Come devo affrontare questa situazione?

Nicola

Buonasera, Passo subito a spiegarLe la mia storia: Sono stato per un anno e mezzo con una ragazza, di cui a breve Le parlerò. La relazione era molto normale, tra alti e bassi fisiologici, abbiamo affrontato tante situazioni brutte durante questo tempo insieme: l'infarto del padre, il mio perdere il lavoro, un incidente d'auto, la morte di mio nonno da lei non capita, un suo esame che l'ha stremata... Ma tutto sommato eravamo affiatati e molto, molto legati. Lei é sempre stata un tipo ansioso e molto molto testarda, tanto da farmi pensare che avesse il potere di autoconvincersi. Tutto questo fino a 3 mesi fa, quando dopo essere stati al bar con un'amica che aveva lasciato il suo ragazzo é iniziato questo calvario che ha distrutto lei, me e ora la nostra storia. Dopo qualche giorno da quell'incontro al bar lei mi lascio' una prima volta, dicendo che era assillata dal dubbio sul se mi amasse o meno. Poi una settimana circa è tornata da me e abbiamo ricominciato, nel frattempo lei ha iniziato un percorso con una psicologa, che le ha quasi subito diagnosticato una depressione maggiore. Gli alti e i bassi si avvicendano quindi ormai nel giro di una sola giornata più volte... Ma io ho cercato di starle vicina e spronarla, o almeno di comprendere il suo dolore. Scoprendo in questo periodo che lei questa situazione l'aveva già vissuta nella sua precedente storia, nella quale di era intrappolata perché il dubbio sull'amore per il suo ex l'aveva portata a pensare di poter essere omosessuale. Comunque dopo aver incontrato, sotto richiesta della psicologa, uno psichiatra e un neurologo, la diagnosi di tutti e tre é stata la stessa: DOC (omosessuale e da relazione). Comunque alla fine degli ultimi 3 mesi sembrava andare tutto meglio, c'erano si giornate no, ma mi sembrava più serena... Poi ha iniziato a prendere i farmaci antidepressivi consigliateli dallo psichiatra (seroxat) e dopo una settimana dalla prima compressa, mi ha lasciato di nuovo dicendomi che le era tornato quel pensiero di nuovo da un paio di giorni, che lei era stanca, che non poteva farmi del male così, che aveva bisogno di stare sola perché ha perso la spontaneità del sentimento... E da allora sono passati 16 giorni nei quali non ci siamo più né visti nè sentiti... Io sto rispettando questa sua scelta, anche se non so se é giusto fare così. Io ho bisogno di aiuto, non so cosa fare, come posso aiutarla? Come devo affrontare questa situazione? Io sto male da giorni... Non faccio che pensare a questa situazione che mi manda al manicomio, perché non è la fine di una storia normale, cioè io dovrei odiare lei nella normalità, ma sapendo del disturbo odio questo, perché io non credo che lei non mi ami, anzi... Ma sono stanco... Molto stanco. Mi aiuti, mi consigli, mi dica come comportarmi, cosa pensare. La prego mi aiuti. Grazie anticipatamente.

15 risposte degli esperti per questa domanda

Sicuramente è una storia di amore tormentata, ma credo che poco spazio ci dovrebbe essere per i sensi di colpa, per le amarezze. Purtroppo la sua compagna, ha una patologia, e dalla quale deve curarsi. non può lei curare nè aiutare. provi a parlare con lo psicologo che la segue per farsi delucidare in merito. quando una storia d'amore finisce, è un lutto e lei deve concedersi il tempo per poterlo elaborare e anche farsi aiutare da qualcuno di competente.

buona giornata

Salve,

la storia che racconta è molto complessa, mi colpisce lo sbilanciamento della relazione tra lei e la sua fidanzata. Lei molto attento nel prendersene cura, la sua fidanzata molto attenta a prendersi cura di sè. Ci sono tante cose poco chiare, ma quello che è chiaro è che sia lei che la sua fidanzata avete bisogno di essere aiutati,ognuno dovrà ritrovare se stesso per capire bene se e cosa si vuole dall'altro. Non esistono comportamenti e consigli da poterle suggerire in questo momento, se non quello di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale per ciascuno. Un augurio di crescita personale.

