Buongiorno, mi trovo a vivere una situazione che è diventata insostenibile e mi vergogno di me stesso per come mi sono comportato negli anni. Ho 62 anni sono sposato da 35 con mia moglie che ne ha 60, dopo un fidanzamento durato 4 anni, sono padre di due splendidi ragazzi uno dei quali mi ha reso nonno. Il mio grosso problema è legato alla mia storia sentimentale iniziata nel 1986 quando conobbi la mia attuale moglie. Lei si presentò presso la mia comitiva (che all'epoca era il punto di ritrovo della gioventù), insieme ad una ragazza del nostro gruppo. Per farla breve iniziò a venire sempre più spesso manifestando quasi subito il suo interesse per me. Io inizialmente volevo soltanto arrivare ad uno scopo, anche perché non era il mio tipo di ragazza, non parlo dal punto di vista fisico quanto per la sua troppa scioltezza, disponibilità e libertà. Detto questo per farla breve dopo un periodo iniziale ci siamo messi insieme, prima di tutto per attrazione fisica poi evidentemente per il nascere di un sentimento più profondo e in seguito ci siamo fidanzati ufficialmente. Il problema è sorto immediatamente per questo suo modo di essere particolarmente disinibita. Da una parte l'atteggiamento mi rendeva le cose più semplici, dall'altro mi poneva numerosi interrogativi. Dopo un periodo di passione intensa entrammo in una fase più intima chiedendo e raccontando entrambi le esperienze precedenti. In questa fase iniziarono i veri problemi in quanto mano mano che andavamo avanti veniva fuori la sua intensa vita sessuale precedente. Ad essere sincero questo fu motivo di numerosi litigi dovuti alla mia gelosia che mi portarono più volte sul punto di interrompere la relazione ma continuavamo per la sua resistenza. Una volta chiesi addirittura una lista completa delle persone con cui era stata, cosa che lei compilò su una lettera e mi consegnò. Tengo a precisare che l'attrazione fisica fra noi era notevole e questo era anche amplificato dall'amore che io provavo per lei. Ricordo appena la sera che mi consegnò quella lettera. Iniziai a leggere scorrendo le pagine manoscritte, interrompendomi ad un certo punto per il senso di rabbia e di repulsione. Avevo deciso di troncare il rapporto e andarmene via la sera stessa, cosa che feci. A quel tempo per via del mio lavoro vivevo quasi sempre in una caserma e la sera tornando a dormire non ebbi il coraggio di continuare a leggere. Mi soffermai soltanto sul fatto del perché fosse stata sincera con me, ma su quale realtà? Dopo un periodo di assedio da parte sua sotto casa mia, sotto la sede del mio lavoro e con messaggi lasciati sotto il tergicristallo o sotto la sella della motocicletta decisi di rivederla per sapere cosa volesse. Quella purtroppo per me fu la fine in quanto l'enorme attrazione fisica (corrisposta da parte sua), fece prevalere i sensi sulla ragione. In seguito dopo altro tempo ci siamo sposati. Gli anni sono trascorsi in maniera più o meno tranquilla anche se in cuor mio sapevo che il suo passato andava contro i miei principi di vita. In tutto questo ho sempre dato la colpa anche ai genitori che sono stati assenti e disinteressati cosa che ha permesso a lei di vivere in maniera sregolata la sua sessualità e alla sorella maggiore che sebbene sapesse tutto, era presa da altri interessi, e non fece nulla per impedire questo modo di vivere. Questa situazione negli anni è tornata spesso a galla, facendo crescere verso di lei un sentimento di disprezzo, portandomi ad essere sempre più spesso fuori casa grazie al lavoro, per evitare discussioni sebbene la amassi in maniera profonda. Gli anni sono trascorsi, i figli cresciuti, i suoceri che vivono vicino a noi sebbene abbiano superato i 90 anni sono sempre motivo di discussione da parte mia per i più vari motivi, ma sempre legati alla loro latitanza all'epoca. Ora sono giunto alla pensione e questo è stato il motivo per il quale sto cercando conforto e consiglio per un fatto accaduto. Dovendo lasciare i locali in cui negli anni avevo vissuto e dove tenevo quanto serviva per il mio lavoro, ho svuotato tutti gli armadi. Qui è saltata fuori da un vecchio libro la lettera di mia moglie. All'inizio leggevo senza capire cosa fosse, ma immediatamente ho compreso... Questa volta ho letto tutto, e mentre leggevo mi sono sentito morire. Ero tornato a vivere quella sensazione di angoscia, impotenza, di dolore per qualcosa che non concepivo, non capivo ne potevo accettare. Come avevo potuto continuare la mia storia sapendo queste cose? La cosa più assurda era che sebbene sapessi che c'era una serie di " ombre" sul suo passato, nel corso degli anni le avevo rimosso quasi completamente. Se