Depressione della domenica

Luca

Buonasera a tutti,

Spero che riusciate a darmi qualche risposta per un problema che ho ormai da 1 anno e mezzo circa, ultimamente non sta assolutamente migliorando, anzi!
Purtroppo ogni domenica, già da quando mi sveglio (quindi non solo di sera o tardo pomeriggio), mi sento scocciato, ansioso, e non ho voglia di fare niente.
Leggendo i vari consigli online, tutti dicono di trovare qualcosa da fare di Domenica (es. uscire con gli amici, fare una passeggiata, suonare uno strumento, dedicarsi alla cucina, fare ginnastica, ecc...), ma ripeto, NON ho assolutamente voglia di fare nulla. Se inizio qualcosa, qualunque cosa sia, non mi viene bene, e smetto quasi subito di farla, es. se faccio palestra mi stanco subito e smetto, e così via...
Le cose cambiano se sono in viaggio, chiaramente vivendo una situazione diversa, mi distraggo più facilmente.
Ora, i veri motivi non ve li do dire, magari li sapessi!

Fatto sta che non ho problemi particolari, fra l'altro questo per me, per vari motivi, è anche un bel periodo, ma niente, ogni santa domenica mi ritrovo nella stessa situzione.
Mi riferisco alla Domenica perchè è il giorno prima del rientro a lavoro. Ovviamente, se per esempio il Lunedì sono in ferie e devo rientrare Martedì, il Lunedì prende il posto della domenica. Idem per il rientro dopo le vacanze (In quei casi addirittura il problema si può presentare 2-3 giorni prima).
Il mio lavoro è stressante come ogni lavoro, ma penso proprio che ci possa essere MOLTO ma MOLTO di peggio :)

Cerco veramente consigli, comprendo che è veramente un peccato passare una domenica oziando dalla mattina alla sera solo perchè il giorno dopo si rientra al lavoro (capisco bene quanto importante sia averlo!).

Grazie,
Luca.

3 risposte degli esperti per questa domanda

Buonasera Luca

Ho letto attentamente la sua richiesta e sono estremamente convinta che prima di cercare soluzioni bisognerebbe comprendere meglio cosa la rende veramente scocciato, ansioso, e senza voglia di fare niente già dal suo risveglio.

Le dico questo poiché nessuna soluzione può essere davvero calzante fino a quando non si sia compreso ad un livello diverso il disagio, a maggior ragione che nessuno di noi ha avuto occasione di vederla in colloquio e quindi, si può rimanere solo sul vago più assoluto.

Innanzitutto, bello sarebbe se si chiedesse cosa rappresenta per lei il suo lavoro attuale, se la soddisfa, se sia il lavoro che sognava da bambino, se, tenendo da parte il discorso economico, la appaga anche da un punto di vista personale, se non sia un lavoro troppo stressante che il suo corpo riesce a reggere solo immagazzinando energie il giorno prima del rientro. O al contrario, se questo sia il lavoro che ha sempre desiderato e purtroppo non trova il giusto corrispettivo economico.

Fatto questo, sarebbe interessante se si chiedesse cosa è accaduto davvero un anno e mezzo fa, delle volte anche dei dettagli apparentemente insignificanti possano aprire le strade verso nuove consapevolezze. E, conseguentemente se l’evento accaduto o gli eventi accaduti in quel periodo, in qualche modo le richiamano esperienze o emozioni già vissute nel suo passato, o episodi simili al quale ha assistito. La nostra mente agisce riproponendo schemi acquisiti e abituali, quindi non mi sorprenderei trovando delle analogie in questo senso.

Chiudendo il suo messaggio ha precisato che comprende che è veramente un peccato passare una domenica oziando dalla mattina alla sera solo perchè il giorno dopo si rientra al lavoro, e mi chiedevo se si fosse chiesto per chi fosse un peccato. Per la società? Per lei? Per chi le sta accanto?

E soprattutto, la frase che ha utilizzato e specificato tra parentesi, è ciò che mi fa intendere che prima di tutto deve interrogarsi sul suo lavoro “(capisco bene quanto importante sia averlo!)”.

In terapia, così come nell’erigere un palazzo, si procede per piccoli passi comprendendo sia il cosa che il come. Edificate le fondamenta si può passare ad erigere l’edificio sovrastante.

Mi auguro le sia stato utile leggere quanto scritto.

Arrivederci

Buongiorno Luca, leggendo la sua domanda e il consiglio rispetto alla problematica che vive da più di un anno, la prima cosa che mi verrebbe da chiederle e’: che male c e’ nel passare una giornata oziando o dedicandosi proprio a non fare nulla? Perché o cosa c e’ di male nel concedere un giorno di “dolce far niente” al suo corpo e alla sua mente dopo una settimana di lavoro stressante?

Credo infatti che molte volte siamo noi stessi a pretendere troppo dal nostro fisico. Come lei ben dice ogni possibile attività non le porta piacere in quel giorno oppure la comincia senza portarla a termine.

Io le consiglierei di provare ad ascoltare solo il suo corpo per una volta, rispettando quello che vuole o non vuole fare. Può darsi che in questo modo il non voler fare nulla tranne che rilassarsi senza pensare a niente si trasformi in qualcosa di positivo e rigenerante rispetto alla settimana che dovra’ affrontare.

Provi a ricordarsi che non dobbiamo per forza “fare cose” perché si ha del tempo libero... probabilmente quello di cui il suo corpo e la sua mente hanno bisogno e’ proprio il non fare nulla per un giorno: rilassarsi, dormire, coccolarsi un po’.

Sono certa che iniziando ad ascoltare maggiormente o con un po’ più di attenzione quello che il corpo le prova a comunicare inizierà a trovare benefico anche il prendersi del tempo solo per staccare la spina e rilassarsi.

Mi permetto anche di sconsigliarle delle eventuali liste di possibili cose da fare, perché sarebbero inutili al momento e aumenterebbero il suo sentimento di disagio.

Mi contatti pure per ulteriori chiarimenti, sono a disposizione.

Cordiali saluti.

Luca 

Probabilmente si tratta di riflettere in modo approfondito sulla tua situazione lavorativa, come vivi il tuo lavoro, cosa rappresenta per te l'impegno lavorativo. Forse ci sono delle situazioni a lavoro che ti mettono in difficoltà e quindi ti preoccupano? Il tuo lavoro ti piace o vorresti fare altro? E poi come sono gli altri giorni della settimana? Stai bene sei tranquillo? Sono diversi gli interrogativi da porti per risolvere questo problema che capisco per te è angosciante.