Quando non vai bene a nessuno. Il problema sei tu

Elisabeta

Sono tremendamente stanca. Basta una mano per contare le persone a cui tengo. Per cui basta una chiamata per farmi fare chilometri. Qualsiasi loro segreto per essere svelato dovrebbero torturarmi. Possono passare anni ma rimane così. Con le quali sono. Dove dovrei essere. Come vorrei essere, Dove sento che non devo agire in un determinato modo o parlare solo di determinate cose. Da persona alquanto filosofica, piena di dubbi esistenziali e regista di milioni di film. Io ho scelto loro ma loro non hanno scelto me. Sono stata scelta da qualcun' altro. In certi casi casi perchè ero meglio della solitudine, altri perchè mi sforzavo di essere la persona più positiva su questo pianeta. Dopo un po' di tempo spariscono tutti. Dopo un po' trovano qualcuno di meglio. Così sono sola. Esco con persone con cui sò, non importa molto di me. Vogliono compagnia. Sto lì ad ascoltare e interessarmi della loro vita. Hanno litigato con gli amici, cercano una compagna/o, si sono presi una cotta, non sopportano quella persona... Forse mi aiuterà di più a capire qualcosa sulla mia di vita. Dopo un pò mi stanco e ritorno da sola.
In più essere sola e conoscere persone nuove che hanno una vita bella e tanti amici, ti fà sentire una sfigata. E ai loro occhi lo sei. E se non ci riesco lo sono. L'anno scorso ero quella positiva, quest' anno in solitaria. Non riesco a creare ''quel legame'' con le persone. Con nessuno. Quindi il problema sono io. Ho imparato a stare da sola. Medito, leggo, mi alleno, faccio le passeggiate, scrivo, streatching, yoga... Quando non ne posso più vado in centro, chiamo qualcuno, uso i social, medito, cerco gruppi che fanno cose. Ditemi che tutto ciò ha una fine. Sono sull' orlo della depressione.

4 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Elisabetta purtroppo durante l'arco della nostra vita spesso tendiamo a modificare le nostre amicizie, ma quello che rimane, da quello che lei dice, è un pò di malinconia, delusione legato al "io mi lego agli altri ma gli altri no".

Iniziamo a chiederci questo mio periodo di "stare sola", mi fa stare bene? Posso fare qualcosa per cambiare il mio atteggiamento ? qualcuno mi può aiutare?

Un caro Saluto

Dott.ssa Amabile Azzarà

Psicologa-Psicoterapeuta Mantova

Cara Elisabetta,

Dalle tue parole si percepisce la tua stanchezza e la difficoltà che stai vivendo. 

Dici che l'anno scorso eri "quella positiva", mentre quest'anno sei in solitaria. Tieni conto del fatto che questo si sta rivelando un anno particolare, e a prescindere da questo, molto spesso capita di passare un brutto momento, magari senza che si riescano a capirne i motivi, e che questo brutto momento vada ad influenzare diversi ambiti della nostra vita, facendoci sentire sole o sfortunate, o incomprese.

Da ciò che scrivi sei consapevole, o al momento al pensi così, di essere circondata da persone che non ti hanno scelta, e che dopo un pò trovano di meglio. Se sei convinta di questo tu per prima dovresti evitare di circondarti di queste persone, non sono positive se ti fanno sentire "sola" e "sfigata".

Tanto vale essere sola davvero piuttosto che mal accompagnata. Tanto più che da quanto dici sei perfettamente in grado di occupare il tuo tempo in modo costruttivo facendo tante attività come leggere e fare yoga.

Non ti sto suggerendo di stare completamente sola. Ti sto suggerendo di stare sola se l'alternativa è la compagnia di persone che non ti fanno sentire al meglio, o quantomeno bene.

Prendi questo periodo per riflettere su te stessa, per capire se davvero questa difficoltà nei rapporti dipende da te e, in quel caso, cosa vorresti cambiare, oppure se in realtà queste colpe che ti attribuisci non le hai tu, ma gli altri.

Nel caso non riuscissi a riflettere da sola, forse contattare uno psicologo potrebbe esserti d'aiuto, in modo da essere supportata in questo percorso interiore. 

Resto a disposizione, se vorrai scrivimi. 

Cara Elisabetta, Lei riporta una situazione in cui il rapporto con l'Altro sembra per Lei fonte da un lato di sofferenza, dall'altro di grande impegno e investimento da parte Sua. Lei svolge il ruolo della confidente, dell'amica, fino a quando il rapporto termina e Lei ha la sensazione di aver dato senza ricevere. Questo sembra ripetersi in modo costante. Il vissuto di indegnità personale che ne deriva, La investe e la definisce, a livello identitario, come poco meritevole e come causa Lei stessa della Sua solitudine. Comprendere i motivi per i quali questo avvenga nei diversi rapporti significa comprendere i Suoi modi di essere con l'altro: cosa accade? Perché fatica a creare, mantenere, trarre soddisfazione dal rapporto? in che modo mantiene il senso di stabilità personale? In quale contesto è comprensibile il Suo attuale modo di sentirsi? Lei è veramente giovanissima: ci sono tutti i margini per progettarsi nel futuro in modo sereno e più positivo. Tuttavia, potrebbe essere necessario un supporto esterno, dato che da sola in questo momento fa fatica a risolvere l'empasse. Il carico di sofferenza che riporta è notevole: ha mai pensato di contattare uno psicoterapeuta? Il percorso certo è faticoso, ma potrebbe valerne la pena. Sarebbe nel Suo caso la soluzione più adatta. In bocca al lupo!  A disposizione, cordialmente. DP

Dott. Daniel Michael Portolani

Dott. Daniel Michael Portolani

Brescia

Il Dott. Daniel Michael Portolani offre supporto psicologico anche online

Cara Elisabetta, tutto ciò che lei racconta può avere una fine certamente, a patto che lei sia disponibile a farsi aiutare da qualcuno che sia in grado di accompagnarla in un viaggio dentro di sè, alla ricerca delle ragioni, degli eventi, che le impediscono di stringere legami solidi e intimi. Di questi ultimi abbiamo bisogno, come del cibo, ma nel nostro percorso di crescita possono essere capitate molte cose che ci rendono difficile, a volte impossibile fidarci degli altri o di noi stessi con gli altri... In bocca al lupo!

Dott.ssa Franca Vocaturi