Fatica a dare un senso alla vita

Isabella

Buonasera, sono appena maggiorenne, ed è come se io avessi vissuto gli ultimi 4/5 anni tutti uguali. Mi sento ancora una 14enne, sono solo fisicamente e mentalmente cresciuta. Non ho più voglia di vivere; non intendo dire che voglio morire, semplicemente mi stufa fare tutto. Vivere, per me, vuol dire godersi la vita, essere soddisfatti della persona che si è; io ormai ho smesso di vivere già un paio di anni fa. Sono condannata ad avere questo cervello e questa visione della vita, e non capisco più se è una realtà che devo accettare o se sono solo pessimista. Non so quanto sia davvero accogliente stare là fuori, anche se nemmeno casa la è. Vedo del marcio in tutto, compreso in me. Ho ogni giorno pensieri anticonservativi e mi sento di vivere per altri. Vorrei sparire, non essere mai nata, perché tra tutto ciò che sono io, mi identifico poco in una figlia. Dato che la mia esistenza fisica non può essere rimossa altro che con la morte, spesso fantastico e penso al fatto che se esistesse un pulsante che possa cancellarmi (senza ricorrere alla morte) lo cliccherei. Mi appesantisce vivere, piangere, lamentarmi...tutto, letteralmente tutto. Mi sembra di non avere vie di miglioramento e questo male di vivere non lo sopporto più. Ho provato di tutto: ricorro giornalmente alla scrittura, ho provato a forzarmi l'entusiasmo e ho provato a forzare sorrisi; ma sono sempre stati, per l'appunto, forzati e falsi, non sono diventati qualcosa di naturale e mi veniva meno stancante non farlo. E non so se i miei genitori si sentono genitori, ma l'essere umano che mia madre ha partorito non è una figlia. È una sorella, una cuoca, una badante. È quella che pulisce casa e che usa troppo il telefono. È quella persona che deve renderli fieri dei voti. Ma non è meritevole di amore, nè di affetto, tantomento di riconoscenza, perché quello che fa non è mai abbastanza. Non la conoscono come figlia, non sanno dei suoi segreti, di quelli sotterrati nel suo animo, di ciò che prova davvero. Non so se è questo ciò che vuol dire essere figlia, ma se è così ovunque e in ogni famiglia, mi auguro che la reincarnazione non esista, e che in una seconda vita io non sia figlia di nessuno.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile ragazza, lei dice di aver smesso di vivere già da un paio di anni, sarebbe interessante sapere cosa è successo in quel periodo. Parla poi molto dell'essere figlia e di un rapporto con i genitori non soddisfacente. E' possibile che sia quest'ultimo punto che dovrebbe affrontare e risolvere. Il non essere indipendenti economicamente potrebbe rendere questo compito più difficile, ma non è detto; lei è ormai maggiorenne e responsabile in pieno delle sue azioni, inoltre uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla anche ad acquisire, se non ce l'ha, una certa indipendenza economica. Soprattutto lo psicoterapeuta può fortemente aiutarla a riportare il rapporto con i genitori su di un piano corretto e gratificante per entrambi. Non occorrono molti colloqui per migliorare le relazioni, può trovare al riguardo dei miei articoli su questo sito e su internet

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online

Cara Isabella,

Il tuo mi sembra un vero e proprio grido di aiuto. 

Hai mai pensato di parlarne con un professionista? Bisognerebbe approfondire tutto ciò che tu definisci segreti sotterrati nel tuo animo e, più concretamente alleviare i sintomi che racconti ( senso di inutilità, pensieri autodistruttivi). 