Salve Nicola,

la sua situazione mi appare piuttosto intricata, ma si capisce che soffre molto per le condizioni che si sono venute a creare con questa ragazza. Purtroppo le relazioni con le persone che soffrono di questi disturbi (devo ammettere che non mi sono affatto le condizioni di questa ragazza, ma la cosa forse ha un'importanza relativa in questo momento), sono quasi sempre complesse e dolorose, dal momento che si tratta di persone conflittuali e tormentate. 

Mi sembra di capire che in qualche modo c'entri l'omosessualità, o meglio una certa spinta omosessuale che questa ragazza sente o teme di sentire...fatto che l'ha allontanata da lei. Ebbene, a mio parere non è detto che si tratti di vera e propria omosessualità, fatto sta che questa ragazza deve star passando un momento di grossa confusione, una confusione che evidentemente le appartiene profondamente, facendo tutt'uno con la sua persona, ed è per questo che le sconsiglio di pensare alla sua ex ragazza e al suo disturbo (che dice di odiare) come se fossero due cose distinte e separate. Purtroppo un disturbo psichico non è come un' influenza che si prende a causa di agente patogeno esterno alla persona (tipo un virus che si insedia nel corpo precedentemente sano di un individuo), bensì è una caratteristica interna all'individuo. Le dico questo perchè mi sembra che lei al momento abbia difficoltà a cercare di staccarsi da questa situazione anche perchè sente che ad allontanare la ragazza da lei non è stata la ragazza stessa con la sua confusione, ma il disturbo che le provoca reazioni incontrollate o che vanno contro il suo stesso volere reale (quando dice che infondo lei la ami ancora). 

Chiaramente è passato poco tempo dal vostro allontanamento, quindi di certo la confusione è ancora in atto (sia per lei che per la ragazza), è solo che io le sconsiglio di continuare a vivere ancora per molto dentro questo imprevedibile vortice di dolore e conflitto, in cui è stato tirato.

Purtroppo se la ragazza soffre di una difficoltà così grande da tempo (ripeto, che io non saprei determinare al momento, le etichette diagnostiche spesso dicono tutto e nulla), non ne uscirà velocemente, e lei rischia di rimanere in questa situazione per molto molto tempo, il che non credo che sia giusto.

La invito a fermarsi e a riflettere su questa situazione, sulle possibili conseguenze per il suo futuro, e a trovare dentro di sè la forza per distaccarsene ritrovando un equilibrio. Se lo ritiene utile, può anche pensare ad un breve percorso psicologico che l'aiuti a fare ciò.

Gentile Nicola,

posso immaginare il suo stato d'animo e le dico subito che la sua confusione e il suo malessere è del tutto naturale, oserei dire fisiologico, data la natura della vostra relazione. E' mia convinzione che per capire gli altri dobbiamo capire innanzi tutto noi stessi, fare luce sui nostri desideri più profondi, dare voce alle nostre esigenze, a ciò che vogliamo o non vogliamo in una relazione. Ho come l'impressione che nella sua relazione vi siano delle dinamiche del tipo "salvatore/vittima", dove lei tenta di salvare a tutti i costi questa ragazza dal suo dolore, a discapito della sua serenità e dei suoi bisogni. Ciò ovviamente ferisce le sue necessità e non risolve ma anzi complica la faccenda. Il mio unico consiglio, se così vogliamo chiamarlo, è quello di farsi aiutare, di mettersi in gioco, tentando di dare un senso al suo comportamento, prima che a quello della sua ex ragazza, cercando di capire cosa celano questi comportamenti, cosa può fare per affrontare meglio sia l'eventuale fine di questa relazione che il ripristino della stessa, ma su basi più equilibrate. 

Trovi se stesso e troverà le risposte che cerca.

Le auguro il meglio.

Salve Nicola,

dalla Sua mail si evince chiaramente la sofferenza che sta vivendo in questo momento.

al di là della diagnosi emessa, certamente la sua fidanzata sta vivendo un momento di forte difficoltà e probabilmente ha da affrontare ed elaborare problematiche emerse già in passato.

comprendo che da persona innamorata, Lei desidera starle vicino e sostenerla, ma per il bene di entrambi e della relazione è forse giusto che lasci alla sua fidanzata lo spazio necessario per affrontare difficoltà che probabilmente si trascina dietro da un pò. Potrebbe eventualmente contattare la famiglia della ragazza, per assicurarsi che sia seguita da professionisti che possano aiutarla adeguatamente, o ancora i dottori che la seguono che certamente conoscono meglio la situazione della ragazza.

