Credo di essere feticista o, al limite, di stare per diventarlo

Matteo

Salve a tutti, vi scrivo a causa di due problemi personali dei quali mi vergogno molto e, benchè possa trovare ascolto in amici fidati, preferisco chiedere a persone esterne che non conoscendomi possano aiutarmi con più oggettività. Arrivo al dunque: CREDO di essere feticista o, al limite, di stare per diventarlo. Anche se non sono attratto solo dalla parte del corpo (che è il feticcio) del piede, molte volte mi capita di avere delle ossessioni verso i piedi di persone che conosco. Forse è solo una mia visione esagerata della cosa, ma vorrei tanto evitare di divenire un ossessionato dai piedi, non perchè non apprezzi questa cosa e il fatto che mi piacciano, ma perchè vorrei evitare comportamenti che possano sfociare in qualcosa di grave. Ho letto diverse teorie al riguardo, sia Freud che Winnicot. Quella che più mi ha affascinato e che penso sia la rappresentazione più trasparente è quella di Winnicot, riguardo al cosiddetto oggetto transizionale (se si dice così). Ho pensato che la presenza ossessiva, pedante di mia madre nella mia vita abbia inciso parecchio sulla mia formazione, comportando tutto il resto, sia il feticismo, sia una abbastanza grande insicurezza (secondo problema). Vorrei sapere cosa poter fare per cercare di attenuare questi comportamenti (il feticismo non lo ritengo qualcosa da eliminare, ma di mantenerlo nelle giuste dosi) e di risolvere questa mia insicurezza nel frattempo di avere consiglio direttamente da uno psicologo che possa capire meglio di altri questo problema... Grazie mille per la disponibilità!

7 risposte degli esperti per questa domanda

Sembrerebbe un disturbo d’ansia piuttosto grave, però a differenza di quanto lei pensa le consulenze online sono per nulla oggettive, ma forse voleva intendere “obiettive”, ma nemmeno questo visti gli evidenti limiti, ovvero la mancanza della presenza della persona in un contesto ambientale e relazionale, elementi di solito necessari per una seppur minima valutazione. Ciononostante penso sia importante si rivolga ad uno psicologo con cui si trovi in empatia in quanto i disturbi d’ansia limitano molto l’autorealizzazione del soggetto.
Salve sig. Matteo se mi scrive una sua mail personale le invio un recapito di una collega che puo' semplicemente aiutarla a comprendere un pò di piu' e forse ad abbassare la sua preoccupazione e la sua ansia. Grazie
Una sola indicazione, cercati uno psicologo che ti faccia recuperare la consapevolezza corporea ed intensificare l'autostima lavorando sull'ansia di inadeguatezza
Caro Matteo, ho riscontrato in molte altre persone un problema simile al suo e devo dire che come lei anche loro si vergognavano a confidare agli amici questo tipo di problematica. Non intendo parlarle del feticismo visto che lei si è già abbondantemente documentato; è difficile darle un consiglio via mail che possa esserle di aiuto per attenuare i comportamenti di cui lei parla. Ci sono molti aspetti della sua vita che dovrebbero essere presi in considerazione e analizzati, come ad esempio la relazione da lei citata con sua madre. Io farei chiarezza in primis sulla sua insicurezza e cercherei di affrontarne le cause che poi l'hanno portata nel tempo a investire le sue pulsioni libidiche su un oggetto transizionale che nel suo caso sono i piedi. L'unico modo per affrontare questo problema è quello di fare un percorso terapeutico con uno psicologo, preferibilmente di orientamento dinamico, con lo scopo di apprendere maggior sicurezza e di capire se questo suo feticismo può essere dannoso e deleterio per la sua vita oppure se potrà conviverci tranquillamente. Un saluto,
Risponderò brevemente alle tue domande e affermazioni. Prima di tutto la descrizione che fai del tuo problema farebbe pensare ad un disturbo di tipo ossessivo più che ad altre cose, forse in comorbilità con il feticismo, ma ovviamente questa è solo una ipotesi da verificare. Seconda cosa: non fermarti su ciò che hai letto in un paio di libri. Non esistono prove scientifiche al giorno d'oggi che dimostrino un nesso causale tra il tipo di attaccamento sviluppato con le figure di riferimento nel corso dell'infanzia (nel tuo caso tua madre) e qualsiasi tipo di disturbo psicologico. Di sicuro i rapporti instaurati con con le figure di attaccamento possono influenzare il nostro modo di instaurare rapporti nel corso della vita, ma non si può attribuirgli la colpa di averci causato un disturbo. I fattori che comportano una simile evenienza sono molteplici e tutti da verificare nel tuo caso. Infine qualunque sia il problema che hai, se ti sta causando sofferenza e difficoltà, rivolgiti ad un esperto, ossia ad un buon psicoterapeuta.
Una possibile ipotesi può essere la paura, cioè una parte del corpo investita ossessivamente può essere un modo per evitare di avere una relazione con tutto il corpo, soprattutto un pezzo di corpo inanimato, senza emozioni, perchè separato dal resto. Affrontare la paura potrebbe essere un modo. Saluti
Salve Matteo, l'attrazione sessuale per un oggetto o una parte del corpo non può essere considerata una perversione fino a quando l'oggetto ( Il feticcio) non si sostituisca completamente alla persona e la ricerca del piacere sessuale non sia diretta all'oggetto indipendentemente dalle relazioni interpersonali. Gli indumenti intimi così come parti del corpo (seni, natiche) hanno un ruolo importante nella fase dell'eccitamento sessuale. D'altronde, l' industria calzaturiera fonda i propri utili proprio sul "feticismo" del piede. Ogni gesto, ogni comportamento possono diventare patologici nella misura in cui si trasformano in ossessioni cioè idee fisse ed irrazionali che si impongono ripetutamente nella mente di un individuo e lo obbligano in un rituale compulsivo, in una lotta estenuante tra il ripetere quel gesto o l'astenersi dal farlo, ma vivere con angoscia. Tutto ciò si traduce in una perdita della libertà personale. Lei stesso esprime il timore che in lei si stia per compiere quel "viraggio" che possa portarla in luoghi francamente patologici e potenzialmente antisociali. Da quel poco che si può intuire da ciò che scrive, credo che, per il momento, quel viraggio non ci sarà, perchè lei ha una ammirevole capacità di guardarsi dentro ed una volontà di capire ciò che orienta le sue scelte sessuali. Il problema dell'insicurezza non credo sia secondario al primo, è probabile che sia proprio questa difficoltà relazionale che suscita in lei sentimenti di vergogna, e forse di possibile sottomissione agli altri, che potrebbero spingerla a cercare soddisfazione in comportamenti in cui la relazione sana di dare -e- ricevere piacere venga sostituita dalla ricerca di un oggetto, indipendentemente dalla persona. Credo che un percorso psicoterapeutico possa aiutarla a comprendere meglio e trovare nella stanza di terapia quello "spazio transizionale" che possa permetterle di superare le sue insicurezze e ricostruire una vita sessuale in cui "il gioco" sia parte integrante. Saluti.