Mio marito non raggiunge l'erezione

Alessandra

Io e mio marito abbiamo 38 anni, stiamo insieme da 18, conviviamo da 11, sposati da 8. Da quando viviamo insieme il sesso è una tragedia, lo facciamo pochissimo e male, lui non raggiunge l'erezione, il risultato è che mi arrabbio e si finisce per litigare. 6/7 anni fa siamo andati in terapia ma non è servito a nulla, i problemi sono rimasti. Poi magicamente abbiamo avuto due bambini, siamo stati fortunati perché pur facendolo pochissimo sono rimasta incinta. Ovviamente con due bambini piccoli il tempo e le forze per stare insieme sono ancora meno, adesso che però finalmente dormono staccati da me, potremmo riprendere i nostri spazi, ma il problema è sempre quello. Io sono sfinita, non ne posso più di un uomo mezzo uomo. Ho tanta pazienza, ma sono stanca di non avere una vita sessuale. Andiamo d'accordo, lo amo e lui mi ama, abbiamo una bellissima famiglia, non ci manca nulla, tranne il sesso, che però per me è fondamentale. Non sono una brutta ragazza, volendo potrei trovare qualcun altro e ci sto pensando perché non sopporto che la mia vita sessuale sia morta da anni, anche se non credo sarei capace di farlo. Abbiamo discusso migliaia di volte su questa cosa e finisce sempre nello stesso modo...io mi arrabbio e lui si mortifica, ma le cose non cambiano mai. Sono arrivata a pensare anche fosse gay o avesse un'altra ma non credo...cosa posso fare? Questa cosa logora il nostro rapporto ed io sono al limite. Grazie

5 risposte degli esperti per questa domanda

Gent. sig.ra, lei scrive che siete andati in terapia, ma di che tipo? Da un sessuologo?

Fondamentalmente serve stabilire le cause del disturbo di suo marito, in primis una visita andrologica che escluda eventuali cause organiche; in seguito  potrebbe consultare un sessuologo per mettere in luce eventuali blocchi psicologici. Mi sembra di capire che suo marito non abbia tutta questa voglia di mettersi in discussione e indagare l'origine del problema. La componente sessuale è importante nella vita di coppia e voi siete troppo giovani per ignorare il problema. Cordiali saluti

Dott.ssa Daniela Benvenuti

Dott.ssa Daniela Benvenuti

Padova

La Dott.ssa Daniela Benvenuti offre supporto psicologico anche online

Cara Alessandra,

hai descritto perfettamente la questione.

Ovviamente sarebbe da ipocriti sostenere che il sesso non è tutto in un rapporto di coppia, l'attività sessuale è fondamentale poiché rappresenta la manifestazione dell'amore fisico, della passione e dell'intesa psicologica e sessuale tra i partner.

Tuttavia sarebbe opportuno effettivamente valutare il perché di questa disfunzione erettile del marito: mancanza di piacere? Trauma? Malattie o interventi chirurgici? Potremmo fare una lista...

Lo stato emotivo gioca anch'esso un ruolo interessante perché chiaramente se il sesso "non va in porto", successivamente si evidenziano, e direi giustamente, frustrazione, delusione, aggressività, tristezza...

Sicuramente un confronto in termini di dialogo tra i partner rappresenta il punto di inizio per la ricerca di strategie efficaci nel recupero della vostra intimità. L'utilizzo di "Strategie" come i giochi di ruolo, utilizzo di manuali del sesso o perché no anche un'apertura nella coppia potrebbe esservi d'aiuto.

Strategie" come i giochi di ruolo, utilizzo di manuali del sesso o perché no anche un'apertura nella coppia potrebbe esservi d'aiuto. Sicuramente l'aiuto da parte di un professionista potrebbe essere un catalizzatore per meglio gestire tutta questa dinamica tuttavia non è detto che non ce la possiate fare da soli.

Un grosso abbraccio

Dott. Marco Andrea Salerno

Dott. Marco Andrea Salerno

Varese

Il Dott. Marco Andrea Salerno offre supporto psicologico anche online

Cara Alessandra, una terapia di parole raramente può raggiungere un problema profondo e complesso come quello che sembra avere suo marito.

Il mio suggerimento è di cominciare a sbloccare la situazione partendo da un altro tipo di Medicina, che coinvolga il corpo e che potrebbe aiutare a comprendere da quale nucleo psicologico è iniziato il problema.

Con il tempo potrebbe essere incoraggiato ad approfondire la causa, anche se aver vissuto la sessualità in modo così parziale richiederà che lui sblocchi anche il senso di vergogna che avrà accumulato nel tempo.

Le suggerisco di rivolgersi a un/una omeopata di scuola unicista e di consolidata esperienza. Scelga tra i professionisti eventualmente presenti a Varese, sicuramente c'è la dott. Candida Berti, Direttore scientifico di Boiron, ma soprattutto medico di vera eccellenza.

Cari auguri di ogni bene.

Cara Alessandra

Forse "arrabbiarsi e poi mortificarsi" non sembrerebbero essere le soluzioni migliori, almeno fino ad ora. Comprendo la frustrazione e la rabbia ma non servono a risolvere il vostro problema. Vi amate, ma la parte dell'intimità e della sessualità, fa parte dell'amore e, se c'è ancora un sentimento che vi lega, sarebbe importante poter affrontare e magari risolvere la situazione. Credo abbiate necessità di uno specialista (psicoterapeuta/sessuologo) che possa cercare di aiutarvi nel modo migliore possibile e forse più mirato. Se ne vale la pena non arrendetevi e cercate di trovare una soluzione, rimanendo uniti. Il percorso che potrete intraprendere vi aiuterà ad avere una visione diversa e forse più adeguata di ciò che sta accadendo.

Auguro buona fortuna

Dott.ssa Elisa Danza 

Salve Alessandra, è comprensibile il suo senso di stanchezza e frustrazione, ma l'impressione e direi anche la realtà è che suo marito non ha mai affrontato questo problema in maniera convinta. Cioè facendosi aiutare. Dice che siete stati da un terapeuta di coppia e non è servito. Bisognerebbe capire cosa non ha funzionato. Non vi siete messi abbastanza in gioco? O lui non si è messo in gioco? Ma è stato mai proposto a suo marito un percorso psicologico individuale? Lo dico perché una difficoltà sessuale di questo tipo, può nascondere un problema emotivo inconscio verso la figura femminile, un problema maturato probabilmente prima che suo marito la conoscesse. Inoltre direi che tra voi si è creato un circolo vizioso di reazione a questo problema. Lei si arrabbia tutte le volte, sfogando la sua frustrazione, e lui si sente mortificato (e umiliato). Vi capita mai di fermarvi a parlare con più disponibilità ad ascoltarvi? Lui non vorrebbe certo farla sentire rifiutata, ma purtroppo cade in un'ansia da prestazione ancora ingestibile.

Auguri di miglioramento del vostro rapporto.

Dr. Cameriero Vittorio