti richieste di essere accompagnati) e sociale (es. riduzione delle relazioni a causa della difficoltà a frequentare luoghi pubblici) della persona che ne soffre. La riduzione dell’autonomia, conseguente all’attuazione dei comportamenti protettivi e di evitamento, danneggia, a breve termine, la qualità della vita di chi ha il disturbo e dei suoi congiunti, e, a lungo termine, il senso di efficacia personale e la stima di sé. Il decremento dell’efficacia personale e dell’autostima, inoltre, a lungo andare possono produrre una depressione secondaria. Altra frequente conseguenza del disturbo di panico è l’abuso di sostanze stupefacenti (in particolare l’alcool), a cui la persona può ricorrere come tentativo disperato di gestire il disturbo stesso o la depressione che ad esso può seguire.

 

Nel caso mi contatterà entro maggio potrà usufruire delle prime 3 sedute in promozione come indicato sul sito. 
Le auguro una buona giornata. 
Cordiali saluti.

Buongiorno Rosa, lei mi sta sicuramente parlando di attacchi d’ansia ,cioè quei momenti in cui l’ansia si alza, e ci  porta  a pensare di perdere il controllo su noi stessi e su ciò che ci sta intorno. È importante comprendere che gli attacchi d’ansia sono come delle scariche di qualcosa che dentro di noi non riusciamo più a controllare.

Molte persone che soffrono di queste crisi spesso iniziano a diminuire le attività sociali e i loro rapporti affettivi.

Per superare le crisi d’ansia  spesso si usano terapie di tipo farmacologico, spesso però inutili a risolvere definitivamente i veri motivi per cui crisi e attacchi prendono il sopravvento su noi stessi.  Per arrivare ad una sua soluzione, la persona deve imparare a conoscersi e soprattutto a riflettere in modo consapevole su se stessi. Spesso una psicoterapia diventa un percorso importante e utile perché direttamente rivolta ad individuare le cause profonde dell’attacco di ansia.

Saluti.

Buongiorno Rosa,

probabilmente 4 mesi fa hai provato l'esperienza di un attacco di panico che successivamente ti ha reso sensibile al pensiero che potesse accadere nuovamente. Avendo escluso, attraverso esami clinici, altri tipi di cause e malesseri probabilmente da un lato ti sarai sentita sollevata e dall'altro l'incertezza di non sapere bene cosa ti stesse accadendo ha mantenuto alta la tua ansia e preoccupazione. Quello che succede di solito in queste situazioni è che la persona sviluppa una paura di sentirsi male ed avere altri attacchi, anche se attualmente la frequenza con cui ti capita si è molto ridotta rispetto a prima (2 volte al mese). Ciononostante, visto che la situazione attualmente non è definitivamente risolta, e considerando il tuo ritenerti ansiosa e un pò ipocondriaca, credo ti possa fare molto bene e aiutare la consulenza con uno psicologo-psicoterapeuta che ti aiuti ad individuare cause, e variabili in gioco nella tua situazione ed insieme risolverla. 

Ti consiglio uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, orientamento molto efficace nelle situazioni come la tua. Se hai ancora bisogno di scrivermi contattami pure. 

Cara Rosa, mi permetto di darti del "tu" vista la tua giovane età. Comprendo molto bene il disagio che ci porti, quando l'ansia è eccessiva diventa un problema e non permette di vivere a pieno la vita. Sembra che tu abbia un'attenzione focalizzata molto sulle manifestazioni del tuo corpo (pressione al petto, tachicardia...) e più ti focalizzi su queste sensazioni e più l'ansia aumenta. Inoltre il problema è alimentato anche dal fatto che non riesci a comprendere come mai ti senti così e magari non ti senti "normale". Vorrei tranquillizzarti dicendoti che esistono dei pensieri (chiamati automatici) molto rapidi e difficili da cogliere, che determinano le nostre emozioni e ci fanno provare rabbia, felicità, tristezza (...) e anche ansia. Per capire quindi il tuo stato emotivo e perchè provi ansia, bisognerebbe scoprire questi pensieri per poi poterli mettere in discussione. Potresti inoltre trarre giovamento anche con tecniche più concrete come il rilassamento e il respiro lento. Il mio consiglio è quello di rivolgerti a un terapeuta che ti aiuti a capire cosa sta succedendo e come affrontare il problema. Se sei interessata, hai voglia di approfondire e cercare una soluzione mi puoi contattare all'e-mail irene_desimoni@virgilio.it, sarò lieta di aiutarti. A presto.

Buonasera Rosa, i sintomi che lei descrive sono piuttosto comuni quando si vivono situazioni di ansia. Si potrebbe dire che lei soffre di attacchi di ansia o di panico e che la situazione non migliora anche se lei si sottrae ad alcune situazioni ansiogene come quella, per esempio, del posto di lavoro. Ciò significa che, come accade quasi sempre, il problema non è fuori di noi ma dentro. Andare a capire il perchè è un compito che lei può realizzare facendosi aiutare da uno psicologo che la potrà accompagnare in un viaggio sulla sua storia personale e familiare e così, analizzando le relazioni e le cose accadute, sarà probabilmente possibile capire da dove deriva la sua insicurezza che le procura la paura di sbagliare e dunque la mette in una condizione di ansia.

Cordiali saluti

Ciao in base alle tue domande, la camomilla come rimedio è buono, ma se non è più efficace come racconti, allora forse è il caso che ti rivolgi ad un collega della tua città ed approfondisci in terapia privata la questione. Non ci sono rimedi specifici per l'ansia, ma ci sono specifiche strategie di gestione e di comprensione dei sintomi, che le persone scoprono in terapia e sperimentano nella loro vita. Ognuno di noi ha risorse necessarie per affrontare la vita al meglio, si tratta di scoprirle e metterle in gioco, la terapia aiuta in questo. Spero di esserti stata di aiuto, cordiali saluti.

Salve Rosa, ho letto con attenzione le sue parole, alla base della sua insonnia c'è probabilmete un problema d'ansia, che sta anche alla base della sua ipocondria e dei diversi sintomi che lei manifesta. Occorre capire cosa le causa l'ansia, da quello che credo di aver capito, questi sintomi la stanno portando a sentirsi sempre più insicura e a dover dipendere dagli altri, nello specifico parla di sua madre, per potersi rasserenare. Occorre capire perchè sta attraversando questa fase di regressione, che la porta ad abbandonare un lavoro e a dormire nel letto con sua madre per sentirsi più sicura, ipotizzo che ci sia una difficoltà a crescere, vista la sua giovane età...Queste sono solo ipotesi, provi a chiedere un consulto psicologico con un terapeuta a lei vicino, dove potranno emergere maggiori informazioni, che potrebbero dare un senso a ciò che le sta succedendo e aiutarla a capire come poterne uscire. Buon tutto.