Nella mail, però, ha parlato anche della sua sofferenza, ha detto di sentirsi molto stanco della situazione, per cui potrebbe approfittare di questo tempo per concentrare l'attenzione su di sè, provando a comprendere ciò che relamente vuole, provando ad occuparsi di sè e non solo degli altri.... della sua sofferenza, delle perdite importanti che ha vissuto e che ha fatto scivolare in secondo piano.

Se dovesse aver ancora bisogno può contattarmi tramite psicologi.italia o privatamente

Saluti

Salve,

ho letto la sua richiesta di aiuto.

Sento molto il suo dolore, la sua stanchezza, la sofferenza, ma, allo stesso tempo sento anche che lei è una persona che si mette in discussione e che ha molta forza per poter attingere alle sue risorse. Le stesse che le hanno portato a stare vicino alla sua ragazza nei momenti "bui".

Ho uno studio a Napoli e uno in provincia

Cordialmente

Gentile Nicola, ho letto con attenzione la sua richiesta, dalla quale mi sembra di cogliere una grossa sofferenza, laddove l'uso dei termini "distruggere" sembra rendere bene l'idea del vissuto attuale legato alla fine di questa storia. Una storia nella quale, da come racconta, i protagonisti invece che due sembrano essere tre: lei, la sua ragazza e il disturbo alla fine diagnosticatole. Dico questo, perchè quello che sento dalle sue parole, è una difficoltà a darsi pace dettata, mi sembra, da una visione del disturbo come un alleato che ha distrutto lentamente la vostra relazione e che la rende oggi impotente e incapace di poter accettare lo stato delle cose. Ben consapevole della limitatezza di una risposta via web, sento di invitarla a valutare la possibilità di poter rivolgersi personalmente ad un professionista in modo da poter affrontare e prendersi cura delle sue ferite, che, oggi, fanno così male.  

Buonasera Nicola,

comprendo la sua situazione e l'angoscia che le provoca.

Una difficoltà che incontro nel riponderle è che non mi è chiaro se la diagnosi fatta alla sua ragazza sia di depressione maggiore, disturbo ossessivo compulsivo (DOC), omosessualità (che non è una diagnosi, in quanto non si tratta di una patologia) o tutte e tre le cose.

Il fattore “confusione” (che immagino essere anche il suo), unito a quello del cambiamento repentino nella vostra relazione (dalla situazione di coppia complice e affiatata che mi ha descritto: non è da tutti affrontare tanti eventi difficoltosi/traumatici in un lasso di tempo così breve ed all'inizio di una relazione; a quella di rottura della relazione), mi porta a comprendere quanto debba essere stato spiazzante per lei affrontare ciò che le sta capitando.

Non entrerò nel merito della patologia della sua (o ex) partner, non conosco abbastanza la situazione e mi sembra che ci siano già vari specialisti ad occuparsene.

Cercherò invece di essere d'aiuto a lei, per quello che posso.

Credo che molto del suo affanno dipenda dall'idea che ci sia qualcosa che lei possa fare per cambiare o risolvere la situazione della ragazza che ama. Purtroppo non credo che sia così.

Se se la sente (e nella misura in cui non sia eccessivamente gravoso per lei), può scegliere di darle il tempo di cui ha bisogno per chiarirsi le idee (rispetto ad i propri sentimenti) e dichiararsi disponibile ad affrontare con lei i suoi sbalzi d'umore e gli altri sintomi, ma non di più.

A volte le storie finiscono anche se nessuno si è comportato “male” con l'altro; l'odio può essere un sentimento che facilita un primo distacco, ma l'elaborazione di una separazione non deve necessariamente passare da esso.

Credo che in questo momento le sarebbe utile fermarsi un attimo, respirare, centrarsi su se stesso, consapevole dei suoi sentimenti e del fatto che le sue energie hanno un limite e che, anche per darle agli altri, c'è bisogno di averne prima per sé.

Se poi questo non dovesse bastare, potrebbe pensare a cercare un sostegno psicologico in loco per essere aiutato a gestire un momento particolarmente stressante. Sperando di esserle stata d'aiuto, la saluto facendole i miei migliori auguri.

