Dal menarca alla menopausa: una lettura psicosomatica dei più diffusi disturbi della sfera femminile.

Dal menarca alla menopausa: una lettura psicosomatica dei più diffusi disturbi della sfera femminile.

Con la prima mestruazione o menarca lo psico- soma femminile, entrando nell’età fertile, vive il primo grande cambiamento, la prima tappa evolutiva verso la costruzione di una compiuta identità.

Per la bambina è un momento temuto ed atteso al tempo stesso. Le trasformazioni fisiche che precedono ed accompagnano il menarca, la crescita dei peli, la crescita del seno, una progressiva globale modificazione delle forme, le nuove pulsioni psico-fisiche, possono essere sentiti come desiderabili, in quanto segnano un primo ingresso nel mondo adulto, ma anche altrettanto temuti e, a volte, decisamente rifiutati.

L’età della comparsa del menarca  è variabile, essendo influenzata anche da fattori genetici. Mediamente, i l primo flusso compare fra i dodici e i tredici anni. Anche se vi sono casi di pubertà precoce già intorno ai dieci anni o di pubertà ritardata anche fino ai sedici diciotto anni. La mancanza di mestruazioni oltre i diciotto anni si definisce amenorrea primaria.

 

Un eccessivo ritardo nella comparsa del menarca, mestruazioni molto dolorose, assenza di mestruazioni o la loro interruzione, come anche un ritmo molto disordinato, rivelano una difficoltà inconscia più o meno accentuata nell’aderire alla femminilità, con le sue fasi e i suoi ritmi. L’anoressia per esempio, che prima ancora che col disturbo alimentare può esordire con l’amenorrea, in tal senso è uno dei disturbi più emblematici.

 

L’ingresso nella prima adolescenza con l’entrata nell’età fertile porta novità anche sul piano della sessualità e della relazione col maschile. Ora la figlia potrà cominciare a sentirsi più adulta, più simile alla madre. Adesso ha le mestruazioni, ha delle relazioni coi maschi che possono anche portare alle prime esperienze sessuali. La nascente sessualità è fonte di grande curiosità, ma anche di esperienze potenzialmente negative se vissute troppo precocemente, in contesti predatori, insensibili, sbrigativi. Dalle prime esperienze negative può derivarne il fatto di vivere la sessualità con ansia e sfiducia. Il vaginismo, l’anorgasmia, di cui a volte soffrono le donne in età più adulta a volte sono  il risultato di esperienze poco felici, anche se possono esservi cause molto più complesse che fanno riferimento  alla capacità di lasciarsi andare al piacere, al tema del controllo, alla autostima  e al senso di un’interiore sicurezza nel rapporto con le figure maschili.

 

Con la gravidanza e la maternità, la donna trascende la condizione di figlia per divenire essa stessa madre. E’ un passo gravido di responsabilità, che richiede la disponibilità a grandi cambiamenti nella propria vita. I disturbi, più o meno intensi che possono insorgere in questa fase rivelano quante siano le difficoltà che la donna deve affrontare. Dalle modificazioni del proprio corpo, alle angosce per se stessa e per il nascituro. Infine, anche i mesi che seguono il parto sono molto delicati per la psiche femminile. A volte l’insicurezza, la fatica dell’allattamento, la mancanza di un adeguato riposo notturno, un senso di inadeguatezza non supportato da figure di sostegno, possono portare a vissuti depressivi molto insidiosi.

 

Accanto ai problemi relativi alla gravidanza e alla maternità, ai nostri tempi, in cui si è spostato molto in avanti il momento in cui una donna si sente disponibile ad avere figli, subentra il problema di una scarsa fertilità o infertilità attribuibili alla diminuzione della riserva ovarica, per cui, desiderando una maternità, diventa indispensabile ricorrere alla fecondazione assistita.  

L’indugiare troppo a lungo prima di compiere questa scelta, se è comprensibile sul piano razionale, per tutti i problemi pratici che si devono affrontare ( gli studi, il lavoro, la casa ), a livello irrazionale ed inconscio, questo fatto può essere sentito come un sacrificio. Sacrificio delle proprie parti più autentiche ed istintive che spingono il femminile a compiere il proprio “ciclo lunare” nei tempi stabiliti dalla natura. Sacrificio ancora più sensibile quando la donna si trova a ricorrere all’aborto. In questo caso, un’azione intenzionale sentita come negativa, anche se razionalmente comprensibile o anche opportuna, contiene l’aggravante psicologica di essere stata  coscientemente scelta e questo  ha un peso diverso dal rimandare, attraverso la contraccezione,  il tempo della gravidanza. E’ una scelta che ha un prezzo che può anche essere alto.