Ti consiglio di rivolgerti quanto prima a un professionista

Rimango a disposizione

A presto

 

 

Cara Isabella,

sono contenta che nonostante tutto la fatica a vivere che racconti sei riuscita a scrivere questa lettera, che è un primo passo per uscire dal buio, una richiesta di aiuto, un grido, che è sempre un tentativo di ricominciare. Perciò ti dico, a partire da ciò che ti ha portato a scrivere, non ti fermare, non ti arrendere, che bello il tuo desiderio di essere amata, vista, riconosciuta a cui purtroppo i tuoi genitori non corrispondono (ed essere figlia è avere il tuo desiderio non come ti vedono i tuoi!) ma che ugualmente non si spegne e si può giocare in altri ambiti: nelle amicizie, fuori casa, tu sei degna di amore, di affetto, di riconoscenza e sei tanto profonda e sensibile. Se vuoi parlarne io ci sono, contattami telefonicamente.

Spero di risentirti, per ora ti abbraccio.

Valeria

Buonasera Isabella, le sue parole hanno l'impatto di un urlo che esce dalla gola di chi non ce la fa più a sopportare ciò che ha intorno. Dalla sua lettera emergono sofferenza, amarezza, insoddisfazione e voglia di cambiare. Credo che lei dovrebbe dare ascolto alla voglia di cambiamento, anche se è la più silenziosa. Se è, come scrive lei, appena maggiorenne, vuol dire che è verso la fine del percorso adolescenziale ma ancora non ne è completamente fuori. Un'età che porta tanti cambiamenti e anche scombussolamenti interiori, per niente facili. Lei sembra già delusa e insoddisfatta dalla sua quotidianità, da ciò che sembra obbligata a fare e ad essere, dal suo ruolo di figlia , tanto che vorrebbe premere un pulsante per non esistere. Eppure io sento una piccola voglia di cambiare, di essere se stessa e di allontanarsi, anche solo interiormente, da ciò che la fa sta male. Le consiglio di seguire questa voce che la invita a capire chi è lei, cosa vuole fare nella sua vita, a trovare le sue aspirazioni, passioni, desideri.  La segua, si faccia aiutare semmai da un professionista a liberarsi di tanti pesi interiori e di tanti "dover esser e dover fare". E scopra invece  i suoi talenti e le sue propensioni. Capisca cosa la opprime e la rattrista, analizzi questi pensieri intrusivi che la tengono legata ad una realtà che non le piace. Solo così potrà essere davvero libera.

Dott.ssa Assunta Amoroso

 

Dott.ssa Assunta Amoroso

Dott.ssa Assunta Amoroso

Milano

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Salve Isabella, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Ciao Isabella, mi permetto di darti del tu perché sei ancora giovane. Mi hanno colpito molto le tue parole, la tua dovrebbe essere l’età della spensieratezza, dei progetti per il futuro, ma per te invece non è così. La vita per te è pesante da sopportare. Verso la fine fai riferimento al tuo rapporto coi genitori e al fatto che quello che fai secondo te per loro non è mai abbastanza, che non ti senti amata da loro, che non riescono a soddisfare i tuoi bisogni emotivi. Ma tu Isabella sei una persona e come tale meriti di essere amata per quello che sei, per i tuoi pregi e per i i tuoi difetti. Ti chiedo, per te cos’è importante? Quali sono i valori che possono essere come una bussola per indirizzare le tue azioni? Quali sono i tuoi progetti? Che tipo di persona vorresti diventare? Ci sono delle persone a te vicine per le quali tu sei importante? Io proverei a partire da lì. Hai mai pensato a chiedere l’aiuto di uno specialista che ti aiuti in un percorso di questo tipo e allo stesso tempo provi ad aiutare i tuoi genitori ad abbassare “l’asticella” e a farti sentire il loro affetto come mamma e papà? Isabella tu poi sei in un’età in cui cominciano a essere importanti le relazioni con altri che non siano la propria famiglia d’origine, lo specialista quindi potrebbe aiutarti in questo percorso di crescita e di autonomia in modo che tu possa trovare chi riesce a soddisfare i tuoi bisogni emotivi.

Prova a pensarci.

Dr.ssa Roberta Dalla Vecchia

 Roberta Dalla Vecchia

Roberta Dalla Vecchia

Vicenza

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