Salve in base alla sua storia, se lei è innamorato della ragazza è normale che si preoccupi per lei e che rispetti i suoi desideri, quindi non sentirla per 16 giorni come le ha richiesto è un gesto che rispetta la sua ragazza. Le domando lei vuole una persona così al suo fianco? vuole davvero continuare una relazione con una persona che potrà solo comprendere ed assecondare come stà già facendo, altro non potrà fare, ci pensano gli specialisti dai quali è seguita. Si domandi se lei è pronto per continuare questa relazione nel bene e nel male, se lo vuole veramente ed in base alla risposta che da a sè stesso, può scegliere di lasciare andare questa ragazza e trovarne un'altra, oppure andare lei privatamente in terapia e trovare un modo per proteggersi da lei e gestire la relazione con lei, che non sarà facile. A lei la scelta. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.

Gentile Nicola buonasera,


la sua situazione è singolare ma allo stesso tempo abbastanza comune. Immagino cosa sta provando e il malessere che sta vivendo in questo periodo.

Comprendo la sua stanchezza ed è perfettamente comprensibile. Non posso tuttavia darle un consiglio e tantomeno dirle come si deve comportare, queste sono cose che dovrebbe capire lei da solo o con l'aiuto di un professionista in un percorso, magari neanche troppo lungo, avente come scopi il fare chiarezza nei suoi pensieri, nei suoi dubbi e contenere, elaborare le sue emozioni distruttive. Il comportamento giusto da attuare, verrebbe poi più facile da attuare. Ripeto non posso purtroppo darle consigli e non si fidi di chi lo fa, almeno senza conoscere in modo più approfondito la sua storia, e questo, dalla sua richiesta, non è supponibile.

Ciò che risulta chiaro è che al di là di tutto il vostro rapporto è in un certo senso ormai contaminato, se riuscite a ricucire le cose dovete impegnarvi tanto e lavorare al meglio, ci vorrà fatica, ci saranno molti dubbi e una forte dose di decisionalità. Ci sono molti aspetti che non ha chiarito e che non permettono di dare una risposta esauriente: più dettagli sulla vostra storia, i vostri punti di forza, come funzionavate nel rapporto in generale e nell'intimità, le esperienze precedenti e tanto altro.

Si evince anche che lei è molto inquinato dai suoi pensieri, l'idea di non potercela fare da solo senza di lei, o di non trovare un'altra come lei, l'idea di non essere stato compreso abbastanza da lei, l'idea che rimarrà solo e non sarà felice e altro. Questi pensieri, non del tutto veri, la influenzano tanto, anche se non ha prove certe della loro veridicità, lei ci crede ciecamente, anche perchè molto spesso questi pensieri arrivano all'improvviso e non ne siamo neanche consapevoli. Ancora, non è possibile che la sua ragazza l'abbia lasciata solo perchè ha parlato con un'amica al bar, sicuramente aveva altro dentro di se, e infatti le diagnosi successive lo hanno poi confermato. La cosa certa, è che lei non può aspettare i cambiamenti di umore della sua ex, non è giusto per entrambi, è una cosa che vi rallenta nella vita e vi toglie energia.  Lei non credo che la può aiutare più di tanto, la sua ex dovrà imparare ad aiutarsi da sola, lei può solo sostenerla e assisterla, come ha fatto fin'ora. Ci sarebbe poi da capire perchè sta male. Che cosa veramente la fa stare male? Cerchi di rispondere a questa domanda, da qui si possono evincere le cause del suo malessere e cercare poi di ripararle.

Come vede le tematiche possono essere tante, sarebbe necessaria un'indagine molto più approfondita e accurata, personalizzata su di lei e su come è fatto lei.

Detto questo, per una CONSULENZA GRATUITA, se vuole approfondire e parlare della faccenda nei dettagli di persona,  mi può contattare

Grazie per la richiesta.