avessi lavorato per altri 20 anni nulla sarebbe cambiato e la lettera con il suo contenuto non mi sarebbe esploso nel cervello. Da quel momento sono iniziati i problemi, le discussioni tra noi sempre più frequenti con le sue domande :- Ma cosa hai? Che problema c'è? Qualunque cosa sia parliamone ". Un giorno ho aperto il mio cuore e gli ho detto tutto sperando...cosa? Non lo so neppure io! Il risultato è stato che lei cadendo dalle nuvole mi ha detto in sostanza che avevo tirato fuori i fantasmi dal passato, che avevo tirato fuori cose che non esistevano e senza importanza, (come se fare sesso a 20 anni nel 1984 con almeno 20 persone riferite da lei fosse la normalità). Da qui poi la cosa che mi ha fatto stare peggio di tutto è stata la sua risposta:- ma io non ho fatto niente a te, all'epoca nemmeno ti conoscevo, e poi avevo 20 anni...come se queste risposte fossero giustificative rispetto a ciò che determinava la mia sofferenza. Da quel momento sono sprofondato in una condizione depressiva. Questo ha comportato un cambiamento totale nel mio carattere, normalmente solare gioioso e scherzoso. Sono diventato cupo e sempre triste, stavo senza la voglia di sorridere, perché pensavo dalla mattina alla sera a tutte quelle persone. E poi al poco rispetto per il suo corpo, per la sua persona, per la sua moralità, non comprendendo la sua totale disponibilità ad ogni tipo di esperienza. Piangevo come un bambino, provavo sensi di vomito e nausea. Sono dimagrito in poco tempo in maniera evidente, non riuscivo neanche a mangiare, questa cosa mi ha distrutto . La cosa paradossale non era per me sapere che avesse avuto le sue esperienze. Poteva benissimo essersi innamorata, o provare un sentimento per uno, due, tre ragazzi, ma leggendo la cosa sotto l'aspetto puramente numerico, la considerazione per un'atteggiamento del genere è soltanto uno cioè quello di una persona "facile", (non voglio usare parole scorrette o volgari come quelle che ho in mente per rispetto di chi legge). Ripeto, oggi e con la mia età, pensare che una ragazza non avesse avuto alcun tipo di rapporto sarebbe puerile oltre che banale. Adesso è quasi un anno e mezzo che è iniziata questa situazione. Ho letto che questo mio atteggiamento è riconducibile ad una patologia, e sicuramente sarà così. Ma non riesco più a toccare mia moglie perché guardandola penso a come possa essere stata usata senza alcun rispetto, mentre io l'ho sempre considerata una cosa preziosa, trattandola come una principessa. Si è innescato un blocco emotivo nella mia testa che mi porta durante il rapporto a perdere la concentrazione, bloccandomi senza apparente motivo, e portandomi a provare rabbia, disgusto e disprezzo verso di lei. Ormai riesco ad avere un rapporto completo solo facendo uso di sostanze medicinali prescritte dal mio medico. Chiaramente lei non sa nulla di questo mio stato fisico determinato dalla mia frustrazione mentale nei suoi confronti. Ultimamente ogni azione quotidiana che possa avere un riferimento a cose intime, una frase di un film, una battuta sentita per strada, una parola detta in maniera particolare, diventa motivo di incupimento da parte mia, (che non riesco a nascondere), portando lei che mi conosce e sa quali siano i "miei" problemi a chiedermi dopo un certo periodo:- Ma cosa hai? Perché stai così zitto? Perché fai quella faccia? Ti e scattato in mente qualche cosa? Tutto questo è vergognoso. Ma la cosa che mi fa ancora più male e che oggi con i suoi 60 anni non prova un minimo di rincrescimento e di vergogna per quegli atteggiamenti (che vuole giustificare nei suoi vent'anni di allora), vuol dire che sebbene siano passati 40 anni non ha raggiunto una maturità interiore che sia riuscita a farle capire che "forse" aveva sbagliato, "forse" avrebbe potuto fare e vivere diversamente mantenendo la sua integrità morale. Tengo a sottolineare che in questi anni lei con me si è sempre comportata sotto l'aspetto morale in maniera splendida.. Ecco, la mia situazione attuale è questa. Non so cosa fare. Vi prego di aiutarmi, datemi un consiglio. Grazie