 

A livello simbolico, così come il ciclo lunare (28 giorni) governa il ciclo mestruale (28 giorni), anche l’intero ciclo vitale della donna è governato da questo astro. C’è un tempo per la luna nuova, un tempo per la luna piena, un tempo per il suo declino. La menopausa è l’ultima fase del ciclo, ma non meno irto di insidie e difficoltà. I cambiamenti ormonali che l’accompagnano, i possibili disturbi, il declino della bellezza, delle energie, della pulsione sessuale, possono far pensare alla fine della femminilità piuttosto che ad una sua necessaria fase in cui altri vitali progetti potranno essere espressi. In questa fase la donna è particolarmente vulnerabile a cali dell’umore se non a franche depressioni.

 

Nel cammino che va dal menarca alla menopausa tanti altri sintomi e disturbi possono intervenire e rivelare specifiche difficoltà e problematiche irrisolte.

Le cisti ovariche, di qualsiasi natura esse siano, follicolari o luteiniche, ad una lettura psicologica e simbolica  rivelano che c’è stata una qualche embrionale progettualità che non è andata a buon fine. L’uovo che contiene un progetto di vita, non avendo compiuto il suo naturale percorso di fuoruscita dal follicolo per migrare verso l’utero è stato bloccato già all’inizio del suo viaggio. Il progetto  che conteneva non ha potuto neanche iniziare a svilupparsi.

Le persone che ne soffrono dovrebbero cercare di cogliere qual è il progetto vitale che non è andato in porto. Un lavoro, gli studi, un incontro, un fidanzamento, il desiderio di una una gravidanza?...

 

 Il fibroma è una formazione costituita da tessuto muscolare e fibroso di dimensione variabile, da pochi centimetri a tutta la grandezza dell’utero che può avere varie localizzazioni.  E’ un  disturbo molto diffuso nelle donne oltre i trent’anni. Indagando il vissuto di chi ne soffre, si è potuto ricavare che esso, simbolicamente, rappresenta il sostituto di un bambino. C’è stato il desiderio di una gravidanza che non ha potuto essere realizzato. Non c’era l’uomo giusto, la relazione si cui si era sperato si è interrotta, era troppo tardi, non c’erano le condizioni opportune, era stato impossibile. Della validità di questa interpretazione ne ho avuto evidenza nella mia pratica clinica. In diversi casi il fibroma si è manifestato proprio dopo la fine di una relazione in cui si erano fatti significativi investimenti.

 

L’endometriosi è una patologia benigna in cui il tessuto interno dell’utero, l’endometrio, migra e va a colonizzare altre parti del corpo anche non contigue. Si formano agglomerati di sangue in altri organi, che mestruano a loro volta, provocando dolore.

Simbolicamente, parla di un rapporto con la madre molto conflittuale, soffocante e pervasivo.


L’amenorrea, la dismenorrea, i disordini del ciclo, l’infertilità, particolari problematiche morbose nel corso della gravidanza e nei mesi successivi, le cisti ovariche, i fibromi, l’endometriosi, le depressioni in menopausa, sono I vari più comuni  disturbi che possono insorgere nel lungo percorso della sessualità della donna e della sua identità .

Essi ripropongono la  considerazione della complessità di questo viaggio  che non ha l’analogo nella sessualità ed identità maschile. Varie fasi di sconvolgimenti ormonali, di alterazione dell’immagine corporea, di perturbamenti psicologici.

 A tutti questi cambiamenti la psiche femminile deve essere disponibile per accompagnare flessibilmente la propria natura. Quando oppone delle resistenze, quando entra in conflitto con il proprio istinto,  possono insorgere più o meno importanti disagi e disturbi. Il compito della donna  nel dispiegare e realizzare compiutamente la propria femminilità è quello di aderire a quel processo trasformativo che è la legge della natura e dell’evoluzione stessa della vita.  

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