Cordiali Saluti

Gentile Nicola,

innanzitutto Le anticipo che non sono la persona giusta per elargire consiglio, anzi, stia lontano da chi vuole dargliene, soprattutto in situazioni delicate come la sua. Penso che lei debba rivolgersi ad una persona esperta che possa aiutarla a capire e ad accettare la sua impotenza in una situazione del genere.Lei non può aiutare la sua ragazza, lo stanno facendo lo psicoterapeuta e lo psichiatra, lei può solo starle lontano al momento e didecarsi a lei. Dovrebbe secondo me lavorare sul suo senso di impotenza e su eventuali sensi colpa, elaborare questo lutto e cominciare infine a vivere la sua vita. mi contatti se ha bisogno. 

Dott. Rosario Di Nocera

Dott. Rosario Di Nocera

Napoli

Il Dott. Rosario Di Nocera offre supporto psicologico anche online

Salve,

Capisco la sua sofferenza e il suo dolore, ma al di là della reale diagnosi fatta alla sua ragazza, lei le sta esprimendo il suo bisogno di prendersi del tempo e di voler affrontare da sola questo momento e in quanto ce lo dice lei, dobbiamo crederle e rispettare la sua decisione...

Immagino, però, quanto ciò si ripercuota su di lei che, invece, è ancora innamorato.

Quello che posso consigliarle è magari di farsi aiutare anche lei da uno psicoterapeuta, che la affianchi in questo particolare momento e le permetta di capire come gestire le sue emozioni e la sua sofferenza.

Spero di esserle stata di aiuto. Resto a disposizione.

Buona sera Nicola,credo che sia importante per il momento che lei faccia un passo indietro.La sua ragazza ,da come lei descrive ha bisogno di aiuto di tipo specialistico.Questo non toglie a lei la possibilità di starle vicino,ma con la consapevolezza che ora le serve anche altro oltre al suo amore .

Comprendo il suo disagio ,ma credo si fidi di chi sta seguendo la sua compagna ed eventualmente chieda  ,lì dove abita ,un  consiglio per come esserle di aiuto nel migliore dei modi.Eviti se può di colpevolizzarsi ,faccia quello che può fin dove può.Spesso uso dire che bisogna sapere quante energie si hanno per affrontare una situazione ,talvolta è meglio ammettere la propria fatica e farsi dare una mano . Mi riscriva se serve.

Salve Nicola, mi rendo conto che è in un grande stato di agitazione. Capisco che cerca un aiuto. Dopo aver parlato delle varie diagnosi della ragazza in questione chiede come comportarsi. Io le chiedo di riflettere sul:come comportarsi per fare cosa? Una cosa è evidente sta cercando di reggere una situazione che non riesce a reggere. Forse è il caso che si prenda più responsabilità per la sua salute caro Nicola. Capisco che la preoccupazione per la ragazza renda difficile pensare a lei stesso,ad odiare piangere, ma la sua ostinazione a voler fare qualcosa non serve a nulla se non ad agitarsi. Lasci passare il tempo. Forza!

Caro Nicola accolgo con rispetto il dolore, la delusione e il senso di impotenza che trapelano dalle sue parole. Ha vissuto e sta tuttora vivendo una situazione estremamente difficile da un punto di vista emotivo e di grande dispendio energetico. Purtroppo in questa lettera non emerge la parte più importante della storia: LEI, la sua persona, i suoi bisogni, i suoi sogni e desideri. Chi è Nicola? Quanti anni ha? Lavora? Quali sono i suoi punti di riferimento? Quali le passioni? Insomma l’aspetto completo della sua personalità. Si nota d’altra parte la sua straordinaria attitudine a  prendersi cura degli altri, in questo caso della sua partner, riservando per se stesso un piccolo angolino stretto. La sua lucidità è però altrettanto straordinaria, la consapevolezza di aver bisogno di aiuto per gestire o terminare una situazione relazionale bipolare che alla lunga può sfiancare e ridurre a zero tutte le energie della persona. Per poterle fornire dei consigli utili avrei bisogno di conoscere il suo percorso di vita, le caratteristiche salienti della sua personalità e se ha fatto altre esperienze relazionali simili a quella che ha raccontato. Per questo e considerando le pieghe complesse della sua persona le consiglio di intraprendere un percorso individuale di psicoterapia relazionale per comprendere le ragioni nascoste alla base del suo malessere e per trasformare i suoi limiti in risorse potenziali da cui attingere per operare un vero processo di trasformazione e cambiamento. Le auguro di trasformare la sua consapevolezza in azioni concrete per decidere di vivere una vita piena.