Buonasera Giuseppe, il passato di una persona non può essere cancellato; questo tuo bisogno fa riflettere in modo significativo perché riguarda il passato della persona amata, verso cui ci si aspetta un atteggiamento di accettazione e di stima. Anche dal punto di vista morale, condividendo la chiave di lettura su cui fondi la tua percezione e la conseguente valutazione del passato comportamento sessuale di tua moglie, potrebbe essere discutibile. Desiderare di cancellare il passato di una persona, vorrebbe dire voler cancellare anche la storia attraverso cui si è formata, la persona che era e di riflesso la persona che è diventata. Il passato di tua moglie fa parte della sua storia e ha contribuito a renderla la persona che è nel presente, la stessa persona che descrivi come "la donna che si comporta in maniera moralmente splendida con te". In effetti ci hai provato anni fa, rimuovendo con la sua lettera, la sua storia. Come puoi notare noi ci sei riuscito, altrimenti la lettera che hai ritrovato non ti avrebbe triggerato, riattivando il tuo stato di malessere irrisolto e che avevi difensivamente congelato. Il passato non si può cancellare ma lo si può accettare ed elaborare in modo diverso per dargli consapevolmente un significato accettabile e coerente con il presente e integrato con la tua vita di coppia. Questa esperienza trasformativa sarebbe possibile attraverso un percorso di psicoterapia, che potrebbe aiutarti a mettere in discussione eventuali false credenze, che rischi di interpretare come delle verità assolute incorniciate dai valori morali di un amore idealizzato. Una credenza ad esempio, su cui ti invito a riflettere, potrebbe essere quella negativa e limitante di attribuire valore a tua moglie, focalizzandoti eccessivamente sulla sua sfera sessuale, in particolare sul suo comportamento sessuale del passato. Sono sicura che c’è una parte di te, che è in grado di riconoscere tua moglie a 360 gradi, perché sa che oltre a percepirla e validarla dal punto di vista sessuale, merita una considerazione più obiettiva e integrata, che sia completa anche del suo essere persona, donna, mamma, ecc. Ci sarebbero altre questioni da approfondire, ad esempio il motivo per cui anni fa sei riuscito a rimuovere e "a mettere da parte" la lettera e la sua storia sessuale, mentre ora non riesci. Quali altri problemi o eventi stressanti nel presente potrebbero influire sul tuo stato attuale, facendoti sentire insicuro (per esempio l’andare in pensione, ecc), a tal punto da farti inconsciamente credere che il problema sia quello che segnali, tendendo a ingigantirlo e rischiando di sopravvalutarlo ? A volte è meno difficile spostarsi dal vero problema presente a delle questioni del passato, ingigantendole e facendole diventare falsamente dei problemi reali e presenti. Questa condizione ci fa sentire paradossalmente meno impotenti perché la distanza dal problema, che appartiene al passato, può farci sentire falsamente più in grado di gestirlo, come ad esempio attraverso il controllo mentale e le credenze che lo generano e lo mantengono. Così si crea un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Sarebbe utile approfondire anche il tuo rapporto non solo con la moralità ma anche con la sessualità, oltre a eventuali esperienze passate irrisolte, da cui potrebbero derivare eventuali false credenze e di conseguenza il tuo atteggiamento eccessivamente critico e tendenzialmente catastrofico, a tal punto da mettere in discussione la vostra storia coniugale per dar valore a un parte passata della sua storia sessuale. D’altra parte colgo occasione per esprimere quanto la sessualità rappresenti solo una parte importante della vita di coppia, in cui entrano in gioco anche altre sfere fondamentali per l'equilibro, che riguardano ad esempio l’impegno, la cooperazione, l’accudimento, ecc. È necessario inoltre maturare la consapevolezza che, prima di essere una coppia, le persone hanno la propria individualità ed è sano che si rispetti insieme alla propria storia, anche nell’essere coppia. Il fatto che tua moglie non riconosca come sbagliato il suo comportamento disinibito da ventenne, è un valido indicatore delle sua profonda accettazione di sé stessa. Inoltre se è sbagliato per te, non vuol dire che debba essere sbagliato per lei o per qualcun altro, se non allo stesso modo. Ti consiglio di ascoltarti e di chiedere aiuto per individuare quale potrebbe essere il tuo vero problema, che di solito tende a nascondersi dietro il problema manifesto con cui si motiva la richiesta di aiuto. Spero di averti restituito con una prospettiva diversa quanto mi hai affid
Roma
La Dott.ssa Caterina Marano offre supporto psicologico anche online
Caro Giuseppe,
leggerti è stato come ascoltare il dolore di un uomo che si è portato dentro per anni un peso che non ha mai saputo nominare fino in fondo. Un dolore silenzioso, rimosso, poi riemerso con una forza dirompente. La tua storia è la storia di molti uomini e molte donne che, pur amandosi, si scontrano con qualcosa che non accade nel presente, ma che risuona nel profondo: il passato. Hai detto una frase che va dritta al cuore:
“Ho sempre considerato mia moglie una cosa preziosa, trattandola come una principessa”.
