Il mio ragazzo minaccia di suicidarsi

Giovanna

Il mio ragazzo minaccia di suicidarsi. La nostra storia è stata sempre travagliata: ci sono stati episodi di violenza fisica e verbale, litigavamo spesso. Da qualche tempo però ha iniziato a minacciare di uccidersi, descrivendomi i vari modi in cui potrebbe farlo. Non si impegna più nelle attività quotidiane, vuole solo “dormire“ per spegnere il flusso di pensieri negativi che sperimenta ogni giorno. Non so come comportarmi, vorrei stargli vicino ma mi sento incapace di farlo anche a causa di quello che è successo in passato tra di noi. Potete dirmi come potrei approcciarmi a lui in sicurezza? Sembra che ogni cosa che faccia o che dica peggiori la situazione. Grazie

9 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Giovanna, dietro ogni patologia c'è la persona. Per come descrive il suo fidanzato, sembra non voler sentire ragione nell'essere aiutato nè tantomeno essere grato alla vita per aver trovato una persona a fianco che voglia aiutarlo, ma trova utile piuttosto  terrorizzare attraverso narrazioni di ipotetici modi suicidari.In questi casi, qualsiasi suggerimento proponga al diretto interessato potrebbe diventare pericoloso per entrambi. Si rivolga alla famiglia, che è l'unica rete possibile che potrebbe un pò ascoltare, li indirizzi a degli specialisti e provi lei a riprendere i pezzi della sua vita, perchè no, valutando un buon percorso di psicoterapia.

Saluti..

Gentile Giovanna, le cause del problema di coppia che sperimentate e delle sue conseguenze negative sono evidentemente psicologiche: potrebbero tanto avere a che fare con la vostra relazione in se stessa (ad esempio, insufficiente o distorta comunicazione reciproca o insufficiente coinvolgimento e compartecipazione emotiva); tanto con le modalità specificamente sessuali secondo le quali interagite, non adeguate ad uno o ad entrambi i componenti della coppia (ad esempio le modalità ed i tempi del contatto fisico o la scansione delle diverse fasi di ogni singolo rapporto sessuale); tanto più direttamente legate a problemi del ‘profondo’ , insomma inconsci e psicoeducativi. Nel Suo fidanzato è sicuramente presente una visione di sé e della propria identità psichica non ancora definita, per ragioni che andrebbero indagate lungo la Sua storia personale, ma non diacronicamente, bensì come si manifesta presumibilmente oggi nel suo presente sofferto o quanto meno incompiuto. Solo una ristrutturazione della personalità, attraverso un approccio centrato sul ‘profondo’ – insomma un lavoro sulle emozioni, fin nell’inconscio – potrebbe reindirizzarla su una strada di effettiva crescita personale e di costruttiva e progressiva maturazione psicologica in direzione della costruzione di un’autostima – meglio, per dirla con Bandura: di ben più concreta e fattiva ‘autoefficacia percepita’. In alternativa o in alternanza alle sedute classiche ‘in presenza’, anche un approccio A Distanza (online, intendo via chat), previo consulto telefonico gratuito, potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e adolescenziali della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima. Cordiali saluti.

Buongiorno Giovanna,

certamente sembra una situazione complessa quella che presenta. Vivere una relazione con un pericolo così alto è davvero uno stress che può portare anche ad alti livelli di ansia e preoccupazione. 

Detto questo le chiedo se il suo ragazzo attualmente è seguito da qualcuno che possa aiutarlo nella gestione del suo umore. Quando si presentano difficoltà di questo tipo è bene rivolgersi ad un servizio sanitario di riferimento che se ne possa occupare (con percorso psicoterapeutico e farmacologico in parallelo). Se il suo ragazzo viene preso in carico (non sapendo se ci è già) quello su cui la invito a soffermarsi è la fatica che lei sta scegliendo di fare in merito ad una situazione che sembra pesante e in un certo qual modo anche pericolosa. Il modo migliore per approcciarsi in sicurezza è in primis il suo. Dal momento in cui inizierà a prendersi cura del suo pezzo, potrà vedere anche come comportarsi con lui. Con rischi o minacce di questo tipo, è buono tutelarsi.

Resto a disposizione

Cara Giovanna,da quanto emerge dal suo racconto,mi pare che il suo ragazzo possa avere dei seri problemi dal punto di vista psicologico e lei ha pienamente ragione,quando dice che non sa cosa fare e come stargli accanto.Approcciarsi a lui in sicurezza, come dice lei,credo in questo momento non sia possibile.Ha bisogno di aiuto e purtroppo non può essere lei a fornirglielo.Lei a sua volta,è come imbrigliata in questo intenso e sicuramente coinvolgente rapporto,ma in cuor suo lo sente tormentato, a tratti  mi pare di capire che addirittura lo tema.Credo  in tutta onestà,che anche lei abbia bisogno di chiarire alcuni punti importanti inerenti la sua vita affettiva,per migliorarne la qualità e per arrivare ad una serrenità che oggi purtoppo non le appartiene ancora.se deciderà di contattarmi,per lei o per il suo ragazzo,sarò lieta di potervi aiutare.

