Come posso aiutare il mio ragazzo depresso

alessandra

Buongiorno,
Scrivo perché sono molto preoccupata per il mio ragazzo. La nostra è una storia complicata, ma tra mille problemi (soprattutto miei, che non sto ad elencare perché ci vorrebbe un post a parte), stiamo insieme da quasi cinque anni (abbiamo entrambi 27 anni). Io sono un'infermiera e lui un medico al secondo anno di specializzazione.
Stiamo insieme dall’età di 23 anni, ci siamo conosciuti all’università. Io ho anche un bambino di quasi sei anni (non suo), che quando ci siamo messi insieme aveva un anno e un mese.
Lui ha sempre un po’ sofferto il fatto che avessimo poco tempo da passare da soli e che io fossi poco presente nella sua vita sociale (per via del bambino). Ma abbiamo sempre fatto molte cose insieme, anche viaggi impegnativi.
Tuttavia, succede spesso che lui ad un certo punto (spesso coincide coi periodi invernali) decida di dire basta. Per una lite stupida o una frase uscitami male fa scenate alluncinanti in cui dice che è finita, che non ce la fa più. Sarà successo circa cinque volte. Impazzisce, ma poi torna sui suoi passi e tutto torna come prima. Dice che spesso è difficile, che si sente incastrato.
Da quando ha iniziato sta maledetta specialità le cose sono peggiorate: è nervoso, irritabile, a tratti quasi apatico. Durante il week end se non ci sono le condizioni meteorologiche giuste o se non trova gente per andare ad arrampicare o in montagna è capace di starsene a letto a dormire, perché lui ha bisogno di fare cose visto che non ha possibilità di farlo in altri momenti della settimana e se non può farlo cade in uno stato di disfattismo totale dove pare che nulla abbia senso.
Io cerco di assecondarlo perché vorrei vederlo sereno (anche se questo significa che spesso ci vediamo solo un giorno alla settimana perché non viviamo insieme) ma ultimamente pare sia infastidito da tutto e tutti. Non gli piace il suo lavoro, non sta bene coi suoi amici, non sta bene neppure andando in montagna perché comunque non ci va tanto quanto vorrebbe e non riesce a dare il suo massimo. Sono due settimane che, dal nulla, non sa più ne se mi ama ne se vuole stare con me. Perché non prova nulla, a tratti fastidio. Fastidio verso di me e verso il mondo in gerenale. Si sente intrappolato da me, dal fatto che ho un bambino che richiede attenzioni e presenze e che ci limita perché comunque lui si trova a dover scegliere tra fare cose per bambini o vivere la vita di un normale 27 enne. Io lo capisco anche, da ragazza madre mi capita di aver bisogno di fare cose da “ragazzina” (come dice mia madre in tono dispregiativo e giudicante quando le chiedo se posso uscire di sera), ma non credo che le due cose siano mutaualmente escludibili.
Io credo che alla base ci sia un non so bene quale disturbo dell’umore (ciclotimico? Ipomaniacale? Depressione?). Gli ho detto più volte che secondo me ha un problema e che parlarne con qualcuno potrebbe giovargli... ma non mi ascolta. E sta male, dice anche che spesso pensa di farla finita, che non vede vie di uscita. E io sono sconvolta e vorrei tanto aiutarlo ma non so come.

10 risposte degli esperti per questa domanda

Alessandra salve da quello che scrive si capisce bene quanto lei tenga al suo ragazzo ed alla vostra storia e lei deve essere molto in gamba a gestire cosi giovane figlio,lavoro e relazione. Nella lettera parla soprattutto delle difficoltà del suo ragazzo, professionali e personali, che sembrano non risparmiare anche la vostra relazione. Come lei ha scritto e ben capito il suo ragazzo ha bisogno di un aiuto psicologico per poter capire e gestire i suoi problemi.Lei ha fatto la sola cosa che si può fare nei confronti di una persona cara che mostra disagio: ovvero evidenziare lo stato di disagio e suggerire di rivolgersi ad un professionista ai fini di un aiuto psicologico. Il mio pensiero va anche a lei, accenna a vari problemi che però omette.Mi chiedo come mai pensa prima al suo ragazzo, quando si occupa di lei e delle  sue difficoltà? quelle che può avere e aver avuto. Mi riferisco all'essere ragazza madre e all 'affrontare tanta instabilità in questa relazione.Quando ci occupiamo troppo degli altri, non possiamo occuparci di noi perchè già impegnati. Così ci allontaniamo da noi e perdiamo anche il limite tra le quelle che sono le nostre necessità e quelle degli altri arrivando a confonderle. Le consiglio di riflettere su questi piccoli spunti di riflessione, augurandole ogni bene.