Ed è proprio da qui che nasce il tuo tormento. Hai amato con dedizione, con rispetto, con idealizzazione. E ora, quella idealizzazione è crollata sotto il peso di una realtà che per te è inaccettabile: la sua libertà sessuale, vissuta prima che tu entrassi nella sua vita.
Ma si può cancellare il passato? No, Giuseppe, il passato non si può cancellare.
Ma si può scegliere che valore dargli. E tu oggi stai dando a quel passato una forza tale da distruggere il presente. Non perché tua moglie abbia fatto qualcosa contro di te – lo dici anche tu – ma perché quel passato va contro i tuoi valori, contro la tua idea di cosa sia una donna “degna” d’amore. Ed è qui che si gioca la vera battaglia: non tra te e tua moglie, ma tra ciò che senti e ciò che pensi dovrebbe essere giusto provare. Non c’è nulla di vergognoso in quello che provi. La gelosia retroattiva – quella che nasce verso il passato del partner – è una forma reale di sofferenza. Ma non è un fatto “oggettivo”. È il modo in cui quel passato viene percepito e interpretato a scatenare il dolore. Tu non riesci a fare pace con l’idea che quella donna che hai amato e idealizzato – che ora ti appare “pulita”, leale, tua – abbia avuto una vita che tu non approvi, in una fase lontana, prima che ti conoscesse. E questa frattura tra il suo passato e la tua immagine di lei ti ha tolto il respiro. Lo capisco. Ma questo non è amore "sano", Giuseppe Perché se l’amore ha bisogno che l’altro sia immacolato secondo i tuoi parametri, allora non stiamo più parlando solo di amore, ma di controllo, di possesso idealizzato. La tua sofferenza è autentica, non va minimizzata. Ma va anche guardata con lucidità:
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Tua moglie non ti ha tradito.
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Tua moglie non ha mai mentito.
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Tua moglie ha vissuto, da ragazza, una libertà che oggi tu leggi come immoralità, ma che era parte di una storia personale, di un contesto, di una fase della vita.
Tu oggi non riesci più a fare l’amore con lei, non perché non la ami, ma perché il conflitto tra i tuoi ideali e la realtà ha creato un blocco profondo e doloroso. E questo è qualcosa che ha bisogno di cura, non di colpa.
E lei? Tua moglie non prova vergogna per il passato. E questo ti fa arrabbiare ancora di più. Ma prova a guardare questa cosa da un’altra prospettiva:
forse non prova vergogna non perché sia priva di valori, ma perché ha smesso di giudicarsi per ciò che ha fatto quando aveva vent’anni.
E in fondo, non è proprio questo che tu vorresti per te? La libertà di lasciare andare ciò che non serve più, ciò che non ha più senso pesare?
Giuseppe, ti parlo con affetto e franchezza:
quello che stai vivendo non si risolve da solo. Serve un percorso terapeutico. Non perché tu sia “malato”, ma perché meriti di capire meglio da dove arriva questa ferita e perché è ancora così viva. Non è solo una questione di gelosia. È una questione identitaria, morale, profonda: chi è tua moglie oggi? E chi sei tu, accanto a lei, adesso?
Se vuoi davvero restare con lei, devi riuscire a guardarla per quello che è oggi, non per quello che immagini fosse quarant’anni fa.
E se non riesci, allora è il momento di chiederti se stai scegliendo la verità o stai solo cercando di rimanere in una gabbia di dolore.
Hai 62 anni, una vita ancora davanti, un amore che – nonostante tutto – non si è spento.
Fai il gesto più grande che puoi fare adesso: chiedi aiuto a uno psicologo esperto di relazioni e gelosia retroattiva. Fallo per te.
Perché anche se non puoi cancellare il passato…puoi decidere di smettere di viverci dentro
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Massa-Carrara
La Dott.ssa Antonella Bellanzon offre supporto psicologico anche online