Cordialmente 

 

Gentile Giovanna, 

quando in una relazione si giunge a episodi di violenza c'è qualcosa che non funziona e che riguarda entrambi. Le minacce di suicidio, oltre ad essere grave un segno di malessere, potrebbero rappresentare dei tentativi di manipolazione da verificare all'interno della dinamica di coppia. Dovrebbe suggerire al suo ragazzo di rivolgersi a un professionista (psicologo-psicoterapeuta/psichiatra) in grado di aiutarlo perché lei, come ha potuto già verificare, non può farsi carico da sola di una situazione del genere.

Cara Giovanna, prima di tutto vorrei ringraziarti per aver avuto il coraggio di condividere un pezzo di te chiedendo l'intervento di uno specialista e superando tutte quelle umane paure che contraddistinguono lo stato d'animo tipico di coloro che si trovano nella tua situazione. La cosa più utile e funzionale da fare in questi momenti così delicati sarebbe quella di trasmettere alla persona (in questo caso il tuo compagno) le proprie emozioni (di preoccupazione) disvelando anche il proprio spavento se necessario, di fronte ad un senso di impotenza che chiunque potrebbe sperimentare non avendo strumenti nè competenze per assicurarsi (come proprio nel tuo caso) la risoluzione del problema. In secondo luogo, sarebbe opportuno suggerirgli di recarvi (insieme) da uno psicoterapeuta, magari assicurandogli tutta la tua vicinanza (qualora ne sentisse la necessità), dal momento che nella scelta di coinvolgerti nel suo disagio esistenziale, probabilmente c'è anche la volontà diassicurarsi la tua vicinanza quale figura di riferimento elettiva. Per qualsiasi chiarimento resto a disposizione. Saluti 

Dott.ssa Gabriella Riccardi

Dott.ssa Gabriella Riccardi

Napoli

La Dott.ssa Gabriella Riccardi offre supporto psicologico anche online

Salve Giovanna !

Mi pare evidente che entrambi abbiate bisogno di aiuto. Nella tua mail, hai fatto cenno al suo vissuto depressivo, ai suoi tentativi di manipolarti con le minacce di suicidio, alle aggressioni verbali e fisiche di cui sei stata oggetto.

E’ evidente che, entrambi abbiate bisogno di aiuto. Non hai fatto cenno, però,  alla sua eventuale motivazione ad intraprendere un percorso psicoterapeutico che, in questi casi, è indispensabile ed imprescindibile. Bisognerebbe condurre un’esplorazione attenta delle dinamiche che lo inducono al suo atteggiamento, esplorare anche quelle che si intersecano con la tua persona.

Purtroppo ed in casi come questo, non è possibile dare consigli che prescindono dall’esplorazione delle possibili cause e dal contatto diretto con i protagonisti. Per cui l’unica cosa sensata che mi sento di raccomandarti vivamente è quella di iniziare un percorso psicoterapeutico.

Inizia a sondare il terreno rispetto alla sua volontà di praticarlo e valuta pure la possibilità di andarci da sola, nel caso lui si mostri non propenso.

In bocca al lupo.

Gentile Giovanna,

il caso mi sembra serio, per cui sarebbe bene che il suo ragazzo si recasse sia da un medico che da uno psicoterapeuta per curare quello che mi sembra uno stato depressivo. Penso che può aiutarlo stimolandolo a curarsi o quanto meno a consultare degli specialisti.

Se proprio non ottiene risultati si rechi lei da uno psicologo, per vedere se può aiutarla a convincerlo. Le consiglierei l'approccio strategico breve.

Cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online

Salve Giovanna

non può continuare, purtroppo, a farsi carico lei di questa situazione così delicata. E' chiaro che il suo fidanzato manifesta una quasivoglia forma depressiva (che non è possibile diagnosticare in questa sede) e lei deve informare di questo la famglia di lui col suo consenso.

Dopodicchè dovete rivolgervi ad un professionista psicoterapeuta o psichiatra di una struttura pubblica o privata.

La struttura pubblica a cui rivolgersi in questi casi è il Dipartimento di Salute Mentale, in base alla asl di appartenenza. Altra soluzione è di contattare uno specilista privato.

Se vuole mi faccia saper ecome è andata e cosa evete deciso dopo che ne ha parlato col suo ragazzo e con la famiglia di lui

In bocca al lupo