Dott.ssa Giovanna Cappello

Dott.ssa Giovanna Cappello

Roma

La Dott.ssa Giovanna Cappello offre supporto psicologico anche online

Salve, la situazione è complessa, ma molto semplice sarà invece la mia risposta, mi spiace.

Non è eticamente accettabile che si facciano diagnosi via web nè tantomeno che si tiri a indovinare un disturbo solo per "libera interpretazione" di una terza persona (la sua in questo caso) che ha solo visto quei comportamenti o a cui sono semplicemente state raccontate delle sensazioni o degli stati d'animo... Purtroppo e questo glielo dico sinceramente, lei non può fare nulla se lui per primo non deciderà che la sua vita così com'è non gli va più bene e che ha bisogno di un sostegno...

Ho un suggerimento per lei, stia con lui se vuole starci, senza volerlo cambiare, anche perchè non è detto che lui deciderà mai di iniziare un percorso... Mi spiace ma  a volte l'amore non basta, serve energia per migliorare noi stessi e non si può forzare nessuno a trovarla... bisogna solo sperare che prima o poi lui lo decida per se stesso.

In bocca al lupo.

Cara Alessandra,
La situazione che ci descrive è molto articolata e quindi posso ben comprendere il suo malessere e la sua preoccupazione.
Anzitutto mi sento di rincuorarla rispetto al suo desiderio di fare cose che lei definisce "da
ragazzina". Non deve biasimarsi poiché vuole uscire e svagarsi! Ha un lavoro impegnativo e stancante, un bambino a
cui badare e un compagno che sta attraversando un momento di grande difficoltà.
Rispetto alla situazione che descrive, indubbiamente al suo compagno gioverebbe un consulto specialistico, psicologico e/o farmacologico, tuttavia non può obbligarlo.
Le consiglio di crearsi una buona rete di supporto per sé, con cui confidarsi e consolarsi: non prenda su di sé tutto il carico e la responsabilità della sofferenza del suo compagno, per il suo bene e anche del suo bambino.
Restiamo a disposizione
Un caro saluto

Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

Monza e della Brianza

La Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni offre supporto psicologico anche online

Buonasera gentile utente,

nelle sue parole vedo una donna sensibile e empatica, una donna preoccupata per il suo compagno, che vorrebbe vederlo felice e sereno. Lei fa l’infermiera e forse per sua natura e indole ha la bellissima capacità di prendersi cura degli altri.

Purtroppo peró quando si parla di malessere psicologico non è possibile aiutare chi non ha intenzione di mettersi in discussione. Lei non può risolvere il problema del suo fidanzato, per quanto vorrebbe.

Forse questa non è la risposta che lei desidera, ma non sentirei di fare bene il mio lavoro se non le dicessi di pensare a se stessa e al suo bambino.

Lei vive da tempo un rapporto che non la rende felice, con un uomo che l’ha lasciata più volte e che ad oggi dice di non sapere se la ama oppure no. 

Un rapporto dovrebbe essere fatto di reciproco aiuto e comprensione, dalla storia che lei racconta traspare invece come sia lei a prendersi la responsabilità di mandare avanti la vostra relazione. 

Cerchi di pensare a lei e consideri l’idea di rivolgersi ad uno specialista, certe situazioni sono complicate da risolvere da soli.

Le faccio tanti cari auguri

Gentile Alessandra,

la vostra relazione presenta aspetti complessi che sembrano rendere il rapporto sentimentale un elemento tra tanti impegnativi.

Credo possa essere importante riflettere  sul vostro progetto di coppia e approfondire il disagio emotivo che il suo ragazzo sta esprimendo per cominciare a chiarire le diverse prospettive, oltre che creare un clima più sereno tra voi e per suo figlio.

Cordiali saluti

 

Dott.ssa Giovanna Canziani

Dott.ssa Giovanna Canziani

Bologna

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Buonasera, Alessandra.

Dalle Sue parole, Lei sembra una giovane donna con buone capacità riflessive, dotata  di una certa sensibilità ed empatia. Ciò nonostante sembrerebbe vivere una situazione di impasse relativa alle relazione col suo ragazzo. Certo vedere qualcuno a cui si vuole bene che manifesta malessere non è facile, ma ciò che è importante ricordarsi è che ognuno è responsabile per se stesso. Non può farsi carico x Lei delle insoddisfazioni di lui. Lei può essere responsabile solo di se stessa (ed eventualmente di Suo figlio), il che significa tutelarsi, prendersi cura di sè e rispettarsi. Pertanto credo sia opportuno chiedersi come mai sembrerebbe disposta a venir meno di ciò a favore di tentativi salvifici nei confronti di qualcuno che non sembrerebbe apprezzarla... uno conto è capire o provare a farlo gli altri nei momenti difficili, un conto è farsene carico. Non spetta Lei salvarlo. Gli ha già dato un ottimo è adeguato consiglio, rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta. Lui può scegliere. Lei anche. Cerchi di comprendere ciò che è bene per Lei prima di tutto.

Cari saluti

Buongiorno Alessandra, 

intanto vorrei dirti che sei una mamma forte e coraggiosa, non è semplice essere ragazza madre al giorno d'oggi, e fai bene a prenderti degli spazi di libertà, necessari ad ogni mamma ed in particolare a chi è un pò più sola nella gestione del proprio piccolo... La  nonna fa le sue osservazioni, ma non ti preoccupare, stai facendo bene... 

Penso che sia faticoso stare dietro ad un uomo che tende a non vivere, alla solitudine... Al di là della diagnosi, che tu ipotizzi, credo che lui abbia dentro un mondo di sofferenza, che appunto non lo fa vivere... Quel che siamo oggi è il risultato di moltissime connessioni, di eventi che si intrecciano, emozioni vissute, traumi subiti, ma ciò che più ci segna, in senso positivo o meno, è la relazione con i nostri genitori... 

Fai bene a spronarlo verso la possibilità di frasi aiutare... Nel momento in cui l'altro però non ne vuole sapere, non ha un minimo di motivazione necessaria ad intraprendere un percorso terapeutico, l'unico consiglio che posso darti è quello di farti aiutare tu.... 

 Prima di poter aiutare gli altri dobbiamo volere bene a noi stessi... Cerca di volerti bene...

Buon proseguimento.

 

Salve Alessandra,

comprendo pienamente la fatica, la stanchezza e l'incertezza del momento che sta passando come donna e che state passando come coppia. Mi concentro sul titolo che ha dato alla sua richiesta, dal momento che è difficile dare una risposta risolutiva alle questioni psichiche e relazionali. A volte nelle relazioni intime è molto difficile aiutare una persona con comportamenti depressivi poichè, proprio per definizione, la depressione è un atteggiamento di passività e inerzia, distruttivo verso sè stessi è verso gli altri. Mi permetto di dirle che è necessario che come individuo (e come mamma) lei tuteli il suo equilibrio personale, allontanando l'idea di potersi fare carico della sintomatologia del suo compagno. Empatia e vicinanza sì, ma non pensi in nessun momento di poterlo "tirare fuori" da sola. La depressione di un partner può far sentire estremamente impotenti e mettere di fronte alla sensazione di star perdendo l'altro, finendo così in un imbuto sterile di inseguimenti e fughe.

Ora, mi sembra di percepire che come coppia siete di fronte ad un normale bisogno di crescere e questo probabilmente si esprime in incertezze di entrambi: lui le esprime in modalità più depressiva e turbolenta e attaccando ogni certezza, lei di contro, nell'incertezza e nella pazienza di chi aspetta e cerca di ricucire. Solo lui potrà prendere in mano la sua vita ed eventualmente decidere di ascoltare i buoni consigli di chi gli dice di cercare aiuto professionale. Ma nel frattempo lei, come donna, deve agire con autorevolezza e responsabilità verso la propria vita: è necessario che vi poniate domande sul vostro progetto di coppia. Vi siete conosciuti giovani, e siete ancora giovani, ma siete in quell'età in cui giustamente ognuno di noi si pone domande la cui risposta può fare paura: che progetto abbiamo io e te insieme? come mi vedo nel futuro? cosa sto facendo per il mio futuro insieme? e cosa invece mi fa paura? Sono solo esempi, ma credo sia il momento di porvi queste domande individualmente e condividerle poi insieme. Si ricordi che senza cambiamenti non c'è benessere. La abbraccio e resto disponibile ad un incontro.

Dott.ssa Letizia Sala

Dott.ssa Letizia Sala

Monza e della Brianza

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Comprendo la sua preoccupazione e aggiungerei anche lo sconforto per aver passato quasi cinque anni in una relazione che il suo ragazzo ha chiuso cinque volte per poi ritornare pentito sui suoi passi.

Certo siete giovani ma la sua responsabilità di mamma dovrebbe farla sospettare di un compagno che si lamenta del poco tempo che passate insieme perché lei si occupa del suo bambino e fare lui i capricci cadendo in disfacimento su un divano solo perché il tempo meteo non gli consente di fare ciò che più gli piace.

Il suo desiderio “vorrei vederlo sereno” -mi scusi- mi sembra più adeguato ad una figura di mamma verso  un figlio piccolo piuttosto che riferito ad un uomo in età sufficiente per sapere come comportarsi e capire che prima di sfogare i suoi malumori su di lei facendo la vittima di se stesso,  dovrebbe farsi carico dei suoi problemi e risolverli e se non riesce farsi aiutare da persone competenti.

Poi ad inizio lettera lei afferma di avere mille problemi e allora non crede sia meglio darsi un periodo di riflessione in cui ognuno si farà aiutare a risolvere le proprie questioni personali?

Sarà più facile dopo capire quali sono le cose che vi uniscono veramente perché per ora più che una coppia mi sembra un rapporto di “mutuo soccorso” un po’ come un’esercitazione malriuscita della vostra disponibilità a capire e sopportare le pene altrui.

Dott.ssa Armanda Salvatori

Dott.ssa Armanda Salvatori

Milano

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Salve Alessandra, sì, sarebbe opportuno che il suo ragazzo futuro specialista in medicina si rivolga a uno psi per chiarire il disagio che sta attraversando la sua vita e che coinvolge anche lei e il suo bambino. La cosa che mi ha colpita leggendo la sua mail, è l'accento su quella brutta sensazione di essere "incastrato" che quasi soffoca il suo ragazzo. Tant'è che solo gli spazi liberi e ariosi della montagna riescono a dargli un respiro, seppure momentaneo. Incastrato da cosa? Dal rapporto con lei..dalla mancanza di tempo libero...dagli studi? Si sta speciallizzando in una materia che ama, che ha scelto? Glielo chiedo perché conosco la situazione dei giovani medici in Italia: spesso entrano in una scuola di specializzazone non per un reale interesse, ma solo perché i posti disponibili sono pochi e si fa la materia dove si riesce ad entrare. La competizione è molto alta. Cosa significa per lui diventare un medico specialista, come immagina la sua vita futura...Ecco, direi che potrebbe spingerlo a riflettere su cosa pensa di poter essere e magari non riesce ad essere. Magari con l'aiuto di un/una esperta. Saluti. 

Dott.ssa Mirella Caruso

Dott.ssa Mirella Caruso

Roma

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